

Pisa, 25 ottobre 2021 – «Il superbonus 110% e il bonus facciate al 90%? Sono stati la chiave di volta che ha rimesso in moto l’edilizia, settore fermo dal 2007 con la prima bolla immobiliare. Per questo condividiamo l’indicazione del Governo Draghi di prorogare a tutto il 2023 il Superbonus 110%, ma non limitando la proroga ai soli condomini ed edifici di edilizia popolare, e includendovi anche le unifamiliari e bifamiliari”.
È deciso il presidente di Cna Edili Costruttori della Provincia di Pisa, Luca Benedettini. “Incentivi come la cessione del credito – spiega – stavano dando ossigeno ad imprese e cittadini”.
Presidente, qual è lo stato dell’arte a Pisa?
“A Pisa, come nel resto dell’Italia, la ripresa del settore è stata evidente. La cessione del credito ha messo in moto meccanismi finora impensabili, soprattutto per quanto riguarda gli immobili singoli o bifamiliari. Ha stentato un po’ a partire tutto quello che movimentava i condomini , anche per le difficoltà oggettive, dovute al Covid e al lavoro di alcuni uffici, al Catasto, Si stava entrando un po’ a regime, si è mosso il mondo, con tutte le difficoltà del caso”
Lei auspica una conferma dei superbonus?
“Che questi interventi possano diventare strutturali a 5,6 o 10 anni è un sogno, a meno che qualcuno non ci cancelli il debito che nel nostro caso è il 160%. L’auspicio è che il 110 venga proprogato non solo per condomini ma anche per altre realtà unifamiliari e bi-familiari. Le nostre abitazioni sono energivore, c’è via via bisogno di interventi importanti pesanti. E poi c’è la questione bonus facciate, un punto interrogativo, Su questo oggi non si dice nulla, la scadenza è al 31 dicemnbre. Eppure è una misura che significa anche decoro per le nostre belle città. Auspichiamo possa essere proporgata a tutto il 2022. Abbiamo bisogno di avere una data di scadenza su cui le imprese possano orgarammare la durata dei cantieri, gli ordini dei materiali, le forniture, Ora è tutta una rincorsa, e il caos si vede”.
Cosa manca?
“Io seguo cantieri su Pisa, Livorno, Lucca. Ora che stanno partendo i condomini assistiamo alla mancanza totale di attrezzature, ponteggi, macchine, automezzi.. Anche ditte grosse come Knauff e Saint Gobain stanno dilazionando le consegne. Ci sono cantieri iniziati e fermi perché manca materiale per i cappotti termici, per coibentare le coperture, manca il rame, tutto quello che è di derivazione metallica e arriva dalla Cina. Mancano tutti i derivati e i prezzi raddoppiano, più del 50% su mattoni, trafilerie, lamiere a a lluminio. Ma c’è difficoltà anche a reperire mezzi, autocarri leggeri e meno ad uso dell’edilizia. Le consegne sono arrivate a 6-8 mesi. Se si rompe un camioncino, le piccole ditte sono letteralmente a piedi. Poi manca la compoente fondamentale…”
Cioè?
“La manodopera. Perché è un lavoro faticoso che nessuno vuol più fare. Una volta quello del muratore era un mestiere appetito, ben remunerato e di grande soddisfazione. Il capomastrop con il disegno in mano tirava su una casa. E c’erano il lavoratore specializzato, l’operaio, il manovale. Ora gli istituti professionali non formano più figure edili, la formazione si fa solo empirica, con la pratica e con le scuole edili finanziate dalla mutualità. Ma quando noi, con i nostri comitati tecnici paritetici, organizziamo corsi, non ci sono iscritti. Non siamo più ‘di moda’. Ecco perché l’edilizia deve riassumere il ruolo che ha sempre avuto nel sistema produttivo. Non è solo costruzione, è soprattutto manutenzione e l’italia ha bisogno di manutenere un patrimonio bellissimo ma vecchio. Deve essere adeguato dal punto di vista energetico, di antisismica. Il nostro è un settore stupendo, e trainante del Paese”.
Che si aspetta?
“Con la proroga a tutto il 2023 per i ccndomini e case popolari
avremo la possibilità di programmare interventi al 110%. Questo fa ripartire non solo le imprese edili ma tutto l’indotto, che prima del 2007 pesava quasi il 15% del prodotto nazionale, sono 250 miliardi. Senza considerare l’aspetto sociale perché l’edilizia ha sempre funzionato anche da ammortizzatore sociale. Visto il costo che questi interventi hanno sul bilancio dello stato, chiediamo almeno traslare tutto di un anno, il bonus 110 al 30 giugno 2023, il bonus facciate almeno a fine 2022″.
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