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Superbonus, via libera del cdm al decreto anti truffe. Più controlli e maggiori responsabilità per chi acquista i crediti fiscali – La Repubblica

MILANO – Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge sul contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche, in primis il Superbonus. Un semaforo verde arrivato dopo alcuni dubbi del Movimento 5 Stelle che inizialmente avrebbe caldeggiato l’ipotesi di inserire le misure in un emendamento parlamentare. Il provvedimento dovrebbe introdurre controlli preventivi per evitare i casi di falsi crediti per frodare il fisco, denunciati dall’Agenzia delle entrate. L’obiettivo è quello di frenare gli abusi incrociando i dati delle fatture con quelli degli operatori anche perché il rischio è che fenomeni di questo tipo contribuiscano ad alimentare il boom dei prezzi già osservato negli ultimi mesi, su cui cui pesa comunque prevalentemente il maxi rincaro dei materiali.

In particolare, all’articolo 2 viene previsto che ai fini dell’esercizio dell’opzione per la cessione del credito, ovvero per lo sconto in fattura, occorra che il beneficiario dell’agevolazione invii, anche attraverso un intermediario abilitato, un’apposita comunicazione telematica all’Agenzia delle entrate dell’avvenuta cessione del credito e che il cessionario confermi l’accettazione del credito stesso su un’apposita piattaforma resa disponibile dall’Agenzia delle entrate. I crediti possono essere ceduti più volte e anche per le successive cessioni sono previsti l’invio della suddetta comunicazione e la relativa accettazione.

Tra le misure contenute nel decreto allo studio ci sarebbe lo stop a cessione del credito o sconto in fattura per Superbonus e gli altri bonus edilizi se emergono “profili di rischio” che vanno verificati. Si prevede che l’Agenzia delle Entrate possa sospendere “fino a 30 giorni” gli effetti delle comunicazioni di cessione del credito in base a specifici profili di rischio che saranno individuati per ogni “diversa tipologia dei crediti ceduti”. All’esito positivo delle verifiche, o trascorsi 30 giorni, la cessione del credito diventa efficace.

Maggiori responsabilità per gli acquirenti dei crediti

Il decreto prevede poi un inasprimento dei requisiti preventivi di ‘due diligence’ chiesti ai fornitori dei servizi e in generale a chi acquista crediti sia per il Superbonus sia per altre forme di agevolazione fiscale come quelle previste per gli interventi di riqualificazione energetica e per il bonus facciate. Il decreto dispone che per evitare il concorso in un’eventuale violazione “l’ordinaria diligenza non può in ogni caso sussistere qualora: il cessionario non acquisisca preliminarmente la documentazione che comprova, in capo all’originario beneficiario, l’effettivo sostenimento delle spese e l’effettiva realizzazione degli interventi di cui al comma 2 dell’articolo 121 (recupero del patrimonio edilizio; efficienza energetica; adozione di misure antisismiche; recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti; installazione di impianti fotovoltaici; installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, ndr); risulti manifesta la non riferibilità degli interventi al soggetto che si dichiara beneficiario originario delle relative detrazioni; risulti manifesta la sproporzione tra il credito d’imposta e le caratteristiche soggettive dei beneficiari”.

Obbligo di conformità esteso agli altri bonus

Il Governo ha poi deciso di estendere l’obbligo del visto di conformità, per accedere all’agevolazione del Superbonus al 110%.  Attualmente, il visto di conformità è richiesto solo nel capo di opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura. Ora invece, l’obbligo del visto viene esteso anche nel caso in cui il Superbonus venga utilizzato dal beneficiario in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi. L’obbligo del visto di conformità non sussiste se la dichiarazione e’ presentata direttamente dal contribuente, attraverso l’utilizzo della dichiarazione precompilata predisposta dall’Agenzia delle entrate, ovvero tramite il sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale (per tali dichiarazioni, infatti, l’Agenzia delle entrate può già effettuare controlli preventivi sulla dichiarazione presentata.

Parlamento al lavoro per le modifiche al tetto Isee sulle villette

Sarà invece con ogni probabilità il Parlamento ad intervenire su uno dei punti più contestati dell’intervento del governo in Manovra, quello che ha prorogato il Superbonus per le villette soltanto per i nuclei con Isee inferiore ai 25 mila euro. Un tetto giudicato troppo basso da molte forze della maggioranza che fino all’ultimo hanno cercato di convincere il governo ad apportare la modifica direttamente al testo che arriverà in Senato in questi giorni. Un “assalto” respinto però dal presidente del Consiglio perché un’estensione integrale del bonus edilizio al 110% viene considerata troppo onerosa per la casse pubbliche. Se quindi il Parlamento deciderà di metterci mano dovrà farlo recuperando personalmente le risorse.

Quanto costa il Superbonus

D’altra parte che il Superbonus sarebbe stato oggetto di una correzione era stato annunciato nei mesi da lo stesso ministro dell’economia Daniele Franco: “Il Superbonus e gli altri bonus edilizi sono molto importanti per far ripartire il settore delle costruzioni, quindi nella legge di bilancio stiamo valutando in che modo possano e debbano essere prorogati”, ma “dobbiamo ricordare che sono uno strumento molto costoso”, “non sostenibile alla lunga”, aveva detto in audizione sul Def all’inizio di ottobre. Nel dettaglio, secondo i numeri della relazione della relazione dell’ultima relazione tecnica che ha apportato modifiche alla misura, il Superbonus costerebbe alle casse pubbliche 893,7 milioni di euro nel 2021, 3,1 miliardi nel 2022,  4.6 nel 2023,  4.2 nel 2024, 4,1 nel 2025, in 3,4 nel 2016 e 37, 8 milioni nel 2027. In totale quasi 20 miliardi di euro.

Source: repubblica.it

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