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Manovra 2021: sgravi casa, reddito di cittadinanza e stop ai navigator. Cosa cambia – Corriere della Sera

Manovra 2021: sgravi casa, reddito di cittadinanza e stop ai navigator. Cosa cambia

La legge di Bilancio arriverà al Senato soltanto nelle prossime ore. Un ritardo che imporrà tempi serrati alla discussione parlamentare della manovra in modo da assicurarne l’approvazione entro la fine dell’anno, tanto che il presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin, pronostica:«la Camera dei Deputati su questa manovra di bilancio non toccherà palla, così come l’anno scorso è successo al Senato». Polemiche a parte l’impianto del testo che verrà trasmesso a Palazzo Madama è quello approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 ottobre, a ostacolare la trasmissione del provvedimento sono state soprattutto le discussioni su misure chiave come pensioni, taglio delle tasse, bonus fiscali e reddito di cittadinanza.

Rispetto ai 185 articoli della versione approvata due settimane fa la bozza prevede ora 219 articoli. Nell’elenco di misure introdotte in seconda battuta figurano i finanziamenti per la manutenzione di strade e scuole (con tanto di stop alle classi pollaio), i fondi per nuove infrastrutture per la mobilità sostenibile, lo sconto di 2 mila euro sull’affitto per gli under 31 che vanno a vivere da soli, la proroga delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa per i giovani. Nella bozza è stata inoltre inserita la possibilità di cedere i crediti di imposta legati ai bonus edilizi fino al 2024. In Parlamento i nodi principali legati alla manovra emergeranno soprattutto in materia di tasse e pensioni. Probabile che un maxi emendamento del governo recepisca le posizioni dei partiti di maggioranza per chiudere la partita.


Una verifica mensile ai centri per l’impiego che prevede solo assenze giustificate. Un’offerta «congrua» (la seconda) senza vincolo territoriale. E l’obbligo di accettarla pena la decadenza del beneficio. Comincia a intravedersi il nuovo reddito di cittadinanza con le novità inserite nella manovra economica, dove, dall’articolo 20, vengono elencati limiti e obblighi per i percettori del sussidio. Così ecco «la ricerca attiva del lavoro verificata presso il centro per l’impiego in presenza con frequenza almeno mensile»; o l’impiego da parte dei Comuni di «almeno un terzo dei percettori di reddito esistenti». Confermato il «decalage» dell’assegno di 5 euro al mese dopo il rifiuto di un’offerta congrua (ma solo se l’assegno non è inferiore ai 300 euro e nel nucleo familiare non c’è un componente con meno di 3 anni) e la decadenza del reddito dopo il secondo no. È «congruo» un lavoro a tempo indeterminato entro 80 chilometri di distanza dalla residenza o raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi pubblici. Si chiude poi il contratto dei 2.500 navigator: a fine anno non verrà rinnovato. Al loro posto le agenzie per il lavoro iscritte all’Albo che potranno «svolgere attività di mediazione tra domanda e offerta.

Nell’articolato della manovra è stata inserita la norma che estende fino al 2024 la possibilità di cedere i crediti d’imposta da parte dei proprietari che hanno eseguito lavori di ristrutturazione edilizia, utilizzando i vari bonus. In particolare la cessione del credito di imposta è prevista per misure come il superbonus (lavori di riqualificazione energetica), il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, il bonus sistemazione a verde, il bonus facciate per il recupero o il restauro delle superfici esterne degli edifici. Per evitare un utilizzo scorretto dei bonus è stato inoltre approvato un decreto legge ad hoc per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche. In particolare, il decreto estende l’obbligo del visto di conformità, previsto ora per la cessione del credito o lo sconto in fattura, anche nel caso in cui il cosiddetto «superbonus al 110%» venga utilizzato dal beneficiario in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi, tranne nei casi in cui la dichiarazione stessa sia presentata direttamente dal contribuente. L’obbligo per il visto di conformità sarà previsto anche in caso di cessione del credito o sconto
in fattura relativi alle altre detrazioni fiscali per lavori edilizi.

Confermata la proroga di un altro anno di «opzione donna», l’anticipo pensionistico rivolto alle lavoratrici dipendenti e autonome. E viene confermata con le regole attuali, cioè 58 anni (e almeno 35 di contributi) per le dipendenti e 59 per le autonome. Salta quindi la prima versione della manovra firmata Draghi-Franco che innalzava l’età pensionabile a 60 anni per le prime e 61 per le seconde. Spostato invece al 2023 l’incremento di 52 milioni di euro annui delle risorse per il Fondo per il sostegno alla parità salariale di genere. Prorogato di altri due anni anche il contratto di espansione, lo scivolo pensionistico fino a 5 anni per le aziende con minimo 50 dipendenti che prevede un turn over con un’assunzione ogni tre uscite di lavoratori. Confermata anche quota 102 (64 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi) ma solo per il 2022. Prorogato a fine 2022 anche l’Ape sociale per alcune categorie di lavoratori e per i lavori gravosi vengono aggiunti anche maestre e maestri di asilo e scuola primaria, portantini, estetiste. Infine, ci sono anche 20 milioni di euro in più dal 2022 per le retribuzioni dei dirigenti scolastici, i presidi, vista «la complessità e la gravosità delle attività che sono chiamati a svolgere».

Nel pacchetto di interventi a favore delle imprese figura il rifinanziamento del programma industria 4.0 (i privati innovativi), con la proroga del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali «Transizione 4.0» e del credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative. Nell’elenco delle misure destinate alle aziende ci saranno inoltre 3 miliardi per prorogare il programma delle garanzie erogate dal fondo per le piccole e medie imprese, assicurando così una transizione graduale verso il post-pandemia. Tra gli articoli del testo approvato dal consiglio dei ministri alla fine di ottobre ci sono anche il rifinanziamento della nuova Sabatini, la proroga del fondo Gasparrini, le risorse per agevolare l’internazionalizzazione, i fondi per la ricerca e per lo sviluppo (uno degli obiettivi è il finanziamento di 12 mila borse di studio per i giovani). Sul fronte delle tasse, oltre alla riduzione dell’Irap (l’entità del taglio resta da stabilire), la bozza della legge di Bilancio prevede per le imprese interessate il rinvio della Sugar Tax e della Plastic Tax.

Il capitolo della manovra dedicato alle infrastrutture e alla mobilità viene integrato con il Fondo per la strategia di mobilità sostenibile, per la lotta al cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni. Il Fondo avrà una dotazione all’anno di 50 milioni dal 2023 al 2026, 150 milioni all’anno per il 2027 e 2028, 200 milioni nel 2029, 300 milioni per l’anno 2030 e, poi, 250 milioni annui nel periodo dal 2031 al 2034. Il totale dello stanziamento è dunque pari a 2,05 miliardi, destinati, come spiega la norma, a «contribuire al raggiungimento degli obiettivi di cui al pacchetto di misure presentato dalla Commissione europea, con la finalità di ridurre, entro il 2030, le emissioni nette di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, sino al raggiungimento, da parte dell’Unione Europea, di emissioni zero entro il 2050». Nell’ultima bozza della manovra sono inoltre stanziati 3,1 miliardi fino al 2036 per estendere la rete delle metropolitane in 5 grandi città (Roma, Napoli, Torino, Milano e Genova). Previsti anche 3,3 miliardi per «manutenzione straordinaria» e «resilienza ai cambiamenti climatici» delle strade. Tra i capitoli di spesa gli interventi (per 1,3 miliardi) in vista del Giubileo del 2025.

Due miliardi di euro in più l’anno per tre anni. Confermata la crescita del Fondo sanitario nazionale con 6 miliardi in tre anni. Ma per la sanità, la manovra prevede anche 90 milioni di euro a partire dal 2022 per l’indennità di pronto soccorso di medici e personale del Sistema sanitario nazionale «ai fini del riconoscimento delle particolari condizioni del lavoro svolto»: 27 milioni di euro sono per la dirigenza medica, 63 per il personale del comparto sanità, «a fronte dell’effettiva presenza in servizio». Previsti anche 550 milioni di euro per il piano anti-pandemia 2021-2023 e 200 milioni per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. Inoltre, dal primo luglio 2022 (e fino al 31 dicembre 2023) le Regioni potranno assumere a tempo indeterminato il personale del ruolo sanitario e gli operatori socio-sanitari reclutati a tempo determinato, anche con procedure diverse come per i cosiddetti «angeli del Covid», durante l’emergenza pandemica. L’importante è che abbiano almeno 18 mesi di servizio. Ma la manovra dà anche la possibilità di «avvalersi anche nell’anno 2022 di medici specializzandi non oltre il 31 dicembre 2022» prorogando i loro contratti».

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