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Bari, bonus per bici e monopattini: esauriti i fondi del Comune – Quotidiano di Puglia

Successo per il bando MUVT biciclette che il Comune di Bari ha riproposto quest’anno, dopo il primo tentativo messo in atto a gennaio del 2018. Come allora, i fondi sono finiti in pochissimo tempo. Ad un mese di distanza dal 1° ottobre, data in cui è stata aperta ai cittadini la possibilità di fare richiesta, l’amministrazione ha comunicato che i fondi disponibili sono esauriti. Sono state presentate 1.355 domande per l’assegnazione di contributi per l’acquisto di bici (nuove di fabbrica e ricondizionate) e dispositivi di micro-mobilità elettrica. 
Ora, si passerà alla fase in cui le domande effettuate verranno sottoposte a verifica per valutare se rispondono ai requisiti del bando, e in caso positivo poi provvedere ad erogare il contributo per l’acquisto del mezzo. Il bando MUVT biciclette, lo ricordiamo, è stato finanziato con 235mila euro dal Ministero della Transizione Ecologica.

L’obiettivo

L’obiettivo alla base dell’iniziativa era quello di stimolare l’adozione di stili di vita più salutari, aumentare gli spostamenti sostenibili e contrastare l’effetto negativo dei veicoli con motore a combustione sulla qualità dell’aria. Gli incentivi previsti sull’acquisto come da bando sono pari a: 150 euro per l’acquisto di un mezzo tradizionale nuovo di fabbrica; 250 euro per l’acquisto di un mezzo nuovo di fabbrica a pedalata assistita o di biciclette elettriche L1eA e dispositivi di micromobilità elettrica quali monopattini elettrici, hoverboard, segway, monopattini e monowheel; 100 euro per l’acquisto di un mezzo ricondizionato (presso attività specializzate nel settore). Al bando, in prima istanza, avrebbero potuto partecipare tutte le persone fisiche residenti nel comune di Bari, purché maggiorenni. Nel caso in cui a partecipare al bando fosse stato un genitore, avrebbe avuto la possibilità di acquistare un mezzo per sé e uno ciascuno per i propri figli. In un secondo momento, invece, è stato deciso di far accedere ai contributi anche gli studenti universitari non residenti (i cosiddetti fuorisede), iscritti a uno degli istituti scolastici o atenei baresi e con domicilio nel comune di Bari. Decisione presa in virtù del fatto che la finalità del programma era quella di favorire il decongestionamento del traffico cittadino, la diffusione di stili di vita più sani e un cambio d’abitudini negli spostamenti sul territorio comunale. Il progetto, lanciato per la prima volta nel 2018, e chiamato allora MUVT in bici, all’epoca aveva potuto contare su un maggiore finanziamento da parte dell’allora Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, oggi Ministero della Transizione Ecologica.

Il precedente

La dotazione tre anni fa era pari a quattrocentomila euro per l’acquisto di un mezzo, a cui si sommarono ulteriori centomila euro che vennero utilizzati per finanziare la sperimentazione relativa al rimborso chilometrico effettuato con il dispositivo PIN BIKE. Nel 2018 i fondi terminarono in una settimana e, grazie a questo bando “a sportello”, vennero acquistate a Bari circa tremila nuove biciclette. Il successo della mobilità sostenibile a Bari è, comunque, sotto gli occhi di tutti. Partendo dalla ottima riuscita del servizio di monopattini in sharing (che conta oggi tre società in città e circa 1500 mezzi), fino ad arrivare allo sviluppo delle piste ciclabili, sia quelle comprese nei diversi progetti che andranno a modificare la città come “Strade Nuove”, presentato da Ferrovie Appulo Lucane, e ai diversi progetti che modificheranno la costa e che comprendono, tutti, itinerari pedonali e ciclabili. Senza considerare le opere di traffic calming che hanno contemplato la creazione di piste ciclabili light come quella a tutt’oggi presente su corso Vittorio Emanuele o sul Lungomare di San Cataldo. Fondamentale, in questo momento, passare, soprattutto per quanto riguarda i monopattini, alla fase successiva a quella di sperimentazione, che comprendeva non solo regole specifiche sull’utilizzo del mezzo (da poco modificate dal Ministero), ma anche le zone trenta, in cui si andavano a tutelare gli utenti in monopattino, considerati utenti deboli della strada.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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