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La Be Factory di Rovereto – Infobuild

Dopo due anni di lavori, l’ex Manifattura Tabacchi ritorna a nuova vita. Nei nuovi edifici ospiterà l’hub della green & sport economy. L’intervento, voluto da Trentino Sviluppo e realizzato con fondi europei, vale oltre 45 milioni di euro. Otto fabbricati su undici realizzati con strutture in legno. I vantaggi della produzione off-site

Vista dall’alto dell’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto

Vista dall’alto dell’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto (credits, Trentino Sviluppo)

Indice degli argomenti:

Ci sono voluti due anni, un mese e sette giorni per concludere i lavori di riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto.

In sostituzione della vecchia fabbrica di Borgo Sacco, centro medievale affacciato sull’Adige, trova ora spazio Be Factory, un hub della green & sport economy, voluto da Trentino Sviluppo per ospitare aziende e centri di ricerca.

L’opera di rifunzionalizzazione dell’antica fabbrica della metà dell’Ottocento è iniziata diversi anni fa con il masterplan di Kengo Kuma del 2010.

I nuovi edifici, progettati secondo criteri di efficienza energetica e a contenuto impatto ambientale, ospiteranno aziende innovative presenti nei settori della tutela dell’ambiente, delle biotecnologie, della mobilità sostenibile, dell’industria dello sport e dell’edilizia

Alto il valore dell’operazione: 45,6 milioni di euro, provenienti dai fondi di sviluppo europeo (80% Fsc e 20% Fesr), che hanno generato un importante indotto sul territorio, coinvolgendo complessivamente 80 imprese, di cui 40 trentine, e dato lavoro a 600 addetti, tra tecnici e operai.

Be Factory di Rovereto, Costruzione della copertura

Costruzione della copertura (credits- Colombo Costruzioni)

Grande è la soddisfazione di Trentino Sviluppo per il risultato raggiunto, che dopo anni di lavoro vede premiati gli sforzi di una rigenerazione che avrà anche l’effetto di riaprire uno spazio chiuso da decenni. Una riapertura garantita anche dalla realizzazione in copertura di un camminamento pedonale di 18mila metri quadrati di superficie: “il tetto verde più grande d’Italia”, affermano i promotori.

Le nuove funzioni

Il complesso, che si compone di due parti distinte – da un lato lo storico edificio dell’Orologio, dall’altra una gradinata e una rampa che si congiungono con la ciclabile lungo il torrente Leno -, è collocato a una quota inferiore rispetto all’ingresso dall’edificio storico: nella parte interrata sono stati realizzati 25mila metri quadrati di moduli produttivi di legno e vetro, nati sul concept progettuale dell’architetto giapponese, e affacciati sulla galleria centrale.

Fasi di costruzione del complesso Be Factory a Rovereto

Fasi di costruzione del nuovo complesso (credits, Trentino Sviluppo)

Con questo intervento Progetto Manifattura – che già ospita nella parte storica riqualificata gli uffici di aziende, centri di ricerca e startup attive nei settori del green-tech, della domotica, della mobilità sostenibile, dello sport e della qualità della vita – completa la propria offerta con un’area pensata per rispondere anche alle esigenze produttive delle imprese.

Da quanto fa sapere Trentino Sviluppo, ad oggi gli spazi occupati e opzionati ammontano al 74% del totale.

I nuovi edifici produttivi si distinguono per l’estetica e le prestazioni delle soluzioni impiantistiche, necessarie a servire produzioni ad alto contenuto di innovazione, con camere bianche e laboratori per la telemedicina, la robotica e lo studio dei materiali.

Fasi di costruzione del complesso Be Factory a Rovereto

credits- Trentino Sviluppo

Nei lavori di ristrutturazione sono stati impiegati sette chilometri di cavi per la fibra ottica, posati oltre 13 mila metri quadrati di pavimentazioni in pietra, gettati più di 30 mila metri cubi di calcestruzzo, prodotti e utilizzati 5.800 metri cubi di pannelli di legno per la struttura portante e 20 mila metri quadrati di facciate continue.

Saranno circa 400 i parcheggi interrati a disposizione delle imprese insediate, dei visitatori e del complesso storico, che sarà finalmente liberato dalla sosta dei veicoli.

La storia della Manifattura Tabacchi

La Manifattura Tabacchi di Rovereto entrò in funzione alla metà dell’Ottocento sviluppandosi rapidamente, tanto che agli inizi del Novecento si contavano duemila addetti.

Dopo la crescita dei decenni successivi, arrivò il declino della coltivazione del tabacco nella Vallagarina.

La facciata storica della manifattura Tabacchi

La facciata storica della manifattura Tabacchi (riproduzione di una foto di Gabriele Basilico- credits Trentino Sviluppo)

Nel 1969 la Manifattura iniziò la produzione su commissione della Philip Morris e, l’anno successivo, furono realizzati i nuovi capannoni, con una linea produttiva altamente meccanizzata.  Il rapporto della Philip Morris con il Monopolio dello Stato proseguì fino al 2000; successivamente Manifattura diventò proprietà dell’Ente Tabacchi Italiani. La produzione si concluse il 31 marzo 2008.

Il masterplan

Su iniziativa della provincia autonoma di Trento, qualche anno dopo la chiusura dello stabilimento nasce Progetto Manifattura. Obiettivo: trasformare la storica fabbrica in un centro di innovazione industriale, un incubatore certificato di start up nei settori dell’edilizia ecosostenibile, dell’energia rinnovabile e delle tecnologie per l’ambiente e per lo sport.

Nel 2009 venne così costituito un gruppo di progettazione composto da Kengo Kuma & Associates, Carlo Ratti Associati, Arup e Kanso- . Al gruppo di progettisti fu chiesto di dare corpo alla visione della nuova manifattura attraverso l’elaborazione di linee guida di progetto.

Nel 2010 viene sviluppato un documento di analisi e di proposte che definì i criteri di progettazione.

L’idea di progetto

Il masterplan di Kengo Kuma si focalizzava sull’integrazione tra vecchio e nuovo, sul rispetto della geometria e delle linee del territorio (come la geometria dei vigneti circostanti), la presenza di un tetto verde di copertura degli spazi produttivi integrato con il contesto e, infine, l’integrazione tra i nuovi spazi con la città e il torrente.

L’intervento si sviluppa su una superficie di circa 50mila metri quadrati con un livello interrato destinato a parcheggio, depositi, locali tecnici e centrale tecnologica e 11 edifici a pianta rettangolare, per una superficie totale lorda di oltre 20mila metri quadrati.

Interni dei nuovi edifici Be Factory a Rovereto

Interni dei nuovi edifici (credits- Trentino Sviluppo)

I lavori sono iniziati nell’agosto 2017. Dopo le fasi di scavo e di realizzazione delle strutture in cemento armato del piano interrato, si è passati alla realizzazione di quelle fuori terra, per lo più caratterizzate da una struttura portante in legno, sia per le elevazioni verticali che per i solai di copertura. Questa scelta, altamente prefabbricata, ha velocizzato le fasi di montaggio, ma ha richiesto una accurata progettazione costruttiva, coordinata tra le varie componenti dell’edificio: strutture, facciate, manti di copertura, lucernari e impianti tecnologici.

I telai degli edifici

L’impostazione generale dell’opera rispecchia i sistemi strutturali già individuati in fase di progettazione definitiva, conseguenti a uno studio architettonico che mirava alla proporzione delle forme, alla definizione di spazi e luci, all’impiego prevalente di materiali, componenti e prodotti in grado di rispondere a criteri di sostenibilità.

Assonometria del complesso Be Factory a Rovereto

Assonometria del complesso: le parti in colore marrone sono il legno, in azzurro quelle in cemento armato (credits, Rubner Holzbau)

La struttura degli otto edifici fuori terra destinati a produttivo è interamente realizzata in legno. Gli edifici appaiono come una sommatoria di corpi di fabbrica tra loro disgiunti alla base e connessi in copertura grazie ad un’ampia zona distributiva centrale (il tunnel), che si ramifica in corrispondenza degli accessi laterali.

Le strutture realizzate nel lotto a sud-ovest del tunnel appoggiano sulla soletta in cemento armato post-teso a copertura del piano interrato; quelle del lotto a nord-est del tunnel sono realizzate su fondazioni lineari in cemento armato.

Le orditure portanti in legno lamellare sono caratterizzate dalla presenza di un modulo strutturale tipo che si ripete a formare il singolo corpo di fabbrica.

Interni dei nuovi edifici Be Factory a Rovereto

Interni dei nuovi edifici (credits- Trentino Sviluppo)

Tale modulo base è costituito da un telaio principale disposto in senso trasversale alla pianta dell’edificio, costituito da una trave a doppia rastremazione, sostenuta da una colonna quadrupla composta, una trave di riva che collega in senso longitudinale due portali principali successivi, una serie di travi secondarie collegate in luce alla trave di riva, colonne isolate afferenti alla trave di riva, una serie di elementi accessori che prolungano idealmente le travi secondarie fino al filo interno della facciata e tiranti metallici di controvento.

Il portale principale

Caratteristica peculiare della struttura, che ne definisce l’aspetto architettonico predominante, è la conformazione del gruppo di colonne che compongono il portale principale.

Queste infatti sono concepite come elementi composti a sezione doppiamente simmetrica, ottenuti attraverso l’assemblaggio di quattro colonne singole divaricate e rese collaboranti tra loro tramite calastrelli di collegamento, anch’essi in legno lamellare.

La connessione dei calastrelli alle colonne è realizzata mediante mezzi di unione a gambo cilindrico, disposti in numero e con geometria tale da essere in grado di trasferire sia azioni di momento flettente che di taglio.

Le rigidezze dei vincoli sono state calcolate sulla base del dettaglio dei singoli nodi, con le rigidezze derivante dalla considerazione dei moduli di scorrimento Kser.

I telai principali posti in corrispondenza dell’interfaccia con il tunnel si distinguono da quelli presenti all’interno degli edifici per le evidenti maggiori dimensioni dell’architrave, che in questo caso deve sostenere l’incremento di carico verticale trasmesso dalle travi di copertura del tunnel praticabile.

Il tunnel centrale e i padiglioni in legno della Be Factory di Rovereto

Il tunnel centrale e i padiglioni in legno (credits, Trentino Sviluppo)

Tale incremento di sollecitazione ha indotto la modifica del vincolo tra l’architrave e le colonne composte: da incastro a semplice cerniera.

Di conseguenza, per garantire un adeguato valore degli spostamenti associati alle azioni orizzontali, si è dovuto intervenire anche sul vincolo alla base delle colonne, introducendo per alcuni specifici portali, la rigidezza rotazionale offerta da una connessione con piastre esterne, collegate sui fianchi delle colonne con viti inclinate a tutto filetto- .

In fase produttiva le piastre sono state nascoste sotto le lamelle in legno che delineano la sezione trasversale delle colonne; ciò per garantire la prestazione di resistenza al fuoco R60 prevista per tutte le strutture.

Le travi del tunnel

Mentre all’interno degli edifici l’elemento strutturale caratterizzante è rappresentato dalle colonne composte dei telai, camminando sotto il tunnel centrale ciò che cattura immediatamente il visitatore è la geometria delle travi che ne scandiscono la copertura, intervallandosi a interasse costante per tutta la sua lunghezza.

L’idea originale della trave, sviluppata in sede di masterplan, prevedeva due elementi lignei trasversali, connessi tra loro da “blochetti di legno” interposti, orientati in direzione ortogonale ai due precedenti, a riprendere incastellature e intrecci con alternanza di vuoti e di pieni, tipici della tradizione costruttiva giapponese.

Tale concetto è stato fedelmente mantenuto attingendo ad alte prestazioni di resistenza e rigidezza raggiungibili con elementi in legno lamellare (le due briglie che compongono la trave sono state realizzate nella classe di resistenza GL32c, con una conseguente ottimizzazione delle dimensioni e delle rispettive connessioni).

Data la particolare tipologia del tunnel, le travi sono state oggetto di specifiche modellazioni per valutarne il comportamento vibrazionale.

La copertura è stata dunque trattata alla stregua di un ponte pedonale imponendo sulle strutture un’eccitazione dinamica ed eseguendo le verifiche attraverso una time history analysis indicato dall’Eurocodice (applicando per i diversi coefficienti presenti nelle formulazioni i valori disponibili in letteratura, si è stimata una frequenza di vibrazione associata al primo modo pari a circa 7 hertz).

I giunti sismici

Sebbene le strutture in elevazione si presentino con una diffusa regolarità e all’interno dei singoli edifici siano facilmente individuabili i medesimi elementi costruttivi, l’opera nel suo complesso presenta una particolarità strutturale assai rilevante e significativa, che ne ha condizionato fortemente la progettazione costruttiva e la realizzazione, pur risultando alla fine dei lavori pressoché impercettibile alla vista dell’utente.

Il posizionamento dei giunti sismici nella Be Factory a Rovereto

Il posizionamento dei giunti sismici (credits, Rubner Holzbau)

In funzione delle azioni sismiche, sono stati posizionati e dimensionati dei giunti sismici tra i singoli edifici, ovvero tra gli edifici e il tunnel, con l’obiettivo di rendere la struttura di ogni spazio produttivo indipendente dal punto di vista sismico.

Il sistema di giunti, che prevede oltre alla disgiunzione fisica tra le strutture in legno anche quella tra le strutture in cemento armato sottostanti, è stato progettato e realizzato con l’obiettivo di minimizzarne l’impatto architettonico ovvero di modificare il meno possibile l’intervallarsi regolare delle travi e delle colonne che disegnano i volumi degli edifici.

La definizione planimetrica dei giunti, oltre a risolvere una richiesta funzionale di impatto rilevante, qual è la prevenzione del martellamento reciproco tra gli edifici, ha permesso una notevole semplificazione delle modellazioni, potendo analizzare separatamente il comportamento simico dei singoli blocchi.

I solai

I solai di copertura sono interamente realizzati con pannelli multistrato di legno a tavole incrociate (Xlam o CL). Tutti i pannelli sono a cinque strati, con spessore complessivo variabile in funzione del loro posizionamento in pianta, tenuto conto delle diverse aree di carico presenti in copertura, sia per carichi permanenti che per le azioni variabili.

Oltre a supportare i carichi verticali, i pannelli di legno realizzano l’irrigidimento del piano in copertura e per questo sono giuntati tra loro con un sistema di viti e graffe metalliche, dimensionate in funzione degli sforzi di taglio generati nel piano di controventamento- .

Analoga soluzione è presente all’interno di due edifici, dove dei pannelli di legno sono utilizzati per la realizzazione dei mezzanini.

La produzione prefabbricata

Tutti gli elementi strutturali, sia quelli in legno lamellare che i pannelli di legno a tavole incrociate, sono stati prodotti e lavorati nello stabilimento Rubner Holzbau di Bressanone.

Fasi di costruzione del complesso Be Factory a Rovereto

Posa del pannello in CL di bordo con la veletta pre-assemblata in stabilimento (credits, Rubner Holzbau)

Le attività in fabbrica sono iniziate settimane prima dell’avvio della posa in cantiere, con l’approvvigionamento delle imponenti quantità di lamelle, le tavole in legno di abete selezionate e classificate per uso strutturale, necessarie alla produzione dei quasi settemila metri cubi di elementi strutturali previsti a progetto.

Ogni elemento è stato tagliato, sagomato e forato con macchine a controllo numerico tipo Cnc, secondo le specifiche distinte predisposte in fase di progettazione costruttiva. In molti casi si è eseguito un vero e proprio pre-assemblaggio in officina, componendo all’interno dello stabilimento i molti elementi strutturali composti previsti. Tale operazione ha interessato soprattutto i pilastri composti dei telai principali e le travi composte del tunnel e dei porticati.

L’elevato grado di prefabbricazione adottato ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di realizzazione e aumentare la precisione e la qualità delle lavorazioni sui singoli pezzi, ma ha anche agevolato, sotto il profilo della sicurezza, le successive operazioni di posa in cantiere.

Né è un esempio la veletta perimetrale prevista sul perimetro della copertura: tale elemento, pre-assemblato in stabilimento sul relativo pannello di copertura in Cl lungo fino a 16 metri e 60 centimetri, è stato utilizzato prima come elemento anticaduta provvisorio nella fase di posa dei pannelli stessi e poi come base di aggancio per il parapetto laterale di protezione utilizzato nelle fasi successive fino a completamento della copertura.

La pianificazione di tutte le attività ha permesso di completare la costruzione degli otto edifici in legno, del tunnel e dei portici di raccordo, compresi i quasi 24mila metri quadrati di pannelli di copertura in Cl e gli oltre 1.100 pilastri il legno lamellare previsti a supporto delle facciate, in poco più di cinque mesi.


Trentino Sviluppo

Dal 1986 Trentino Sviluppo Spa, società controllata dalla Provincia autonoma di Trento, è punto di riferimento sul territorio per la business location, l’attrazione di aziende e investimenti, lo sviluppo di filiere e cluster strategici, l’innovazione aziendale, i progetti di internazionalizzazione, gli interventi “di sistema” a carattere immobiliare-finanziario. È lo “sportello unico” che assiste le aziende interessate a localizzarsi in Trentino, offrendo spazi e immobili produttivi, servizi di consulenza e di accompagnamento. Nel suo patrimonio vi sono oltre 1,5 milioni di metri quadrati di siti industriali e aree produttive.

Rubner Holzbau

È uno dei principali marchi di Rubner, gruppo imprenditoriale di Chienes in provincia di Bolzano, che negli anni è diventata una delle più importanti realtà del settore a livello europeo, con oltre 20 società, stabilimenti di produzione in Italia, Austria, Germania e Francia e una gamma di prodotti che spaziano da case e porte, sino alla progettazione e realizzazione di grandi opere strutturali in legno. La sede di Bressanone è stata il primo sito italiano certificato alla produzione di legno lamellare.

Scheda Progetto Manifattura – Be Factory

  • Località: Rovereto
  • Committente: Trentino Sviluppo
  • Masterplan: Kengo Kuma
  • Progetto architettonico esecutivo: Spaini Architetti Associati
  • Progetto architettonico costruttivo: Colombo Costruzioni
  • Progetto strutturale esecutivo: SCE Project
  • Progetto strutturale costruttivo: Studio Massimo Caola e Rubner Holzbau
  • General contractor: Colombo Costruzioni
  • Direzione Lavori: Michele Ferrari
  • Consulente architettonico a direzione lavori: Studio Artemis
  • Consulente strutturale a direzione lavori: Holzpak
  • Strutture in legno: Rubner Holzbau
  • Superficie area: 50.000 mq
  • Superficie lorda pavimento: 20.000 mq
  • Edifici: 11 (8 in legno)
  • Parcheggi: 400 posti auto interrati
  • Valore delle opere: 45,6 milioni di euro
  • Finanziamento: Fondi europei (Fesc e Fesr)
  • Fine lavori: 15 settembre 2020

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