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Da Bruxelles a Roma fino a Milano: nuove risorse per l’agricoltura – Cremonaoggi

Si prospetta un fine d’anno intenso e ricco di aspetti economico finanziari per l’agricoltura italiana e lombarda. Tre sono i fronti finanziari aperti sui cui si sta lavorando. Due a livello nazionale con un occhio attento alle indicazioni future dell’Unione europea ed uno lombardo con la riapertura di numerosi bandi legati al Piano di sviluppo rurale.

A livello nazionale l’agricoltura italiana si gioca senz’altro la partita più delicata perché si deve mettere a punto entro il 31 dicembre il Piano strategico nazionale propedeutico all’attuazione della nuova Pac, Politica agricola comune, che vale circa 60 miliardi l’anno per il periodo dal 2023 al 2027. La quota spettante all’Italia è di cinque miliardi ma, a differenza degli altri anni, i paesi membri hanno una certa facoltà di indirizzare le risorse secondo indirizzi interni contenuti appunto nel Piano strategico nazionale. Intanto va detto che le risorse complessive rispetto alle precedenti programmazioni hanno subito un taglio del 15%. Sulla redazione di questo progetto l’Italia è in forte ritardo. Le ragioni? Devono essere presi degli indirizzi che andranno a condizionare la distribuzione delle future risorse europee della Pac e che quindi fanno discutere. Tra i temi più scottanti, la ripartizione degli aiuti diretti con il problema della convergenza interna in primo piano che, si stima,  possa andare da un minimo dell’85% fino alla scomparsa dei titoli che negli ultimi anni hanno garantito il “diritto” ai pagamenti della Pac. Altri argomenti scottanti sono il pagamento redistributivo che prevede un prelievo del 10%, per un totale di 320 milioni, che andrebbero a  finanziare i piccoli produttori a cui andrebbe un pagamento maggiorato per i primi 15-25 ettari coltivati. Ma ancora in forte discussione sono i pagamenti degli “ecoschemi”, che hanno un valore di 900 milioni di euro; il tetto massimo agli aiuti per superficie e i pagamenti accoppiati. Nel complesso si tratta di decisioni molto delicate che devono essere prese perché comportano una netta redistribuzione delle risorse della Pac che già soffre di una decurtazione significativa di cui l’Italia si deve assumere le responsabilità. Come ha detto Paolo De Castro, “questa volta non si potrà poi dare la responsabilità a Bruxelles della destinazione dei finanziamenti”. In ogni caso, da questo quadro e dalla conseguente redistribuzione delle risorse la zootecnia ne dovrebbe uscire piuttosto penalizzata visto che era una dei principali fruitori dei titoli Pac.

Intanto il Governo sta lavorando alla legge di bilancio che è approdata in questi gironi al Senato con una proposta finanziaria di 2 miliardi di euro da destinare al settore agricolo per migliorare la competitività delle filiere e favorire i giovani agricoltori sotto i 40 anni. Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha sottolineato l’impegno a stanziare fondi maggiori rispetto al passato. Con questi si vanno a garantire anche l’istituzione del Fondo mutualistico nazionale a copertura dei rischi catastrofali, con uno stanziamento di 690 milioni di euro fino al 20217, e per sostenere più efficacemente la gestione del rischio da parte delle imprese agricole; poi la proroga dell’esenzione Irpef dei redditi agrari e dominicali, il rinnovo del bonus verde ed importanti finanziamenti a favore delle foreste e della zootecnia. Sul fronte del sostegno finanziario, sono previsti 80,5 milioni di euro destinati ad Ismea per concedere finanziamenti e concessioni di garanzia a favore di imprenditori agricoli, ai giovani e all’imprenditoria femminile, ma anche 50 milioni di euro da destinare alle Regioni per coprire anticipi funzionali al credito di soccorso.

Infine, il terzo livello di intervento economico – finanziario lo si è registrato in Lombardia, dove il presidente della Regione, Attilio Fontana, e l’assessore all’agricoltura, Fabio Rolfi, hanno presentato l’apertura di nuovi bandi del Psr per un totale di 400 milioni di euro, a valere per i prossimi due anni, come misura transitoria in attesa della entrata in vigore di quelle future legate alla prossima Pac. La misura principale, con 70 milioni di euro, è la 4.1, la più attesa dal comparto agricolo perché va a finanziare investimenti legati a redditività, competitività, e sostenibilità delle aziende agricole, ma anche, e questa è una novità, la possibilità di finanziare la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili; poi altri 9 milioni di euro per gli agriturismi, pesantemente colpiti dalla pandemia, e 10 milioni per una migliore e più efficiente gestione degli effluenti di allevamento.

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