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Superbonus 110%, dal costo zero alle ultime novità: come superare tutte le criticità – Corriere della Sera

Un cantiere edile impegnato in una ristrutturazione (Foto Pretto)
Un cantiere edile impegnato in una ristrutturazione (Foto Pretto)

In queste settimane si sta discutendo molto della legge di bilancio dello Stato e uno dei temi più scottanti è la modifica del Superbonus 110%, perché mette in gioco diverse sensibilità politiche, tocca interessi economici rilevanti ed interessa da vicino migliaia di famiglie in tutta Italia di classi sociali assai differenti: solo in Emilia Romagna, da aprile a ottobre, sono stati aperti quasi mille cantieri, di cui 250 fra Bologna e area metropolitana. Alcune variazioni importanti, a dire il vero, sono state già introdotte: dalla misura antifrode all’introduzione della Cilas con il decreto Semplificazioni. Ma è ancora tanta la confusione fra cittadini, imprese e professionisti. Oggi, in particolare, è l’incognita del tetto Isee ad alimentare maggiore incertezza. Proviamo a fare chiarezza con Leonardo Fornaciari, responsabile della commissione Superbonus 100% di Ance Emilia (associazione nazionale costruttori edili di Confindustria).


Fornaciari, partiamo dalla nostra regione. Il Superbonus è riuscito a innescare un circolo virtuoso in Emilia-Romagna?
«Direi proprio di sì, al punto tale che se si chiede attraverso le strutture specializzate il reclutamento di manodopera, ma anche di professionisti, si riscontra una grande difficoltà a trovare persone da assumere. Il circolo virtuoso innescato è un toccasana per la nostra attività e per la filiera delle costruzioni. E ci auguriamo che possa diventare strutturale la possibilità di riqualificare gli edifici».

Passiamo al capitolo antifrode. Dal 12 novembre è entrata in vigore la misura antifrode retroattiva su Superbonus e altri Bonus «ordinari», in primis il Bonus Facciate, che non prevedeva massimali di spesa da rispettare per gli interventi, lasciando la possibilità alle imprese di aumentare gli importi delle fatture. Ora, invece, il listino prezzi deve essere rispettato per tutte le agevolazioni. Cosa ha prodotto questa misura?

Leonardo Fornaciari
Leonardo Fornaciari

«Il Superbonus sta prendendo piede in maniera importante anche per questa misura antifrode , che prevede, appunto, restrizioni pesanti per gli altri Bonus ordinari, per cui oggi è necessaria sia la congruità dei prezzi che il visto di conformità. Con il Bonus Facciate, purtroppo, qualche impresa non si è comportata in modo corretto e ha generato delle distorsioni che hanno compromesso il meccanismo fluido che caratterizza il Superbonus, per cui bisognava già rispettare i prezzari regionali o comunque delle opere pubbliche. Noi siamo per la trasparenza e il rispetto delle regole, quindi abbiamo accolto favorevolmente questa misura, però dal nostro punto di vista non doveva essere retroattiva perché in questo modo si mettono in difficoltà i soggetti che avevano già avviato i lavori. Anche chi non aveva comunicato la cessione del credito all’Agenzia delle entrate, infatti, è sottoposto a queste modifiche».

Con la conversione in legge del decreto «Semplificazioni», a inizio agosto è stata introdotta la Cila Superbonus o Cilas (comunicazione di inizio lavori asseverata), ossia un nuovo titolo abilitativo pensato per semplificare le pratiche burocratiche relative ai lavori oggetto del 110. Cos’è cambiato?
«Per quanto riguarda i condomini, in particolare, rispetto al passato, quando presento la Cilas devo avere un’idea progettuale che contiene non solo gli interventi trainanti sulle parti comuni ma anche gli interventi trainati sulle parti private. In questo modo, qualora dovesse aggiungersi qualche intervento in corso d’opera, è possibile fare una variazione minima, mentre prima bisognava avviare procedimenti edilizi separati per gli interventi trainanti e quelli trainati. E poi è stata introdotta anche un’altra importante novità».

Quale?
«Prima era necessaria la verifica della conformità urbanistica, invece ora questo passaggio è stato bypassato, non è più necessaria. Attenzione però: i cittadini devono sapere che l’abuso edilizio non è stato sanato. Con il decreto Semplificazioni il legislatore ha voluto facilitare gli addetti ai lavori, altrimenti si sarebbe bloccato il meccanismo del Superbonus (i Comuni erano rimasti ingolfati con le numerose pratiche di conformità urbanistica, ndr). Insomma, se io ho un abuso a casa mia, questo non viene sanato con il Superbonus».

La verifica della conformità urbanistica è prevista invece per quegli interventi che non rientrano nell’ambito del Superbonus ma sono ad esso collegati?
«Purtroppo no, su questo stiamo cercando di trovare una soluzione con le Regioni e con l’Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani). Ad oggi se io faccio un’attività all’interno di un edificio per cui ho necessità di fare delle opere che vanno al di fuori del Superbonus, devo fare la verifica di conformità. Una cosa che va in contrasto con la volontà del legislatore di «semplificare». Faccio un esempio: se io ho delle superfici fredde da portare nell’edificio (ad esempio vani scala o portici) che non rientrano tra gli interventi del Superbonus, ma sono continuative rispetto ad essi, devo attivare una Cila ordinaria. Noi vorremmo che per questo tipo di interventi ci sia un titolo abilitativo unico (ossia la Cilas), chiaramente mantenendo scorporata la contabilità per gli interventi non previsti dal Superbonus. Questo punto ci permette di fare chiarezza su un altro aspetto».

Prego.
«Lo slogan politico “tutto a costo zero” non è vero. Ci sono interventi che per forza di cose, per qualificare l’intervento dal punto di vista energetico, funzionale ed estetico, vanno realizzati insieme al Superbonus, ma spesso questi lavori ricadono, giustamente, all’interno di Bonus ordinari. Il costo minimo ci sarà sempre per il contribuente, ma non è vero che è tutto a costo zero».

Tornando al capitolo Cilas. Domanda: chi aveva già presentato la Scia (segnalazione certificata di inizio attività) ed ora è costretto a fare una variante in corso d’opera cosa deve fare? Bisogna presentare una nuova Cilas? Oppure bisogna presentare un’integrazione alla Scia?
«La norma non è retroattiva. Continua a rimanere valido il titolo abilitativo con il quale è stato avviato l’iter e bisogna procedere con quello».

Capitolo Isee (indicatore della situazione economica equivalente). Oggi cosa prevede la normativa per le unità immobiliari?
«Ad oggi la norma prevede che per i proprietari con un Isee superiore a 25mila euro i lavori devono essere ultimati entro il 30 giugno 2022. Mentre per i soggetti con un Isee inferiore a 25mila euro i lavori devono essere ultimati entro il 31 dicembre 2022 con il raggiungimento del 60% dei lavori al 30 giugno. Mentre per i condomini è arrivata la proroga fino al 2023».

Come sa, a livello nazionale, la discussione sul tetto Isee è animata. «Invece di inventare un’improbabile proroga al 2023 del Superbonus al 110% per unità unifamiliari e villette con Isee inferiore a 25 mila euro, non avrebbe più senso abbassare dal 110% al 70-80% in modo che i privati ci mettano qualcosa e si possa estenderlo a tutti?», ha proposto il leader della Lega Matteo Salvini. È d’accordo?
«Diciamo che l’edilizia viene da un periodo nero che è durato più di un decennio e oggi i bonus fiscali rappresentano l’unico vero motivo per cui la filiera si è rimessa in moto e ci si aspetta che il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) dia continuità a questo momento così favorevole. Noi vorremmo che ci fosse un trattamento paritario, senza limiti Isee. L’auspicio che pone la Lega credo che sia corretto non solo per gli addetti ai lavori ma anche per i proprietari, perché dà la possibilità di avere una cessione del credito e, soprattutto, garantisce una continuità ai bonus fiscali, pensati nell’ottica della riqualificazione energetica».

Si sente di dare un consiglio ai cittadini indecisi?
«Ci sono molti scettici che pensano che il bonus fiscale non esista. È vero, non sarà tutto a costo zero, ma la cessione del credito esiste e se le cose vengono fatte in applicazione alla norma è una situazione che va assolutamente colta. Dopodiché i cittadini devono affidarsi a professionisti, amministratori e imprese competenti, che abbiano la capacità di gestire un’attività complessa e multifunzionale».

Quali sono le maggiori criticità che stanno incontrando le imprese?
«In primis l’aumento delle materie prime, dovuto anche alla scarsa reperibilità. L’incremento medio degli appalti è del 30-40%. Questo è un problema enorme, soprattutto per gli appalti privati. Perché se da un lato il legislatore ha previsto un ristoro per le imprese che si sono aggiudicate appalti pubblici, dall’altro lato non c’è nessuna misura a favore delle imprese coinvolte in appalti privati. C’è poi il grande problema della carenza di attrezzature, in particolare i ponteggi, e di manodopera specializzata».

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27 novembre 2021 (modifica il 27 novembre 2021 | 19:20)

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Source: corrieredibologna.corriere.it

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