

Pur se frazionati e apparentemente minori, diversi interventi
nel loro insieme possono determinare una trasformazione
sostanziale dell’immobile e configurare un abuso edilizio.
Non solo: quando i lavori comportano un cambio di
destinazione d’uso da non residenziale a residenziale e
sono eseguiti senza il necessario titolo abilitativo, le
conseguenze possono essere rilevanti.
Cambio di destinazione d’uso da non residenziale a
residenziale: ci vuole il permesso di costruire?
A spiegarlo è il TAR Lazio con la sentenza del
12 maggio 202, n. 9067 in relazione all’ordine di
demolizione ingiunto da un’Amministrazione per una serie di
opere realizzate in assenza dei necessari titoli abilitativi,
consistenti in:
- realizzazione di un portico e di un terrazzo sovrastante, con
scala in ferro di collegamento; - realizzazione di una pensilina lungo due lati
dell’edificio; - modifica delle tramezzature interne e dei prospetti;
- cambio di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale
di porzioni del piano seminterrato e della veranda; - realizzazione di un manufatto in cemento con destinazione d’uso
residenziale.
Il ricorrente
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