

Nel nuovo sistema delineato dal nuovo Codice dei Contratti
Pubblici (d.lgs. n. 36/2023), i temi dell’accesso agli atti
di gara e della tutela giurisdizionale rapida sono
centrali per garantire legalità e trasparenza negli
affidamenti.
Ma cosa succede se, dopo l’aggiudicazione, un concorrente
classificatosi ai primi posti non riesce ad accedere all’offerta
dell’aggiudicatario per via di oscuramenti o ritardi
nell’ostensione degli atti? E ancora: le stazioni appaltanti
possono accettare acriticamente le richieste di
riservatezza avanzate dagli operatori?
A queste e altre domande ha risposto il TAR
Lombardia con l’ordinanza
dell’8 maggio 2025, n. 1609, nell’ambito di un
contenzioso sull’aggiudicazione di un appalto di servizi.
L’accesso agli atti di gara nel nuovo Codice: obbligo immediato
e integrale
Nel caso esaminato, la seconda classificata ha impugnato la
mancata ostensione integrale dell’offerta tecnica
dell’aggiudicataria, lamentando l’illegittimità degli
oscuramenti operati dalla SA. La società ricorrente ha agito ai
sensi dell’art.
36, del d.lgs.
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