

Una delle questioni più dibattute in ambito di lavori pubblici è
la possibilità di ribasso sui costi della
manodopera rispetto al valore complessivo dell’appalto,
con scelte da parte della giurisprudenza e delle SA non sempre
univoche.
In vigenza del nuovo Codice dei Contratti (d.Lgs. n.
36/2023), si sta sempre più affermando il principio
secondo cui i costi della manodopera possono essere ribassati,
purché l’indicazione di una cifra inferiore sia
giustificata in maniera congrua.
Appalti pubblici: come ribassare i costi della manodopera?
A spiegarlo è il TAR Basilicata con la sentenza
del 13 giugno 2025, n. 360, con cui ha respinto il
ricorso di un OE, originario aggiudicatario di una
procedura negoziata, ex art. 50, comma 1, lett.
e), del d.lgs. n. 36/2023, per incongruità dell’offerta
economica sulla quale aveva offerto un ribasso del
45%.
Nel disciplinare, la stazione appaltante aveva dettagliato
l’importo complessivo dell’appalto – pari a € 205.288,54 –
suddiviso
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