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Il Decreto Aiuti bis slitta per la lite sul Superbonus. Per bollette e imprese tesoretto da 12 miliardi – Corriere della Sera

Il Decreto Aiuti bis slitta per la lite sul Superbonus. Per bollette e imprese tesoretto da 12 miliardi - Corriere della Sera

Il secondo decreto Aiuti, 17 miliardi di «ossigeno» per famiglie e imprese gravate dal peso insostenibile delle bollette energetiche, è bloccato al Senato per lo scontro tra i partiti che litigano sul superbonus. E slitta anche l’approvazione in Consiglio dei ministri del terzo decreto Aiuti, che Mario Draghi voleva a ogni costo entro oggi sul tavolo di Palazzo Chigi. Il ministero dell’Economia ha trovato un «tesoretto» che arriva dall’extragettito tributario, grazie al quale il decreto dovrebbe valere qualcosa come 12 o 13 miliardi. Ma il via libera al provvedimento sarà in due tempi, come avvenuto ad agosto. Perché il ministro Daniele Franco ha bisogno di qualche giorno in più per avere certezza sulle coperture finanziarie disponibili.

Dopo molte riunioni e qualche tensione tra presidenza del Consiglio e via XX Settembre, si è deciso che giovedì alle 15 si terrà il Consiglio dei ministri per certificare le risorse disponibili, anche perché fino a ieri quelle aggiuntive non erano ancora ufficialmente note. La riunione del Cdm partorirà una «relazione al Parlamento sull’aggiornamento dell’assestamento di bilancio». Formula complicata per dire che il governo chiede a Camera e Senato l’autorizzazione a usare i fondi che arrivano dal maggior gettito fiscale incassato dallo Stato, per finanziare i sostegni alle aziende e agli italiani in difficoltà. Il secondo step sarà un nuovo Consiglio dei ministri, probabilmente giovedì prossimo, per varare il decreto vero e proprio che nel frattempo sarà stato approvato dal Parlamento. La mossa di Draghi è anche un atto di trasparenza istituzionale verso il successore.

A Palazzo Chigi intanto è allarme per l’iter parlamentare del secondo decreto Aiuti, slittato a martedì. La clessidra è agli sgoccioli, i cittadini aspettano, ma i partiti si azzuffano. L’accordo di ritirare tutti gli emendamenti per velocizzare l’approvazione è saltato, il M5S e Alternativa c’é si sono impuntati e hanno fermato i lavori. «Approvare il testo così com’è non è accettabile — fa le barricate la capogruppo dei 5 Stelle Mariolina Castellone — Ci sono emendamenti prioritari per evitare il fallimento di 50 mila imprese e aiutare i cittadini che hanno creduto allo Stato utilizzando il superbonus». Gli altri partiti accusano il M5S di voler «rosicchiare voti sulla pelle degli italiani». Stefano Ceccanti, deputato e candidato del Pd, rimprovera «chi ha fatto cadere il governo», cioè Giuseppe Conte. E l’ex premier se la prende con Draghi: «Dovevamo intervenire a febbraio, marzo scorso…». Quando la guerra dell’energia non era ancora scoppiata.

Source: corriere.it

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