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Bonus edilizi, si riparte ma quanto bizantinismo – Quotidiano dei Contribuenti – EOS Sistemi avanzati scrl

Bonus edilizi, si riparte ma quanto bizantinismo – Quotidiano dei Contribuenti - EOS Sistemi avanzati scrl

In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale degli ultimi correttivi, ci si chiede se questi basteranno a far ripartire un mercato che continua a soffrire, con la gran parte degli istituti di credito che, ormai da tempo, ha sospeso i nuovi acquisti e sta lavorando solo per smaltire le pratiche già avviate. Diversi operatori bancari definiscono «non adeguate» le soluzioni individuate dal decreto Semplificazioni

di redazione

Come ha riportato recentemente dal “Il sole 24 ore” – La ruota delle correzioni alle norme sul superbonus ha, salvo sorprese, compiuto l’ultimo giro la scorsa settimana. La legge di conversione del decreto semplificazioni fiscali (Dl 73/2022), attesa a partire da domani in Senato per l’ultima approvazione, ha messo a segno un’importante modifica, che da giorni il mercato chiedeva: le nuove norme sulla quarta cessione sono adesso pienamente retroattive, anche per le opzioni comunicate prima di maggio 2022. E questo sarà, probabilmente, l’ultimo intervento prima dell’imminente scioglimento delle Camere.

Una questione non da poco quello dei bonus edilizi, a partire dal 110% e non solo, che sta mettendo in crisi le imprese del settore. Imprese e professionisti sull’orlo del fallimento a causa delle modifiche al meccanismo di cessione dei crediti edilizi.

La cessione del credito ha consentito, in particolare, l’utilizzo del superbonus 110% e del bonus facciate 90% (prima del 01 gennaio di quest’anno) con delle formule che prevedevano lo sconto in fattura da parte di imprese e professionisti che poi provvedevano senza particolari problematiche a rivendere il credito maturato. Un meccanismo quasi “perfetto”, molto semplice che partiva dal presupposto che una detrazione fiscale maturata per interventi realizzati, conformi e controllati, si sarebbe potuta tradurre in una moneta fiscale liberamente circolabile nel mercato.

Purtroppo, quello che sembrava una formalità ‘molto semplice’, si è trasformata in un ‘affare complicato’, un incubo fiscale, per delle norme, per così dire, bizantine.

L’utilizzo del super-eco-bonus a maggio 2022 aveva superato i 33 miliardi di euro.

Ma allora cosa ha trasformato un’operazione apparentemente semplice, in un’operazione complicata, da ‘mal di testa’? Le frodi rilevate dall’Agenzia delle Entrate sulle quali c’è da dire che né il superbonus né tanto meno la cessione del credito avevano grandi colpe. I dati hanno dimostrato che la responsabilità delle frodi era da associare ai bonus senza controllo (bonus facciate ed ecobonus ordinario in testa) che hanno consentito cessioni gonfiate nei prezzi se non addirittura inesistenti. Faccendieri e associazioni criminali hanno fatto il resto.

Il Governo ha cercato di metterci una pezza con il Decreto antifrodi (157/2021) e con la legge di bilancio 2022, estendendo i meccanismi di controllo a tutti i bonus e inserito nel Decreto Rilancio l’art. 122-bis con le misure di contrasto alle frodi in materia di cessioni dei crediti e il rafforzamento dei controlli preventivi.

Ma il legislatore in Italia non si fa mancare nulla e prosegue con le sue norme cervellotiche con il Decreto sostegni ter, modifiche al Decreto Frodi, Decreto bollette, Decreto Aiuti e chi più ne ha più ne metta.

Tutti questi cambi normativi hanno generato un caos operativo: ancora oggi esistono molti cantieri di bonus facciate 90% (dal 01 gennaio 2022 portati al 60%) che stentano a terminare a causa di contratti che prevedevano lo sconto in fattura ma che oggi non consentono a imprese e professionisti di convertire i crediti indiretti in capitale circolante.

Oggi il comparto dell’edilizia vive una situazione assurda in cui imprese e professionisti continuano a lavorare nella speranza che i crediti indiretti maturati da sconto in fattura possano essere acquistati da qualcuno che al momento non si fa avanti.

Il Governo e Parlamento hanno creato e causato un dramma sociale per non essere riusciti a pianificare al meglio una misura straordinaria che è diventata una ghigliottina soprattutto per chi l’ha utilizzata a partire dalla fine del 2021.

Il Parlamento, nel frattempo, ha chiarito che le opzioni di cessione e sconto in fattura comunicate prima di maggio 2022 sono pienamente operative. Si applica, cioè, a tutti i crediti presenti nei cassetti fiscali. Grazie alla conversione in legge della norma, le imprese hanno ora la possibilità di acquistare crediti dalle banche per pagare le proprie imposte.

In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale degli ultimi correttivi, ci si chiede se questi basteranno a far ripartire un mercato che continua a soffrire, con la gran parte degli istituti di credito che, ormai da tempo, ha sospeso i nuovi acquisti e sta lavorando solo per smaltire le pratiche già avviate.

Tutto finito? Tutto a posto? Possiamo ripartire?

Mica tanto. Diversi operatori bancari definiscono «non adeguate» le soluzioni individuate dal decreto semplificazioni fiscali. Da sole non sono in grado di rimettere in movimento un sistema che si è progressivamente impantanato e che presenta ancora rilevanti elementi di incertezza.

Il ‘bizantinismo’ è oramai prassi consolidata nel nostro sistema legislativo, come complicarsi la vita soprattutto per le cose semplici. Col tale termine si indicano le complicanze procedurali della burocrazia. Vuol dire anche capziosità, cavillosità e il suo contrario chiarezza, semplicità.

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