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Superbonus 110%, bonus facciate, ecobonus… chi ci rimette (villette), a chi la proroga, guida al risparmio – Blitz quotidiano

Superbonus 110%, bonus facciate, ecobonus… chi ci rimette. E’ il bonus più amato da politici e cittadini e dalla sua nascita, a maggio 2020, ha fatto avviare quasi 46.200 cantieri. Ma è anche quello più costoso per lo Stato.

Proprio il ministro dell’Economia, Daniele Franco, qualche settimana fa alla Camera ha spiegato che il Superbonus al 110% (sugli interventi di efficientamento energetico) non è un incentivo sostenibile a lungo termine.

Superbonus 110%, bonus facciate, ecobonus… chi ci rimette

Perché “se ciascun italiano fa domanda, per 30 milioni di unità immobiliari l’effetto sui conti e sul debito è stratosferico”.

La manovra 2022 lo riconfermerà fino a fine 2023, ma con alcune modifiche che proveranno ad attenuarne il peso sulle finanze pubbliche. Dallo stesso governo, però giungono recriminazioni per salvare questo o quel livello di agevolazione fiscale.

Il ministro Pd Dario Franceschini si batte contro l’eliminazione dell’incentivo al 90% per rifare le facciate. Il M5s batte sulle barricate per il “suo” Superbonus al 110% integrale. Allora, rispetto al quadro attuale, cosa dobbiamo aspettarci cambierà? 

Bonus facciate 90% non rinnovato (ritorna al 36%)

Il bonus facciate al 90% non sarà rinnovato oltre la scadenza fissata per il 31 dicembre 2021. Per i lavori in corso suscettibili di prosecuzione oltre la fine del 2021, il bonus sarà utilizzabile, a condizione che il saldo in fattura relativo al 10% residuo da dare all’impresa sia pagato effettivamente entro il 31 dicembre.

Superbonus 110% resta ma più selettivo Poi riduzione progressiva percentuale

La proroga al 2023 ci sarà, ma sarà selettiva. La prima limitazione riduce l’ampiezza dell’agevolazione. non si potrà più usare per ristrutturare le villette unifamiliari.

Ma soltanto per mettere a nuovo i condomini e le case popolari (Iacp). Villette e le altre tipologie di immobili beneficeranno dell’agevolazione solo fino al 2022.

I dubbi del governo sul costo della misura stanno spingendo a ripensare del tutto la sua struttura negli anni a venire. Una ipotesi sul tavolo è introdurre un meccanismo di ‘decalage’.

L’idea è confermare la percentuale del bonus al 110% per le ristrutturazioni edilizie nel 2023, ridurla al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. La discussione sul punto però è ancora aperta e le percentuali potrebbero cambiare.

Tutti i bonus non prorogati: resta detrazione 36% in 10 anni

Oltre al bonus facciate al 90%, tutti gli altri bonus (ecobonus e sisma bonus “standard”, bonus ristrutturazione, bonus mobili, e bonus verde) se non intervenisse una proroga scadrebbero il 31 dicembre prossimo (2021).

Senza proroga i primi quattro bonus citati rientrerebbero nella versione “stabilizzata” del bonus ristrutturazione, con la detrazione di scarsissimo appeal del 36% in dieci anni su un tetto di 48 mila euro.

La manovra prorogherà anche gli altri bonus edilizi, per la riqualificazione energetica, mobili, sisma, verde. Lo stanziamento aggiuntivo è minimo, meno di 40 milioni, nel 2022 (si tratta di crediti di imposta), mentre nel 2023 sono appostati circa 500 milioni che salgono a due miliardi e mezzo nel 2024.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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