
L’accusa è quella di aver fatto parte di un’associazione per delinquere il cui scopo era quello di commettere truffe per l’illecita percezione di contributi statali, il cosiddetto “bonus facciate”, utilizzando crediti fiscali fittizi che, una volta monetizzati, sarebbero stati riciclati nell’acquisizione di attività economiche sul lago di Garda. Il tutto, tra l’altro, aggravato dal carattere transnazionale, avendo gli indagati operato sia sul territorio nazionale che estero.
Questi i motivi che nelle prime ore di martedì hanno portato i finanzieri dei Comandi provinciali di Verona ed Agrigento, insieme ai carabinieri del Comando provinciale scaligero, ad eseguire in Veneto, Lazio, Piemonte e Sicilia, l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Verona, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 10 individui, 3 dei quali condotti in carcere e 7 agli arresti domiciliari, mettendo i sigilli anche a conti correnti, autovetture, immobili nonché a una società, a un hotel, a due
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