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SCIA e mutamento di destinazione d’uso: il Consiglio di Stato chiarisce i limiti del potere comunale

SCIA e mutamento di destinazione d’uso: il Consiglio di Stato chiarisce i limiti del potere comunale

È possibile contestare ex post un mutamento di destinazione
d’uso se l’immobile mantiene una destinazione mista già assentita?
Un obbligo dichiarato nella SCIA può vincolare irreversibilmente il
futuro utilizzo degli spazi? E quando un intervento edilizio
configura davvero un cambio d’uso urbanisticamente rilevante?

SCIA e mutamento di destinazione d’uso: interviene il Consiglio
di Stato

A queste domande ha risposto il Consiglio di Stato con la
sentenza n.
2924 del 4 aprile 2025
, affrontando un caso in cui
un’amministrazione comunale ha annullato in autotutela alcune SCIA
edilizie relative a interventi su un immobile legittimamente
destinato a usi misti (commerciale e turistico-ricettivo).

Le SCIA erano state presentate per:

  • adeguamenti interni e impiantistici;
  • la realizzazione di 30 camere d’albergo al posto di 15
    preesistenti, mediante trasformazione di spazi adibiti a uffici e
    appartamento del custode;
  • l’apertura di una palestra e un bar;
  • la regolarizzazione di una scala esterna;
  • attività accessorie di fitness e servizi connessi.

Secondo il Comune, tali interventi violavano un obbligo
precedentemente assunto dal privato
…continua a leggere

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