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Acqua piovana, l’oro blu del cielo: come raccoglierla e usarla | WiseSociety – Wise Society

Acqua piovana, l'oro blu del cielo: come raccoglierla e usarla | WiseSociety - Wise Society

Nel ciclo dell’acqua, l’acqua piovana restituisce alla Terra un bene prezioso per ogni forma di vita. Ma quest’acqua, oltre a “rimpinguare”  laghi e fiumi e a dissetare i terreni e le piante in modo naturale, può essere utilizzata per usi quotidiani. E questo garantisce un risparmio in termini idrici e ambientali e, se vogliamo, anche per il portafoglio. Sono sempre di più, infatti, i metodi e i meccanismi progettati per il recupero dell’acqua piovana e per il suo riutilizzo.

Acqua piovana

Foto di Mike Kotsch / Unsplash

Gli argomenti trattati:

Le caratteristiche dell’acqua piovana

Quando si parla di riutilizzare l’acqua piovana, ovviamente, non si prendono in considerazione alcuni degli usi più comuni dell’acqua, soprattutto in termini di acqua potabile: ricordiamo, infatti, che l’acqua piovana non si può bere e non può essere usata per cucinare per via di alcune sue caratteristiche organolettiche. Anche se, in linea teorica, la pioggia dovrebbe essere acqua pura e persino dal Ph neutro, in pratica l’inquinamento la rende non adatta al consumo umano.

Inoltre, l’anidride carbonica abbassa il pH della pioggia e ne aumenta l’acidità dell’acqua. Insomma, l’acqua caduta dal cielo non si può bere perché è inquinata, perché non può essere immagazzinata per usi alimentari e perché la scarsità di sali minerali contenuti, a lungo andare, causerebbe un deficit nell’organismo. E questo significa che non è adatta ad essere bevuta neanche se filtrata, proprio come ha più volte sottolineato l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Detto questo, però, ci sono parecchi altri utilizzi possibili dell’acqua piovana, che rendono la sua raccolta davvero conveniente sia per l’ambiente sia per il portafogli.

Recupero dell’acqua piovana: perché conviene farlo

Innanzitutto è importante capire perché è importante riciclare l’acqua piovana. La questione riguarda un diritto di tutti, quello dell’accesso all’acqua potabile.  Si tratta, infatti, di uno dei 17 obiettivi promossi dall’ONU nell’ambito del progetto di Sviluppo Sostenibile che impegna tutti i Paesi del mondo a risparmiare acqua e assicurarne la potabilità per tutti.

E anche se l’acqua piovana non è potabile, utilizzarla per alcune attività permette di diminuire lo spreco di acqua preziosa e buona da bere. Basti pensare che gli studi dimostrano come 50% dell’acqua che consumiamo ogni giorno non è di uso potabile e potrebbe quindi essere di qualità inferiore a quella, appunto, usata per bere o mangiare.

Annaffiare, lavare i vestiti, lavare i pavimenti, pulire casa, riempire lo sciacquone del wc. Per attività di questo tipo, ogni giorno, consumiamo litri e litri di acqua del rubinetto. Utilizzare, invece, l’acqua meteorica, oltre a garantire un risparmio in termini economici, è un’attività green che aiuta a salvaguardare una risorsa preziosa del nostro Pianeta.

I vantaggi

I vantaggi legati al recupero dell’acqua piovana sono davvero tanti e sono legati anche alla gesione delle reti fognarie cittadine e non. Ecco un breve elenco a riguardo:

  • l’acqua piovana ha un’alta capacità pulente. Inoltre essendo priva di calcare è adatta ad essere usata in lavatrice e lavastoviglie.
  • L’acqua piovana non favorisce gli accumuli di calcare.
  • Recuperare l’acqua piovana riduce il sovraccarico della rete fognaria e la possibilità di allagamenti.

Cosa dice la legge

La raccolta delle acque meteoriche è oggi disciplinata dall’art. 113 del Decreto Legislativo 03 Aprile 2006 n° 152 parte III “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento” e dalle direttive comunitarie n° 91/271/CEE “Trattamento delle acque reflue urbane”, e n° 91/676/CEE “Acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia” e successive. Queste direttive indicano che la raccolta deve iniziare previa eliminazione delle “acque di prima pioggia” ovvero quella dei primi 15 minuti di pioggia. Le “acque di seconda pioggia” sono quelle che vanno realmente raccolte perché ripulite dagli eventuali inquinanti presenti nella superficie.

Pioggia

Foto di Hannah Domsic / Unsplash

Come usare l’acqua meteorica

L’acqua piovana recuperata, detta anche acqua meteorica, può essere usata facilmente per l’esterno. Basti pensare al sistema di irrigazione per le aree verdi sia private sia condominiali o per lavare gli spazi pavimentati comuni e per lavare moto e auto. A tal riguardo le normative vigenti sono chiare e non è richiesta alcuna licenza particolare per l’accumulo di acque meteoriche in cisterne e serbatoi al servizio di singoli edifici ad uso civile (ovviamente restano le regole vigenti in materia edilizia).

Detto questo, il recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione, il lavaggio delle auto o per lavare scale e cortili è una pratica molto virtuosa che permette di irrorare le piante del giardino (e di casa), senza sprecare acqua potabile e fornendo alle piante acqua priva di cloro e calcare e quindi perfetta per i vegetali.

Recupero dell'acqua piovana: uno schema

Immagine Shutterstock

Come raccogliere l’acqua piovana

Ognuno può recuperare l’acqua piovana che cade sulla sua proprietà. È possibile realizzare un impianto di recupero acqua piovana in prossimità di qualsiasi edificio: le cisterne di recupero convogliano l’acqua raccolta dalle grondaie. Per raccogliere l’acqua piovana solo per irrigare, senza affrontare spese di impianti vari, può essere sufficiente distribuire grandi contenitori in giardino. Si tratta di un metodo molto casalingo che permette, comunque, di accumulare piccole quantità di acqua. Per il resto esistono progetti più articolati per stoccare l’acqua piovana in serbatoi.

I sistemi di recupero

I sistemi di recupero dell’acqua piovana possono contemplare un serbatoio o una cisterna. È possibile, infatti, installare una piccola cisterna d’acqua piovana collegata a un pluviale oppure si possono progettare impianti più completi che permettano di utilizzare l’acqua piovuta dal cielo anche per il wc. Nelle abitazioni, infatti, in genere si usa l’acqua che proviene dal tetto e che, attraverso i canali di gronda, converge verso il sistema di raccolta. Un’altra soluzione può essere quella del serbatoio di raccolta, esterno o interrato, da destinare solo al recupero di acqua per l’irrigazione. Infine, c’è anche la possibilità di installare piccoli serbatoi di stoccaggio, grazie ai quali l’acqua piovana viene prima filtrata e poi purificata.

Cosa dice la legge

L’utilizzo dell’acqua meteorica per l’esterno non comporta norme specifiche, per quanto riguarda l’utilizzo interno dell’acqua piovana la situazione è più complicata. In Italia, infatti, non sono ancora state emanate norme UNI specifiche che riguardano la progettazione, realizzazione, manutenzione e conduzione degli impianti di raccolta e recupero acque meteoriche.

L’unico decreto legge che riporta qualche notizia sulle acque meteoriche è il Decreto Legislativo del 3 Aprile 2006, n.152 aggiornato al terzo correttivo d.Lg.vo 128/10. Norme in materia ambientale. E per quanto riguarda le norme specifiche esistenti c’è la Tedesca DIN 1989-1-2-3-4. In ogni caso, esistono norme e linee guida emanate da singole regioni, province e comuni. Per il resto, invece, sull’utilizzo degli impianti di sfruttamento dell’acqua piovana è bene fare riferimento alla norma DIN 1989. Questa fornisce indicazioni sulla progettazione, installazione e manutenzione dell’intero impianto, sui filtri e la loro classificazione, sulle disposizioni riguardanti i serbatoi e tanto altro.

Obbligo di risparmio idrico

Oltre all’ambito di applicazione del Bonus verde, come stabilito dalla Finanziaria 2008, il recupero delle acque piovane è un obbligo per i nuovi edifici con tetti superiori a 100mq o con aree verde maggiori di 200mq. E questo perché in questi casi è necessaria la certificazione energetica e la predisposizione dell’edificio al risparmio idrico.

Bonus e agevolazioni

In questo senso, una buona opportunità è rappresentata dal Bonus Verde (in vigore fino alla fine del 2022 e per una detrazione pari al 36% delle spese  sostenute). Il bonus permette di ammortizzare le spese di installazione di un sistema di raccolta, trattamento e riutilizzo acqua piovana. Tutti i costi per la loro progettazione e realizzazione rientrano tra le spese detraibili.

Un impianto di trattamento acque meteoriche, opportunamente progettato in base all’ambito di applicazione, permette di gestire le acque piovane riducendone gli elementi inquinanti. E questo fa si che si rispettino le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche che rendono possibile un riutilizzo non a fini potabili.

Maria Enza Giannetto

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