

Quando un intervento di demolizione e ricostruzione può essere
qualificato come “ristrutturazione edilizia”? Qual è il significato
da attribuire oggi al concetto di “diverso sedime”? Fino a che
punto è possibile traslare volumetrie, anche su un lotto distinto?
E quali implicazioni comporta tutto ciò per la rigenerazione urbana
e per il governo del consumo di suolo?
Demolizione e ricostruzione su area diversa: la svolta del
CGARS
Domande tutt’altro che banali, che continuano ad animare sia il
lavoro quotidiano dei tecnici che la giurisprudenza amministrativa,
spesso chiamata a sciogliere i dubbi interpretativi derivanti da
una normativa che, seppur datata e più volte modificata per provare
a rincorrere una realtà in costante evoluzione, finisce per
alimentare ulteriore incertezza interpretativa.
È quello che accade quotidianamente a chi si confronta con il
d.P.R. n. 380/2001
(Testo Unico Edilizia). Una norma che ha ampiamente superato il
ventennio di applicazione ma che, proprio a causa di continui
interventi legislativi, alimenta non pochi dubbi interpretativi
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