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Recovery, così l’ambiente è diventato centrale anche in Parlamento – La Repubblica

Dallo scorso marzo in poi c’è stato il boom. L’ambiente, oltre a diventare materia di programmi e propaganda politica, è entrato con prepotenza nei lavori parlamentari, complice anche l’arrivo del recovery plan e che impone una quota di progetti per la cosiddetta transizione (ben un euro su tre delle risorse assegnate). Lo si può osservare attraverso lo studio degli atti di sindacato ispettivo prodotti nei due rami del Parlamento. Il focus del centro studi di Fb Associati / Fb Bubbles svela che il tema ecologico, nei soli ultimi 3 mesi, ha attivato almeno 360 attori istituzionali, con oltre 1.500 contenuti diffusi sui social. Emissioni,  riqualificazione energetica, mobilità sostenibile ed Ecobonus sono gli argomenti su cui la politica si spende maggiormente, con un’attenzione sul tema non più appannaggio esclusivo del centrosinistra.

Il primo partito per attività in tal senso è il M5S, seguito poi dai componenti del misto (dove ci sono molti ex 5 Stelle). “La questione ambientale è sempre più al centro dell’agenda – si legge nel rapporto – anche se a questa non corrisponde più un’offerta politica adeguata e c’è un tentativo trasversale dei vari schieramenti e, più in prospettiva, di nuove possibili forze all’orizzonte, per cogliere questa domanda di rappresentanza inevasa”. 

I sei parlamentari più attivi in assoluto sono, alla Camera, Giovanni Vianello (M5S), Stefania Pezzopane (Pd) e Andrea Vallascas (misto, ex 5 Stelle); al Senato invece ci sono Fabrizio Trentacoste (M5S), Marco Croatti (M5S) e Luisa Agrisani (misto, anche lei ex 5 Stelle).

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