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l Pnrr italiano in 9 capitoli: la guida di EuropaToday – Associazione L’agone Nuovo – L’agone

Ecco cosa prevede il maxi piano di investimenti da circa 220 miliardi concordato con Bruxelles

Dal Mezzogiorno alla digitalizzazione, passando per il Green Deal e le tanto agognate riforme strutturali. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dell’Italia è partito da qualche mese. Ma il primo vero esame è atteso per la fine del 2021. EuropaToday ha realizzato una guida a puntate per orientarsi nel maxi piano di investimenti da circa 220 miliardi concordato con Bruxelles. E che dovrebbe proiettare il Paese non solo fuori la crisi del Covid, ma anche verso il futuro, attreverso le sfide della transizione ecologica e del digitale. Ecco in nove punti cosa prevede.

RECOVERY ART E TURISMO DIGITALE – Scommettere sui borghi e sul restauro del patrimonio culturale, ma anche nella competitività delle imprese. Il capitolo turismo e cultura, destinatario di 6,68 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, mira a rilanciare il legame tra l’arte e le attività economiche che ruotano attorno al business delle vacanze. Il documento italiano usa parole come brand e immagine per definire il ruolo del patrimonio culturale nella ripresa del Paese. Ma si fa attenzione anche ai rischi del cosiddetto overtourism, l’invasione del turismo di massa che rappresenta un pericolo per lo sterminato patrimonio artistico del Belpaese. L’articolo completo

LOTTA AL LAVORO NERO – Rendere il lavoro regolare più conveniente di quello in nero e contrastare con forza i datori di lavoro che sfruttano la manodopera irregolare. Questi i due punti cardine del Piano d’azione contro il lavoro sommerso che l’Italia dovrà mettere in campo entro il 2022 secondo la tabella di marcia fissata dal Recovery fund. Quello del lavoro in nero in Italia non è certamente un fenomeno nuovo e il Paese è stato più volte destinatario di raccomandazioni dai funzionari di Bruxelles perché venga aumentata la pressione su chi non rispetta le regole. Richieste ora ascoltate dal governo italiano che ha fissato una serie di impegni nel Piano nazionale di ripresa e resilienza proprio per contrastare l’illegalità sul lavoro. Promesse che andranno rispettate per evitare di perdere i preziosi fondi di ripresa. L’articolo completo

GLI INVESTIMENTI SULLA SALUTE – Strutture capaci di offrire assistenza sanitaria nei territori dove oggi si fa fatica anche a trovare un medico di famiglia e alle quali verrà assegnato anche il compito di assistere i malati cronici, avvicinando la sanità pubblica al paziente. L’idea delle Case della Comunità, unita al rafforzamento dell’assistenza domiciliare e allo sviluppo della telemedicina, è contenuta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza presentato dall’Italia. Il disco verde dell’Ue all’uso del Recovery Fund per queste strutture stabilisce la tabella di marcia per metterle in piedi. L’articolo completo

IL FONDO PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE – Giovane, donna, meridionale. L’identikit della categoria più colpita dalla crisi economica scatenata dalla pandemia è contenuto nella premessa del Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato da Bruxelles. A conti fatti, la situazione di svantaggio della popolazione femminile porta con sé ripercussioni negative sull’intera economia italiana. Un motivo in più, tanto per il governo quanto per le istituzioni Ue, per provare a invertire la rotta con l’aiuto del Recovery Fund. L’articolo completo

IL RECOVERY DELL’ISTRUZIONE – Affrontare le carenze strutturali della scuola per incoraggiare “una economia ad alta intensità di conoscenza” capace di fermare la fuga dei cervelli. Dopo transizione verde e digitalizzazione, la terza ‘missione’ del Recovery Plan italiano per quantità di finanziamenti Ue è quella dell’istruzione e della ricerca. A questo capitolo andranno in totale quasi 31 miliardi di euro, due terzi dei quali verranno usati nel potenziamento dell’offerta scolastica e accademica. Oltre 11 miliardi saranno invece destinati alla ricerca e all’innovazione. L’articolo completo

ECOBONUS, SCUOLE E TELERISCALDAMENTO – Ecobonus, efficientamento energetico degli edifici e teleriscaldamento. Questi saranno i tre pilastri della politica di riqualificazione degli immobili sia pubblici che privati prevista dal governo e concordata con l’Europa nell’ambito del programma Next Generation EU. Gli interventi, finanziati con oltre 15 miliardi di euro del Recovery Fund, sono volti a incoraggiare le ristrutturazioni edilizie e la sostituzione dei sistemi obsoleti e inquinanti. L’articolo completo

ALTA VELOCITÀ E TRENI A IDROGENO – Prima tra i grandi Paesi Ue per numero di auto in strada e maglia nera per la rete ferroviaria. Questa è la condizione italiana di svantaggio nei trasporti che il Belpaese dovrà cercare di lasciarsi alle spalle nei prossimi anni per ricevere tutte le risorse per la ripresa messe sul piatto dall’Ue. Il piano presentato dall’Italia lo scorso 30 aprile si pone infatti l’obiettivo di “rafforzare ed estendere l’alta velocità” a livello nazionale e “potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno”. Al programma di investimenti sulle “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” verranno destinati oltre 25 miliardi del Recovery Fund. Che arriveranno solo se il governo di Roma manterrà gli impegni presi. L’articolo completo

RETE 5G E SERVIZIO CIVILE DIGITALE – Mettere su una rete 5G che abbraccerà tutta l’Italia, portando la velocità di connessione ad almeno un gigabit per secondo su tutto il territorio nazionale. Ma anche investire sulla formazione con l’ausilio di 9.700 volontari che daranno vita al Servizio civile digitale, un progetto triennale per diffondere l’uso di internet nell’intero Paese. Questi sono solo due degli obiettivi in materia di digitalizzazione che l’Italia dovrà raggiungere entro i prossimi anni per ricevere tutti i fondi di Recovery promessi da Bruxelles. L’erogazione degli ormai famosi 191,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti è infatti legata al raggiungimento di veri e propri traguardi, molti dei quali si concentrano sui punti deboli dell’Italia, a partire dalle carenti competenze digitali e dallo scarso uso dei servizi internet da parte dei cittadini e delle imprese. L’articolo completo

PROCESSI RAPIDI – Dalla prescrizione al numero dei magistrati, passando per la giusta durata del processo. Le parole chiave e le polemiche sulla riforma della giustizia – meglio nota con il nome della ministra che l’ha proposta, Marta Cartabia – pochi mesi fa hanno rubato la scena su quotidiani e telegiornali facendo passare in secondo piano i traguardi stabiliti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il programma proposto dal governo italiano lo scorso 30 aprile e approvato dalla Commissione europea il 22 giugno prevede due obiettivi molto chiari in materia di giustizia: entro il 30 giugno 2026 l’Italia dovrà ridurre la durata dei processi penali del 25% e quella dei processi civili del 40%. L’articolo completo

(RomaToday)

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