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Superbonus 110, sì anche in caso di abusi edilizi: ecco come fare – IL GIORNO


Superbonus 110%: ecco le indicazioni
Superbonus 110%: ecco le indicazioni

Superbonus 110% è diventato il mantra cui affidare le speranze di ripresa del settore dell’edilizia che a sua volta può trainare altri comparti. Gli incentivi statali per la ristrutturazione e l’efficientamento del patrimonio immobiliare che consentono alle famiglie la cessione degli straordinari benefici fiscali  a imprese, banche o general contractor, con dunque un esborso relativo solo all’avvio delle pratiche, hanno già sortito effetti positivi con tantissimi cantieri partiti in tutta Italia, pur a fronte di un iter burocratico e normativo non esattamente semplice che prevede verifiche progressive. Nella legge di bilancio in fase di approvazione sono stati inseriti i fondi statali sufficienti per prorogare l’ecobonus a tutto il 2023 con alcune interessanti novità operative  in riferimento anche all’introduzione del dl antifrode con l’obiettivo di ridurre al minimo truffe e raggiri attorno a uno strumento che sta muovendo denaro e interessi come mai primi: le frodi già effettuate a danno di privati da sedicenti professionisti del settore sarebbero pari al valore di 950 milioni di euro. Tra le novità delle scorse settimane risultano anche le nuove norme relative agli abusi edilizi la cui presenza, in origine, rilevata prima dei lavori o in corso d’opera, avrebbe significato l’impossibilità di accedere alle agevolazioni  con tanto di sanzioni. Ora la situazione è cambiata.




Non è un mistero che in Italia gli abusi edilizi non rappresentino l’eccezione, anzi. Tante volte si tratta di irregolarità di cui nemmeno i proprietari sono a conoscenza, in considerazione delle innumerevoli modifiche alle leggi e ai regolamenti che disciplinano la materia, difformità tra stato dell’arte e mappe catastale nella maggior parte dei casi sanabili sul fronte amministrativo. Un’estrema rigidità – questo è il punto – avrebbe avrebbe pesantamente frenato l’effetto volano dell’incentivo fiscale, riducendo di molto le domande di accesso al bonus. Gli operatori hanno infatti segnalato difficoltà di avvio dell’iter proprio per la paura di accertamenti successivi sugli abusi edlizi tali da comportare l’azzeramento dell’agevolazione con sanzioni pecuniarie e danni economici non indifferenti.

Da un punto di vista legislativo, la soluzione è stata trovata con il Dl 77/2021 che rstravolge la norma precedente del 2020 ammettendo all’incentivo anche gli interventi su immobili che non si trovano nel cosiddetto stato legittimo. Quanto all’aspetto operativo, rileva la comunicazione di inizi lavori asseverata per il Superbons, la Cilas, che a fronte di varie indicazioni da inserire sulla titolarità abitativa e le date di costruzine non richiede tuttavia l’attestazione dello stato legittimo dell’immobile in questione. Tuttavia, qualora il Comune rilevasse degli abusi, potrebbe egualmente comminare sanzioni. 




Esistono comunque dei paletti all’utilizzo del Superbonus agganciabile, ricordiamolo, quando l’immobile avanza di due classe energetiche. Al di là di questa condizione dirimente già evidenziabile con la diagnosi della struttura, ci riferiamo in questo quadro ad un altro genere di circostanze che vanno dall’assenza della Cilas o delle attestazioni che il documento deve contenere,alla falsità delle stesse. Niente più incnentivo nemmeno se gli interventi risultano diversi da quanto indicato nella Cilas. In tutti questi casi il Superbonus decade. Di conseguenza, è sempre conveniente affidarsi a professionisti di comprovata fiducia in grado di seguire l’iter da un punto di vista amministrativo e pratico dall’inizio alla fine, senza lasciarsi troppo incantare dalla “sirena” della cessione del credito. 

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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