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Tassa minima globale al 15% per i giganti: ma per i cittadini ci saranno benefici? – Corriere della Sera

La nuova tassa mondiale approvata dal G20 a guida italiana — misura più larga della web tax, si chiama infatti Global minimum tax, era stata concordata all’Ocse con il sì di 131 Paesi su 139 — impone un’imposta minima del 15% alle multinazionali, giganti di Internet compresi. L’obiettivo è rendere poco conveniente ai grandi gruppi stabilirsi nei paradisi fiscali. È un passo avanti oppure no?

I dubbi

Sì, ma qualche dubbio resta, scrive Ferruccio de Bortoli sull’Economia del Corriere della Sera, in edicola domani gratis con il quotidiano. «Primo e non trascurabile effetto dell’intesa — scrive de Bortoli — è il tramonto della digital service tax europea. Condizione posta dall’amministrazione americana. E accettata da Bruxelles. Finiscono dunque di fatto nel già ingombro cestino delle misure fiscali temporanee e inconcludenti due web tax nazionali, quella francese e quella italiana. Entrambe deludenti sul piano degli incassi. Un solo esempio: quella varata da Roma avrebbe dovuto incassare 700 milioni nel 2020, si è fermata a 233». Inoltre. «L’aliquota del 15% non è troppo bassa, come dicono i francesi?», scrive de Bortoli. Gli risponde Tommaso Di Tanno, professore di Diritto tributario: «Certo, è inferiore alla minore delle aliquote Irpef, ma si applica ai grandi gruppi. Conta il segnale, la volontà politica». A proposito di volontà politica ed equità, si riaccende la fiamma sotto il pentolone sobbollente del Reddito di cittadinanza. Matteo Renzi chiede a testa d’ariete un referendum per abolirlo, fioriscono le proposte di misure alternative e, comunque , di maggiori controlli. Il settimanale in edicola domani riporta le posizioni di Tiziano Treu, presidente del Cnel ed ex ministro del Lavoro, e Tommaso Nannicini, senatore del Pd, segnalando l’anomalia di una misura che tiene insieme il contrasto alla povertà con la lotta alla disoccupazione.


Welfare da riformare

Torna in ballo la riforma del welfare, insomma. Ma è chiaro che dietro al mantenimento dell’occupazione c’è la ripresa dell’economia: le aziende in crisi ripartiranno, e come? L’economista Innocenzo Cipolletta, riconfermato alla presidenza dell’Aifi (l’associazione del private equity), ha un’idea: far gestire ai fondi (privati) parte di Patrimonio Rilancio, lo strumento (pubblico) per ricapitalizzare le aziende colpite dal Covid. Perché la selezione dei meritevoli sia efficace e affluiscano più capitali alle imprese.

In copertina va Nicoletta Spagnoli, amministratrice delegata della casa di moda Luisa Spagnoli. Veste la duchessa di Cambridge e dichiara: «Non chiuderemo negozi, non venderemo. È tornata la voglia di vestirsi bene». Tra i personaggi anche Charlotte Hogg, la ceo di Visa Europe, che vuole espandere i pagamenti senza contanti alle piccole imprese. Proprio alle Pmi si sono impennati i prestiti da parte delle fintech quest’anno, scrive il settimanale. Che racconta anche in dettaglio come cambierà Milano con la riqualificazione di Piazzale Loreto.

Nella sezione Risparmio trovate una guida per investire i rimborsi degli sgravi fiscali, dal Superbonus al Bonus verde.

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