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“Bonus edilizi, frodi troppo facili”. Lite tra Draghi e M5S sui controlli – La Repubblica

ROMA – La stretta al Superbonus sarà allentata, consentendo “2-3 cessioni del credito e solo tra banche”, anziché una come dal 27 gennaio, e “attribuendo un codice a ogni operazione”, per garantire la tracciabilità del credito. La modifica arriverà via emendamento al decreto Sostegni ter (quindi sarà legge ed entrerà in vigore tra circa 60 giorni), assicura il ministro dell’Economia Daniele Franco.

Ma non basta a spegnere la polemica politica, che anzi divampa, sulle frodi legate ai bonus edilizi, “le truffe tra le più grandi mai viste nella storia della Repubblica”, dice Franco. Il premier Draghi affonda il colpo: “Quelli che oggi più tuonano sul Superbonus, che dicono che questi frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso… beh, questi sono quelli che hanno scritto la legge e permesso di fare lavori senza controlli”. E quando dice queste parole legge il depliant di Poste con l’invito a cedere il credito senza alcuna documentazione.

Il riferimento è al decreto 34 del 2020, il decreto Rilancio di maggio del primo anno pandemico, firmato da Conte-Gualtieri, governo giallorosso, che ha introdotto il Superbonus e sciolto le briglie pure agli altri bonus, consentendo per tutti lo sconto in fattura o la cessione illimitata del credito. Cessione che ha trasformato questi crediti in “moneta fiscale”, spiega Franco, libera di circolare, essere falsificata e monetizzata dall’ultimo anello della catena: banche, assicurazioni, Cassa depositi e prestiti, Poste.

Il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Ruffini ha rivelato giovedì, in audizione parlamentare, che su 38 miliardi di crediti ceduti al 31 dicembre scorso, ben 4,4 miliardi sono inesistenti. Di questi 2,3 miliardi sono stati sequestrati dalle Procure “e 1,5 miliardi già incassati”, aggiunge Franco. Dal 12 novembre – con il decreto anti-frode poi confluito in legge di bilancio – il governo ha introdotto un primo giro di vite, consentendo all’Agenzia anche controlli ex ante, anziché ex post.

Ora può bloccare la comunicazione sulla piattaforma telematica di scambio dei crediti entro 5 giorni dall’invio, se l’operazione è sospetta, e tenerla in sospeso fino a 30 giorni. Nel decreto Sostegni ter del 27 gennaio, all’articolo 28, è stato poi introdotto il divieto di cessione multipla del credito, limitandola a una sola volta. Una stretta che secondo gli operatori ha bloccato il mercato.

Non la pensano così Franco e Draghi. “Se il Superbonus oggi rallenta è per i sequestri della magistratura non per i controlli”, tuona Draghi. Furibonda la risposta dell’ex ministro M5S Riccardo Fraccaro: “Draghi sbaglia due volte, le truffe riguardano solo in minima parte il Superbonus. Il governo lavori per far ripartire subito i cantieri”. Dalle carte delle Procure in effetti emerge un quadro di truffa legata per lo più ad altri bonus edilizi. Confermato dall’Agenzia delle entrate: bonus facciate (46%), ecobonus (34%), bonus locazioni (9%), sismabonus (8%), Superbonus (3%).

La Procura di Roma spiega questa preferenza con l’assenza in questi casi dell’obbligo del visto di conformità e delle asseverazioni tecniche, poi introdotte dal governo Draghi. Lo stesso ministro Franco ammette: “I crediti falsificati riguardano poco il 110%, ma soprattutto gli altri”. Ma la miccia è partita e i Cinque Stelle in una nota chiedono al ministro di “chiarire, portando i dati in Parlamento: le frodi legate al Superbonus sono il 3% del totale”.

Franco intanto invita gli operatori a riattivare le piattaforme e accettare i crediti. Poste lo farà, “a valle delle modifiche normative annunciate”. Mentre Draghi taglia corto: “L’edilizia va avanti lo stesso, anche senza Superbonus: guardate gli altri Paesi”. Un modo per ricordare la sua nota avversità alla misura.

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