

Dieci arresti, dodici indagati e un tesoro di quasi venti milioni di euro reinvestito poi in alberghi, ristoranti, negozi e beni di lusso. È una storia (quasi) tutta agrigentina quella della maxi truffa sul “bonus facciate” portata alla luce da una delicata indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Agrigento e dai carabinieri di Verona. L’inchiesta, inizialmente coordinata dalla procura della Città dei Templi, passa in un secondo momento a quella di Verona. Due delle dieci persone arrestate sono nate e operano in provincia e, in particolare modo a Canicattì. Si tratta di Enrico Schembri, imprenditore di 42 anni attivo sul territorio con alcune società, e Francesco Guccione, 47 anni di Canicattì. Entrambi sono finiti agli arresti domiciliari. Al primo, a cui sono stati sequestrati 1,5 milioni di euro, si contesta il ruolo di procacciatore di imprese al fine della cessione dei crediti mentre per il secondo, ritenuto
…continua a leggere
Tutti i diritti dei contenuti presenti in questo articolo sono della fonte e vengono riportati solo per “diritto di breve citazione” (art. 70 Legge n. 633/1941), indicando sempre la fonte, con relativo link al sito di provenienza. Leggi il Disclaimer.