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Superbonus 110%: la carica dei 5.000 per lo sblocco della cessione dei crediti edilizi – Lavori Pubblici

Superbonus 110%: la carica dei 5.000 per lo sblocco della cessione dei crediti edilizi - Lavori Pubblici

Scatta oggi la discussione in aula al Senato per la conversione
in legge del Decreto-Legge 9 agosto 2022, n. 115 recante “Misure
urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali
e industriali” (c.d. Decreto Aiuti-bis). Una conversione che
potrebbe portare in dote parecchie novità per chi si occupa di
superbonus 110% e che da mesi si trova invischiato nell’annosa
problematica del blocco della cessione dei crediti edilizi.

Decreto Aiuti-bis: le modifiche al superbonus e alla cessione
dei crediti

Mentre è chiara la volontà del Governo di lasciare il quadro
normativo inalterato, le intenzioni del Parlamento (spinte dal
malcontento popolare e dalle prossime elezioni) sembrerebbe siano
indirizzate verso alcune importanti novità che riguardano
principalmente:

  • la proroga al 31 dicembre 2022 (senza SAL al 30%) per le
    unifamiliari;
  • la responsabilità solidale e la dimostrazione della diligenza
    da parte dei cessionari;
  • la possibilità di portare in detrazione negli anni successivi
    la quota di crediti d’imposta maturata dai fornitori per sconti sul
    corrispettivo dovuto, praticati in relazione a spese sostenute
    nell’anno 2021 e non utilizzata dagli stessi nell’anno 2022.

Possibili modifiche sulle quali il Governo si è già espresso
negativamente ma che, diversamente dal recente passato, potrebbe
interessare poco un Parlamento proiettato alle prossime
elezioni.

La petizione online

Intanto, in questi giorni le email dei Parlamentari delle
Commissioni Finanze e Bilancio del Senato nonché i Ministri e
vertici del Ministero dell’economia e delle Finalze oltre che il
Presidente del Consiglio sono state tempestate dalle richieste di
chi ha firmato la petizione online “Sbloccare il Superbonus al
più presto!
“.

Una petizione firmata in pochissimi giorni da cittadini,
committenti, professionisti e imprenditori che chiedono a Governo e
Parlamento di intervenire urgentemente per lo sblocco dei crediti
edilizi. Un problema che vede come vittime incolpevoli tutti gli
operatori del comparto dell’edilizia e le famiglie che hanno avuto
l’unica colpa di utilizzare una misura prevista dallo Stato che poi
è stata lentamente a colpi di provvedimenti d’urgenza.

Secondo la petizione questa crisi potrà trovare una soluzione
solo dal Parlamento con la conversione del Decreto Aiuti-bis che
rappresenta l’ultima possibilità per evitare la crisi e salvare
milioni di famiglie, lavoratori e imprese.

Decreto Aiuti-bis: ultima chance

Una crisi nata a seguito delle continue modifiche al meccanismo
di cessione dei crediti edilizi e che sarebbe stato aggravato dalla
recente circolare n. 23/E del 23 giugno 2022 con la quale l’Agenzia
delle Entrate ha fornito alcune discutibili indicazioni per la
valutazione della responsabilità solidale dei cessionari.

Tutto questo – si legge nella petizione – ha
colpito migliaia di cittadini che in questo momento si ritrovano
sfrattati dalle loro case, costretti a farsi ospitare, a dormire in
garage, ad andare in affitto poiché le loro case sono sfasciate e
le imprese non hanno più liquidità per continuare i lavori con
tutti i crediti bloccati e i cittadini privati hanno esaurito i
“risparmi di una vita” e non possono terminate i lavori delle loro
case
“.

L’appello

Secondo la petizione, che ha superato le 5.000 firme, Governo e
Parlamento hanno l’ultima chance per intervenire affinché nelle
prossime settimane non ci verifichino conseguenze molto pesanti
sotto il profilo economico per le centinaia di migliaia di
famiglie, di professionisti dell’area tecnica e imprese, tutti
impegnati nelle attività connesse ai Bonus Edilizi.

La grave condotta dello Stato

La petizione sottolinea anche quella che viene definita una “grave condotta dello Stato” che sarebbe venuto meno al contratto
con Committenti e Appaltatori. “Lo Stato – si legge nella
petizione – sin dall’inizio ha stabilito dei termini
contrattuali che “in corso d’opera” – proprio nella fase esecutiva
del contratto – ha cambiato improvvisamente e unilateralmente,
scorrettamente, lasciando così improvvisamente milioni di famiglie
e imprese nell’oblio, in rovina e disperati
“.

Delle modifiche non concordate tra le parti a seguito delle
quali molti crediti sono diventati non cedibili, con conseguenze
disastrose sull’economia reale di imprese, professionisti e dei
committenti che si sono fidati nella normativa italiana.

Avvicinandosi la data ultima del 15 ottobre 2022 per la
comunicare le cessioni da parte di imprese e professionisti, la
petizione chiede pure di rendere compensabili nei prossimi anni
tutti quei crediti che a causa dell’attuale stallo non potranno
essere compensati nell’annualità in corso.

Necessaria una nuova proroga

A causa del blocco della cessione dei crediti edilizi, molti
lavori si sono fermati ed è per questo che, tra le altre cose, la
petizione chiede di rivedere le scadenze di almeno un anno per
favorire la programmazione dei lavori. Soprattutto per le
unifamiliari e il requisito del 30% entro fine settembre e quello
di fine anno.

Per firmare la petizione online
clicca qui
.

Source: lavoripubblici.it

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