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Il giro d’Italia del diacono, in bici da Rimini a Noto. «L’avevo promesso alle suore» – Corriere della Sera

di Elisabetta Rosaspina

Stefano Pagliarani, 64 anni, e quell’invito dopo una statua spedita: «Ti aspettiamo qui». «Peccato non avere foto ricordo: non possono perché sono in clausura»

Don Camillo e Don Matteo non avrebbero dubbi: è stata certamente Santa Teresa a vigilare per quasi tremila chilometri sulle gomme della bicicletta del diacono-ciclista di Rimini. Del resto, è proprio in nome della piccola carmelitana normanna di Lisieux che Stefano Pagliarani, 64 anni, operaio dell’Enel in pensione, ha affrontato in 25 giorni il suo personale e solitario Giro d’Italia. Senza mai bucare, senza infortuni né contrattempi. E senza alcun allenamento specifico. Ma con una promessa, fatta in piena pandemia, da mantenere: «Dopo aver spedito per posta, l’anno scorso, una piccola statua di Santa Teresa alle Carmelitane di Noto, in Sicilia, Madre Agnese ha telefonato per ringraziare: dai, vienici a trovare, mi ha detto. E io, scherzando: certo, vengo in bicicletta!». La superiora però l’ha preso sul serio: «Vieni come ti pare, ti aspettiamo». Uomo di chiesa e di parola, Pagliarani non si è tirato indietro.

In sella alla fida «Guendalina»

La fida «Guendalina», una bici da corsa carica di borse per la sopravvivenza del suo proprietario, è arrivata al monastero dopo nove giorni, costeggiando l’Adriatico sulle strade statali, ed è tornata alla base risalendo dal lato tirrenico, sempre sulle statali, senza lasciarsi intimidire dall’incessante spostamento d’aria provocato dai tir che la sfioravano, superandola a 80 all’ora. Né dalle buie gallerie degli Appennini, alle quali la tenace Gravel Scott — priva di fanali — non era avvezza (e forse nemmeno abilitata): «Ma mi ero attrezzato con torce elettriche» garantisce il protagonista. E comunque «Guendalina», acquistata con il bonus mobilità 2020, è stata preparata dallo stesso meccanico che aveva affiancato Jovanotti in Cile, il forlivese Augusto Baldoni. Incerti se ritenerla un’impresa spirituale o sportiva, le cronache locali hanno esaltato soprattutto le prestazioni atletiche dell’avventuroso diacono: il tappone da 196 chilometri tra Soverato e Messina, attraverso la punta dello Stivale, il quotidiano impegno sui pedali dalle 6 del mattino alle 5 del pomeriggio, la tappa aggiuntiva a Portopalo di Capo Passero, il lembo più meridionale della Sicilia. Intrapresa così, giusto per tagliare un altro traguardo .

Al corso per diacono

Ma dietro alla missione di cui si è investito Stefano Pagliarani c’è molto di più. C’è una parrocchia riminese, dal 1996 punto di riferimento per i devoti italiani di Suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, dottore della Chiesa, morta a Lisieux a soli 24 anni, nel 1897: «Al paese — conferma Pagliarani — abbiamo più statue di Santa Teresa che della Madonna». C’è un ex operaio, entrato all’Enel di Bologna a 17 anni — «ero il più giovane» —, cattolico ma poco praticante fino ai 35 anni. «Poi alcune vicende famigliari turbolente mi hanno spinto a cercare sostegno spirituale». Lo ha trovato al corso per diaconi: «Non sono rimasto in seminario. Non ho la vocazione e non amo i vincoli definitivi». Comunque, 25 anni fa, Stefano Pagliarani è stato ordinato dal vescovo ministro e lettore della parrocchia di Santa Giustina dove, quello stesso anno, sono arrivate dalla Normandia, per la prima volta in Italia, le reliquie di Santa Teresa. Nel 2006 il primo viaggio a Noto, per accompagnare le reliquie al convento delle Carmelitane, dove il quasi-diacono è ormai un ospite quasi-abituale.

Il rientro con le reliquie di Santa Teresa

La traversata dell’Italia in bici è stata premiata da un’accoglienza festosa al monastero: le foto e i video del suo diario di bordo lo immortalano nella cappella, nel refettorio e davanti alle grate che separano le suore di clausura dal mondo esterno. «Non possono farsi fotografare con me» comprende, ma si rammarica, Pagliarani. Che si prepara a ripartire in pulmino per Lisieux il 18 agosto: 1.300 chilometri in giornata. «Non da solo, ma guiderò io: sono l’autista di Santa Teresa» scherza. Tornerà puntuale a Rimini il 21, con le reliquie, per una settimana di celebrazioni.

28 luglio 2021 (modifica il 28 luglio 2021 | 22:46)

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