

L’affidamento diretto sotto soglia non è esente
da regole stringenti, a partire dall’obbligo di rispettare il
principio di rotazione. Ma cosa accade se il
gestore uscente impugna l’affidamento a un nuovo operatore? E come
va gestita la fase di selezione comparativa, se pur nell’ambito di
un affidamento diretto?
A fornire chiarimenti sull’applicazione del principio di
rotazione (e sulle eventuali deroghe) è il TAR
Lazio, con la sentenza del
27 maggio 2025, n. 10136, dichiarando
l’inammissibilità del ricorso proposto dal gestore uscente nei
confronti del nuovo affidamento a un altro operatore.
Rotazione affidamenti: il gestore uscente non può partecipare
al nuovo appalto
Il caso riguarda una procedura di affidamento diretto, avviata
mediante avviso pubblico per manifestazioni di
interesse, seguita da una richiesta di offerta
economica ai sensi dell’art. 50, comma 1, lett. b), del
d.lgs. n. 36/2023 (Codice dei Contratti
Pubblici).
La stazione appaltante, pur procedendo con consultazione di più
operatori, aveva espressamente chiarito nella documentazione che
l’affidamento sarebbe avvenuto in
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