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Bonus facciate nel caos tra decreto Antifrode e ponteggi introvabili – La Stampa

La corsa al bonus facciate, che ha reso di fatto introvabili ponteggi e impalcature, subisce una pesante battuta d’arresto nell’ultima parte dell’anno. A segnare uno spartiacque tra la frenesia di beneficiare della super detrazione al 90% che ha caratterizzato i primi dieci mesi dell’anno e l’attuale fase di stallo è stato il cosiddetto decreto Antifrode, varato dal governo Draghi e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 novembre, in attesa di essere convertito in legge.

Tale provvedimento, spiega Stefano Marchello, commercialista e consulente dello studio di amministrazione condominiale torinese Stemar srl, «come già avvenuto per il Superbonus al 110%, pone due principali condizioni per potere beneficiare del bonus facciate: l’asseverazione da parte di un tecnico sulla congruità dei prezzi e un visto di conformità su documentazione e procedure. E, per quanto riguarda in particolare l’asseverazione, in attesa che con la conversione in legge del decreto ci possa essere un listino prezzi ufficiale, al momento vige una fase transitoria in cui si fa riferimento a quotazioni che sono molto più basse di quelle effettive». Non è un mistero che, nel settore dell’edilizia, i prezzi nell’ultimo anno si siano letteralmente impennati, uno po’ perché le quotazioni delle materie prime sono cresciute a livello mondiale, e un po’ per effetto della stessa “corsa al bonus”, che ha spinto al rialzo anche i preventivi.

Un discorso a parte meritano le impalcature per pulire le facciate dei palazzi, che restano introvabili. Se, tanto per citare un esempio, si contatta il Gruppo Di Falco, che opera a Milano nel settore del noleggio e montaggio di ponteggi per l’edilizia, domandando la disponibilità di impalcature per la ristrutturazione di facciate, la risposta è che manca il materiale da qui sino a maggio. In altri termini, tutti i 900mila metri quadri di ponteggi che costituiscono il cuore del parco mezzi della ditta sono impegnati fino a quasi la metà del prossimo anno. Una sostanziale carenza che, abbinata al “caro materie prime” generale, ha spinto al rialzo i prezzi delle impalcature.

«Un po’ per i ponteggi, un po’ perché in generale i prezzi dell’edilizia sono cresciuti molto nell’ultimo anno – riconosce Marchello – in questa fase, può risultare difficile asseverare la congruità dei prezzi delle ristrutturazioni delle facciate, anche considerando che la scadenza per la cessione dei crediti riferiti al 2021 è fissata a marzo 2022». Non bastasse, il commercialista torinese segnala che esiste anche un certo grado di incertezza, che dovrebbe poi venire eliminato dalla legge vera e propria, circa la modalità con cui debbano essere fatturate le spese sostenute per ottenere l’asseverazione e il visto di conformità.

Tra i paletti imposti e la situazione di incertezza che ha creato, il decreto Antifrode, con il nobile obiettivo di contrastare le truffe e in generale le operazioni irregolari che si stavano moltiplicando, ha frenato la corsa al bonus. «Introdotto già a partire dal 2020 ma sostanzialmente bloccato dalla pandemia – racconta Marchello – il beneficio fiscale legato alla pulizia delle facciate di case e palazzi è decollato nel 2021, sebbene anche quest’anno non siano mancate le difficoltà a organizzare le assemblee condominiali necessarie ad avviare i lavori». Merito principalmente della consistente detrazione offerta: ben il 90% delle spese sostenute, come si legge sul sito dell’Agenzia delle entrate, «per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in determinate zone, compresi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna».

E qui si arriva a un’altra importante novità introdotta dal governo Draghi: la bozza di manovra prevede per il 2022 una riduzione della detrazione al 60% delle spese. Ecco perché la corsa al bonus facciate sembrava avere acquistato slancio proprio subito prima del decreto Antifrode. Non solo. Come fa notare Marchello, «un interpello dell’Agenzia delle entrate e una interrogazione parlamentare avevano anche chiarito che, per potere beneficiare della detrazione al 90%, bastava che il 10% a carico del committente fosse pagato entro la fine del 2021 anche se i lavori non erano ancora stati ultimati». Ma a sparigliare le carte in tavola è arrivato il decreto Antifrode.

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