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Superbonus 110%, addio da Draghi: lavori in bilico? Ultime – Trend-online.com

Superbonus 110% sempre più vicino all’addio. Il premier Draghi ha messo alle strette il più importante Bonus ristrutturazione casa. Lo stop all’agevolazione più odiata e amata dagli italiani arriverà molto prima del 2025, termine previsto per la sua definitiva estinzione. Cosa accadrà ai lavori?

Che il Superbonus 110% non abbia mai avuto pace non è una novità. Dalla sua introduzione, fino all’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2022, è stato un continuo fare e rifare la misura a causa di frodi e truffe emerse nel suo utilizzo e non solo.

Ora, però, sembra essere arrivato veramente al capolinea. A preoccupare sono le dichiarazioni rilasciate dal premier Draghi nel corso della seduta plenaria del Parlamento Europeo tenuta qualche giorno addietro. 

Si dovrà dire definitivamente addio alla detrazione fiscale delle spese per gli interventi di ristrutturazione aventi ad oggetto gli edifici unifamiliari? I lavori sono in bilico o potranno essere completati senza alcun tipo di problema?

Cercheremo di dare una risposta a questi interrogativi nel corso dell’articolo. Di certo, sono diverse le motivazioni che portano il Governo Draghi ad arrestare la fruizione del Superbonus 110%. E non si tratta soltanto delle truffe segnalate dall’Agenzia delle Entrate, dei ritardi o dell’esplosione dei prezzari.

Il premier Draghi non ha mai fatto mistero di non vedere di buon occhio l’agevolazione, nonostante il parere contrario di molte politiche, Movimento 5 Stelle in primis, che ne hanno sempre osannato l’utilità.

Per questo motivo non c’è da stupirsi se l’addio al Superbonus 110% potrebbe arrivare da un momento all’altro, magari molto prima della sua naturale scadenza (2025). 

Se ciò dovesse accadere, le spese sostenute per realizzare i lavori di ristrutturazione perderebbero la detrazione fiscale implicita nel Superbonus 110%?

Nel corso dell’articolo cercheremo di soffermarci sugli ultimi aggiornamenti riguardanti il Bonus ristrutturazione casa, passando ad esaminare i documenti necessari per beneficiare dell’agevolazione e approfondendo la questione sulla cessione del credito.

Ancora prima di fare il punto sull’addio al Superbonus 110%, consigliamo ai nostri lettori la visione di un interessante video YouTube dell’Ing. Marcello Contu contenente tutte le ultime novità sull’argomento.

Superbonus 110%, addio vicino? Arriva la certificazione SOA per i lavori: ecco le ultime novità Draghi

Le polemiche si innescano ancora una volta sul Superbonus 110. Il Governo Draghi non ha mai visto di buon occhio l’agevolazione a causa dell’importante esborso monetario richiesto alle casse dello Stato per il suo finanziamento.

Dopo continue proroghe e ritocchi, l’agevolazione molto apprezzata nel mondo edilizio perché permette di eseguire lavori di ristrutturazione in modo completamente gratuito, è prossima all’addio.

Notizie degli ultimi giorni confermano, infatti, il rischio di non poter più usufruire del Superbonus 110% nei prossimi anni, nonostante la misura abbia ricevuto l’ok alla proroga dal Governo Draghi fino al 2025, mentre non si interrompe il programma di cambiamenti pensato per migliorarne la fruizione.

Insomma, la sua continua evoluzione non si placa pur avendo i giorni contati. Nonostante non sia essendo molto apprezzato dal premier, nuovi cambiamenti sono stati pensati per bloccare la tendenza al rialzo dei prezzi e per disciplinare l’opzione di cessione del credito che negli ultimi mesi ha fatto tanto discutere.

Da maggio è stata sbloccata la quarta cessione del credito, sotto rigidi controlli e dopo un percorso fatto di trasferimenti in un primo momento illimitati, poi sospesi e di nuovo riconcessi, fino ad arrivare all’ammissione di quattro cessioni solo verso enti vigilati dalla Banca Centrale.

Ma le novità non mancano anche sul fronte documenti. Nel Decreto Ucraina spunta una nuova certificazione (SOA) per le spese ammesse al Superbonus 110%, da presentare quando i lavori realizzati oltrepassano i 516.000 euro. Il rischio, però, è di tenere il bilico la realizzazione degli interventi con il rischio di paralizzare i cantieri.

Superbonus 110%, non solo addio: Draghi proroga la scadenza per le unifamiliari: quando tempo si ha a disposizione?

Il Governo Draghi dà e poi toglie allo stesso tempo. Mentre l’addio al Superbonus sembra essere dietro l’angolo, arriva la proroga per le unifamiliari del termine previsto per il raggiungimento dello Stato di Avanzamento dei Lavori (SAL) al 30%.

Una questione molto dibattuta ma chiusa definitivamente: le villette potranno raggiungere il 30% dell’avanzamento dei lavori ammessi al Superbonus 110% entro il 30 settembre 2022, avendo così a disposizione tre mesi in più rispetto a quella che era l’originaria scadenza (30 giugno 2022).

Nessuna modifica si ravvisa, invece, nel termine di scadenza per i lavori effettuati sui condomini e sugli edifici composti da un minimo di 2 ad un massimo di 4 appartamenti. In questo caso si potrà usufruire della piena detrazione del Superbonus 110% fino al prossimo anno (2023).

Per quanto concerne la detrazione fiscale, il taglio alla percentuale sarà graduale negli anni. Stando alla recente Legge di Bilancio, si passerà dal 110% del 2022, al 70% del 2024, per arrivare al 65% nel 2025, anno di naturale estinzione del Bonus casa.

Superbonus 110%, per Draghi addio vicino? Ecco perché

Come anticipato in precedenza, il premier Draghi ha espresso le sue perplessità sul Superbonus 110% nel Parlamento Europeo, confermando la sua avversione verso il Bonus ristrutturazione casa giustificata dai costi troppo alti gravanti sulle casse erariali.

Si avvicina quindi l’addio al Superbonus 110% nonostante alcune forze politiche siano avverse alla sua cancellazione? 

Qualunque decisione venga presa, probabilmente assisteremo alla sua uscita di scena molto prima della sua naturale scadenza (2022).

Non c’è però da disperare. Allo stato attuale esistono molti altri Bonus ristrutturazione casa che permettono un risparmio sulle spese necessarie per eseguire i lavori desiderati. Ovviamente, nulla di paragonabile alla detrazione fiscale garantita dal Superbonus 110%, ma comunque da prendere in considerazione.

Superbonus 110%, lavori in bilico? Quali sono i motivi dell’addio

In verità, sono molte le motivazioni per cui il premier Draghi vorrebbe mettere in cantina il Superbonus 110% pagando anche il prezzo di lasciare i lavori di ristrutturazione in bilico e rischiando addirittura di paralizzare i cantieri.

L’addio potrebbe arrivare a causa dell’impennata dei prezzi, addirittura triplicati, della burocrazia seppur semplificata, ma sempre stringente, dalle difficoltà delle imprese oberate di lavoro e quindi impossibilitate ad eseguire i lavori in tempi brevi.

Senza contare le frodi e le truffe segnale dall’Agenzia delle Entrate nell’utilizzo del Superbonus 110%, molte delle quali operate da organizzazioni criminali.

E poi c’è da risolvere la questione sugli infissi, ammessi alla detrazione del Superbonus 110% solo se rientranti in una determinata soglia di prezzo.

Superbonus 110%, Draghi conferma l’addio? cosa accade ai lavori di ristrutturazione

Mentre le motivazioni appena viste spingono il Governo Draghi verso l’addio al Superbonus 110%, il Bonus ristrutturazione casa continua ad essere fruito regolarmente.

Prova ne è la recente proroga concessa dall’Esecutivo agli edifici unifamiliari: le villette potranno completare il 30% dei lavori (SAL) entro il 30 settembre 2022. 

Rimane invece immutata la scadenza al 31 dicembre 2022 per beneficiare della detrazione del 110% sugli interventi di ristrutturazione edilizia o di efficientamento energetico.

E fin qui il discorso non fa una piega. Viene però spontaneo chiedersi se l’addio al Superbonus 110% possa arrivare come un fulmine al ciel sereno e quali sono i rischi per i lavori ammessi ad agevolazione e già iniziati.

Fortunatamente, nessuna conferma ufficiale è stata data dall’Esecutivo su un ritiro immediato della misura. Molto probabilmente l’addio ci sarà, ma non è dietro l’angolo. 

Insomma, se mai arriverà la fine del Superbonus 110% non sarà in quest’anno anno

Source: trend-online.com

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