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Dl Sostegni, dall’Imu alle auto elettriche: alla Camera 4mila richieste di intervento – Il Sole 24 ORE

I punti chiave

4′ di lettura

Soprattutto il lavoro, con il braccio di ferro all’interno della maggioranza sul blocco dei licenziamenti. Ma anche nuove risorse per finanziare gli incentivi all’acquisto delle auto elettriche, lo stop all’Imu per gli immobili soggetti al blocco degli sfratti a causa della crisi scaturita dall’emergenza coronavirus. E poi ancora un accesso più esteso per le partite Iva all’anno bianco dei contributi, il rifinanziamento della Nuova Sabatini e la semplificazione del Superbonus 110% per l’edilizia.

Ancora una volta una pioggia di emendamenti avanzati dai gruppi parlamentari – quasi 4mila – si è abbattuta in Commissione bilancio della Camera su un provvedimento destinato a sostenere chi è stato travolto dalle misure restrittive adottate per contenere il Covid-19. Ancora volta si delinea lo scenario di un decreto “omnibus”, che potrebbe concludere l’iter di conversione imbarcando novità su molteplici ambiti, con conseguente aumento dell’articolato finale.

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A presentare il maggior numero delle proposte di modifica è stata Forza Italia con 767 richieste. All’interno della maggioranza, sono oltre 500 quelle giunte sia dal Pd, sia dal M5S e dalla Lega. Italia Viva ne ha depositate 298 e LeU circa 120. Da Fratelli d’Italia sono arrivati invece 540 emendamenti. Il totale esatto, ha chiarito il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Fabio Melilli, è di 3.925.

Il dossier prioritario: cercansi intesa su licenziamenti

Insomma, ci sarà spazio per affrontare una moltitudine di temi, dalle partite Iva al Superbonus, ma questa volta rispetto alle precedenti edizioni si delinea un dossier “forte”: sarà il lavoro, e in particolare il blocco dei licenziamenti, questa volta il capitolo che richiederà lo sforzo principale di sintesi. Uno sforzo di sintesi che, dopo una non facile trattativa all’interno della maggioranza, porterà a una scrematura delle proposte di modifica, con l’individuazione dei cosiddetti “segnalati”, quelli cioé sui quali i gruppi parlamentari chiedono ci sia almeno un voto. Si tratta, dunque, delle proposte di modifiche considerate veramente “irrinunciabili”.

Pd, in emendamento stop licenziamenti selettivi fino al 30 settembre

Per quanto riguarda il blocco dei licenziamenti, a dividere la maggioranza resta la questione della selettività: l’idea piace al Pd che la rilancia e la difende anche da quanti intravedono rischi di incostituzionalità. Due emendamenti targati Dem vanno infatti in quella direzione. Il primo prevede 13 settimane di cassa Covid aggiuntiva a chi sottoscrive un accordo sindacale per non licenziare. Il testo, di fatto, proroga dal primo luglio al 30 settembre – per chi utilizza tutto il monte ore a disposizione – il blocco dei licenziamenti per i settori ancora in crisi. Il secondo prevede la proroga del blocco per i lavoratori del settore del tessile e della pelletteria, messi in ginocchio dalla crisi del Covid. Ai datori di lavoro operanti nei settori economici dell’industria tessile, della fabbricazione di articoli in pelle e simili, della confezione di articoli di abbigliamento e confezione di articoli in pelle e pelliccia sono «riconosciute ulteriori 15 settimane nel periodo compreso tra il primo luglio e il 31 ottobre 2021», si legge nell’emendamento. Nel periodo di fruizione della Cassa Covid le imprese interessate non potranno licenziare. L’indicazione dei settori – oggetto dei dubbi di alcuni che paventano il pericolo di scelte arbitrarie e dunque contestabili davanti ai giudici – spetterebbe a un decreto ministeriale (del Lavoro e dello Sviluppo economico).

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