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Bonus facciate, sui cantieri si corre. L’allarme dei sindacati: “Troppi incidenti sul lavoro” – La Repubblica Firenze.it

Sui ponteggi edili, a decine di metri di altezza dal suolo, si corre, si salta da un tavolone all’altro, c’è fretta e stanchezza. E invece sarebbero consigliati calma, prudenza, riposo. È la frenesia da bonus fiscali in scadenza. A fine dicembre è fissato il de profundis per far pagare allo Stato il 90% dell’abbellimento delle facciate di case private. Entro metà giugno 2022 per molti finirà l’opportunità superbonus 110%. Fino a qualche settimana fa, nessuno ci credeva che i bonus fiscali non sarebbero stati prorogati. Invece Draghi ha tenuto fede alle minacce di stretta. E così è iniziata la corsa per non perdere i benefici fiscali, trascurando più che in passato la sicurezza dei lavoratori. “Fermiamoci finché siamo in tempo, se non si vuole mettere a repentaglio la vita dei lavoratori, la legge di stabilità può ancora decidere di spostare i termini dei bonus, noi lo chiediamo da tempo”, dice Giulia Bartoli, segretaria della Fillea Cgil Toscana che oggi coi colleghi partecipa ad una manifestazione a Roma, anche per chiedere la patente contro le irregolarità nei cantieri e un pensionamento anticipato per chi lavora sui ponteggi.

A fine 2018, al termine di 10 anni di crisi nera dell’edilizia, in Toscana le costruzioni avevano messo alla porta 27 mila lavoratori. C’erano anche tanti stranieri. Molti, scoraggiati, se ne tornarono in patria, oppure cercarono lidi più felici per l’occupazione, in Germania, in altri Paesi europei. In tre anni, nelle ultime settimane, la situazione si è completamente rovesciata. Quelli rimasti a spasso dei 27 mila lavoratori espulsi a fine 2018, sono stati tutti riassorbiti. E non bastano a rispondere alla domanda. “Le imprese edili non trovano lavoratori – dice Bartoli – E sono costrette a mandare sessantenni e ultra sessantenni a faticare sui ponteggi e sulle gru. Pericoloso, molto pericoloso. Non è un caso che abbiano tra i 45 e i 64 anni la maggior parte dei 1.877 infortunati nell’edilizia toscana nei primi nove mesi dell’anno: +23,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima”.

Si è perso il conto dei cantieri edili attualmente aperti. Mancano le gru, i ponteggi. E quando è possibile, per piccoli lavori, si usano i molto meno stabili e sicuri trabattelli. Oppure lavoratori senza competenze si improvvisano operai di edilizia acrobatica: quelli che scalano le pareti senza ponteggi e lavorano in sospensione agganciati a funi di sicurezza come fossero scalatori di montagna. Pericoloso, molto pericoloso. “La mancanza di formazione del personale è un’altra minaccia alla sicurezza”, dice Bartoli. “E poi non si trovano le materie prime, oppure si trovano a prezzi ribassati o di scarsa qualità. E in questo ultimo caso la committenza rischia di farsi consegnare un lavoro di qualità scadente”, aggiunge Bartoli.

Ma come si è arrivati a questo fine anno turbolento? Lo spauracchio della cancellazione o della sostanziosa riduzione dei bonus fiscali, comparso poche settimane fa con la bozza di legge finanziaria, ha dato un’accelerata spaventosa alle costruzioni private. E si capisce perché. Per un lavoro di rifacimento di una facciata da 30 mila euro, il privato si vede restituire 27 mila euro dallo Stato in rate uguali per 10 anni, se invece cede il credito alle Poste, tra qualche settimana vedrà riaccreditarsi sul conto corrente 22.410 euro. Ad una condizione, però: che i lavori siano finiti e pagati entro fine anno. E questa scadenza non era nota fino a poco tempo fa. Altro esempio: il privato non condomino che spende 100 mila euro per opere di efficientamento energetico con bonus fiscale 110%, recupererà 110 mila euro (più di quanto speso) in appena 5 anni se porterà in detrazione fiscale la spesa, oppure subito 103 mila euro (sempre più di quanto speso) se vende il credito alle Poste. Ma purché finisca i lavori e paghi il 60% delle fatture entro metà giugno prossimo. E anche questa scadenza è stata ufficializzata da poco.
Per rispettare la scadenze e non perdere il bonus, ci si inventa di tutto. Illecito. E lecito. C’è chi paga ora come già svolti lavori da fare ma poi si fa garantire le fatture con fideiussioni da parte delle imprese edili. Ma è la corsa contro il tempo l’espediente preferito. E anche il più pericoloso per i lavoratori. “Il fatto, tra l’altro – spiega Bartoli – è che i bonus sono partiti tra vincoli burocratici, incertezze interpretative, mancanca di regolamenti attuativi e circolari esplicative. Così i lavori sono iniziati alla chetichella a settembre di un anno fa, per poi accelerare fino a dicembre 2020, proseguire la corsa quest’anno e sprintare in queste ultime settimane”.
“I ritmi frenetici, i turni lunghi, la stanchezza sono i primi nemico della sicurezza e la prima causa degli infortuni sul lavoro – conclude Bartoli – Il secondo nemico sono la rinuncia ai vincoli formativi e di sicurezza che sono la conseguenza del voler fare tutto alla svelta. Occorre rallentare, fermarsi”. Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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