Tra il 2020 ed il 2021, gli incentivi proposti dal governo cosiddetti “bonus casa” sono stati sfruttati al massimo da tutti i contribuenti, che hanno potuto utilizzare le detrazioni fiscali, le cessioni del credito e lo sconto in fattura per recuperare i costi di interventi per lo più finalizzati a favorire la transizione ecologica.
Cioè per rendere più funzionali le abitazioni con un maggiore risparmio energetico. Sono nati così il superbonus al 110%, il super sismabonus e tutta una serie di altri ecobonus minori per far fronte a tutti i tipi di necessità. Dalla sistemazione del verde all’acqua potabile al bonus per mobili ed elettrodomestici, senza tralasciare il classico bonus ristrutturazioni che è tra quelli più utilizzati.
Molte cose però sono state cambiate nel corso del 2021, fino ad arrivare alla legge di bilancio 2022 che di fatto modifica questi incentivi riducendoli e cambiando i regolamenti sulle cessioni dei crediti e sui documenti obbligatori da presentare per il riconoscimento dello sconto.
Questo perchè, oltre ad un necessario risparmio di spesa pubblica, occorre contenere le numerose truffe dei prezzi gonfiati e degli interventi che di fatto sono stati rimborsati dall’agenzia delle entrate pur non essendo in regola, provocando un grande spreco di fondi che poteva essere evitato.
Per questo sono stati introdotti anche controlli più stringenti su tutte le pratiche ancora in approvazione, oltre che una revisione di quelle già approvate.
Per quanto riguarda il bonus facciate, ormai è noto che anche questo è stato ufficialmente prorogato al 2022, ma non senza modifiche e sorprese. Infatti è scesa la percentuale di sconto dal 90% al 60%. Tuttavia per alcuni contribuenti esiste ancora la possibilità di sfruttare l’incentivo a percentuale piena e cedere il credito alla banca per facilitare la procedura di rimborso. Vediamo quindi chi ha diritto ancora a ricevere lo sconto al 90% e cosa cambia invece per chi intraprende l’iter burocratico nel 2022.
Come funziona il bonus facciate
Il bonus facciate, introdotto ufficialmente nel 2020 con la legge di bilancio, è uno sconto fiscale che consente di recuperare una percentuale del 90% sui lavori effettuati per il recupero ed il restauro della parte esterna visibile dalla strada di un immobile o un fabbricato ad uso abitativo privato.
Non sono stati previsti massimi di spesa ma gli interventi devono rispettare regole ben precise. E cioè la posizione della facciata sulla quale si interviene e la percentuale dell’intonaco da riparare per il ripristino del decoro architettonico ed urbano. Infatti non sono ammessi allo sconto i lavori effettuati su parti dell’edificio che si affacciano su cortili interni e privati, cioè che non siano visibili dalla pubblica strada.
Per questo è stato istituito anche un apposito elenco delle zone entro le quali è possibile intervenire con il bonus facciate. Si tratta di aree classificabili sostanzialmente come centri urbani e di interesse artistico e storico, o zone comunque con densità edificata superiore ad un 12,5%.
Per questo motivo restano esclusi dal bonus gli edifici che si trovano isolati o in campagna ed in aree ancora in espansione. Come previsto dal regolamento pubblicato su agenzia delle entrate nel 2020, gli interventi possono riguardare la semplice pulitura dell’intonaco, ma anche un totale rinnovamento della facciata su tutti i lati, compresi eventuali lavori di isolamento termico.
Con la legge di bilancio 2022, non viene modificato il regolamento per l’accesso e le tipologie di intervento ammissibili, ma cambia la percentuale che verrà rimborsata al contribuente che fa richiesta per l’ottenimento del bonus.
Bonus facciate: cosa cambia con la proroga 2022
Con la proroga approvata dalla legge di bilancio 2022 del governo Draghi, il bonus facciate cambia e si riduce dal 90 al 60% di percentuale da portare in detrazione o recuperare con la cessione del credito. Ma l’entità dello sconto non è l’unica cosa che viene modificata, infatti altre novità riguardano i controlli effettuati sulle pratiche in approvazione quando viene richiesta l’opzione sconto in fattura o cessione del credito.
Con il decreto antifrode che va di fatto a modificare le regole per l’ammissione ai bonus edilizi, sono state introdotte clausole obbligatorie preventive per il riconoscimento della detrazione.
In particolare è stato istituito un prezzario nazionale per il controllo dei costi relativi ai materiali, ma soprattutto l’obbligo del rilascio del documento di asseverazione, e del visto di conformità che dovranno certificare la sussistenza del diritto a ricevere la detrazione prevista.
Quindi le cose si complicano soprattutto per chi si accinge a richiedere il bonus facciate nel 2022, anche perchè si dovrà tenere conto di queste ulteriori spese, che saranno a carico del contribuente che richiede la detrazione di imposta sugli interventi.
Chi rilascia il visto di conformità per il bonus facciate
Come abbiamo detto, è stato introdotto l’obbligo di visto di conformità anche per il bonus facciate nel caso si richieda la cessione del credito. Per usufruire dell’agevolazione infatti occorrerà preventivamente presentare documenti che attestino la congruità degli interventi ai fini di ottenere lo sconto ed il rimborso.
Recentemente anche l’agenzia delle entrate si è espressa rispondendo ad un quesito posto da un lettore alla rubrica “La posta di Fisco Oggi”, chiarendo così i dubbi di molti che si chiedevano se il bonus facciate rientrasse o meno nella specifica deroga al decreto legge n. 34/2020 prevista dalla legge di bilancio, che di fatto esclude da questo obbligo gli interventi definiti “di edilizia libera” o che non comportano spese superiori ai 10.000 euro. L’agenzia risponde:
“Per gli interventi che danno diritto al “bonus facciate” l’obbligo di richiedere il visto di conformità e l’asseverazione della congruità delle spese, al fine di usufruire della cessione del credito o dello sconto in fattura in luogo delle detrazioni, è sempre previsto.”
Questo anche perchè, non essendo stato modificato il regolamento, gli interventi rientranti nel bonus facciate non prevedono limiti massimali di spesa per i quali è possibile richiedere lo sconto.
A questo punto tutti i contribuenti dovranno rivolgersi a professionisti quali: dottori commercialisti, ragionieri e consulenti del lavoro iscritti all’albo, oppure revisori legali abilitati, ma anche tramite centri di assistenza fiscale CAF che potranno fornire tutte le consulenze necessarie.
Il professionista controllerà tutti i documenti che il contribuente deve presentare e certificherà la congruità ai fini legali di ottenere il diritto alla detrazione fiscale, dunque anche di cedere tale credito alla banca.
I costi previsti per il rilascio dell’attestazione sono tra l’ 1% ed il 2%, in media, calcolati sulla cifra totale del bonus che si intende richiedere per i lavori.
Ovviamente però il consiglio è sempre di chiedere preventivamente quale sarà la percentuale applicata, in quanto ogni professionista può liberamente richiedere un compenso differente.
Bonus facciate: chi ha ancora diritto al 90% di sconto?
Come abbiamo visto, il bonus facciate per chi lo richiede nel 2022, sarà sempre senza limiti di spesa quando gli interventi rientrano nelle specifiche, ma la percentuale di detrazione fiscale sarà al 60%.
Quindi un privato che inizia l’iter burocratico e successivamente i lavori, concludendo con il pagamento in questo anno, che ad esempio spende 10.000 euro potrà recuperare dalle dichiarazioni dei redditi in 10 anni o cedere il credito soltanto per 6.000 euro.
Ma c’è ancora chi rientra nel diritto allo sconto pieno della prima versione legislativa che prevede il 90% di sconto sulla cifra spesa. Si tratta dei contribuenti che hanno iniziato i lavori nel 2021. In particolare anche se l’intervento non è stato concluso al 31 dicembre, ma è ancora in corso.
Il diritto alla detrazione di imposta per il bonus facciate al 90% resta soltanto per coloro che hanno già pagato tramite le modalità previste dalla legge.
Cioè bonifico bancario parlante con apposita dicitura recante la misura legislativa di riferimento : “Bonus facciate 90% ex art. 1, commi 219-224 Legge n. 160/2019“.
Oltre a questo andranno indicati anche il codice fiscale del contribuente che intende sfruttare la detrazione e la partita iva della ditta che effettua i lavori. Il pagamento completo della fattura, si intende la data di effettuazione del bonifico e non quella effettiva di addebito, deve comunque essere avvenuto non oltre il 31 dicembre 2021 per quanto riguarda la richiesta della cessione del credito.
Chi invece ha optato per lo sconto in fattura, può attestare il pagamento della percentuale residua del 10% sempre entro fine 2021. In questi due casi dunque è ancora possibile recuperare il 90% della spesa anche se gli interventi di rifacimento della facciata si concluderanno nel 2022, o nel 2023.
Ovviamente condizione obbligatoria sarà sempre e comunque che i lavori vengano terminati e realizzati in maniera conforme. Per questo l’agenzia delle entrate potrà effettuare controlli anche successivi all’approvazione del credito. Quindi in caso di accertamento di una violazione, si procederà al recupero totale di tutte le somme già erogate a titolo di detrazione fiscale.
Bonus facciate: come cambia la cessione del credito
Per tutto l’anno 2022, come abbiamo visto, sarà recuperare il credito fiscale ottenuto richiedendo il bonus facciate all’agenzia delle entrate, tramite cessione del credito. Che sia al 90% nei casi ancora previsti, o nella nuova percentuale al 60%, quello che cambia sono i documenti obbligatori per il riconoscimento del rimborso e le modalità della cessione.
Infatti e prima la norma inserita nel Decreto Sostegni ter prevedeva l’impossibilità di utilizzare la cessione per più di una volta. Ora con il nuovo decreto del 18 febbraio è stata reintrodotta la doppia cessione successiva alla prima.
Tornano quindi le cessioni del credito multiple. Ma sia nel caso di cessione da parte della ditta che effettua i lavori, sia che il contribuente opti per la cessione diretta, successivamente i crediti potranno essere ceduti soltanto a banche, istituti finanziari e società assicurative.
Per le richieste 2022, è già disponibile, dal 4 febbraio, il nuovo modello cessione di Agenzia Entrate, con le relative istruzioni per la compilazione. Inoltre come già spiegato, tutto ciò sarà subordinato alla presentazione del visto di conformità, senza deroghe ed anche per importi inferiori ai 10.000 euro per il bonus facciate.
Ovviamente, le nuove norme del decreto anti frode stanno già provocando effetti negativi nei confronti dei contribuenti che spesso si trovano con l’iter di cessione bloccato in attesa di controlli sulle pratiche cosiddette “a rischio”.
Si stima che già a dicembre 2021, come riportato anche da Il Sole 24 ore, siano state rilevate gravi violazioni nelle cessioni del credito, non solo per il Superbonus 110%, ma anche per il bonus facciate, con frodi già accertate per almeno 4 miliardi di euro.
Scrittrice e giornalista freelance, classe 1979.
Inizio a scrivere sul primo giornalino scolastico all’età di 13 anni e dopo gli studi di linguistica e filologia presso l’Università La Sapienza di Roma ho iniziato a collaborare a vari progetti editoriali italiani ed internazionali come web editor ed articolista, occupandomi principalmente di cronaca, politica, economia ed inchieste con particolare attenzione all’analisi delle attuali problematiche sociali.
Il mio motto è? “Non preoccuparti se non sai qualcosa, preoccupati piuttosto se non vuoi imparare”.
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