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Bonus mobili fino al 2024, ma la spesa massima scende a 5.000 euro – QuiFinanza

Bonus mobili fino al 2024, ma la spesa massima scende a 5.000 euro - QuiFinanza

La legge di Bilancio ha previsto la proroga del bonus mobili di tre anni, fino al 31 dicembre 2024. La detrazione del 50% (da recuperare in 10 anni) per l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici abbinato ai lavori di ristrutturazione edilizia, avrà però un nuovo limite di spesa detraibile: non più i 16mila euro attuali, ma i 5mila euro dei prossimi anni.

Bonus mobili, cos’è

Il bonus mobili è una detrazione Irpef del 50%, recuperabili in 10 anni attraverso la dichiarazione dei redditi, per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (nel caso di forni o lavasciuga classe A o superiore), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.

Dal 1° marzo 2021 è in vigore la nuova etichetta energetica europea, che reintroduce la vecchia classificazione da A a G ed elimina le classi A+, A++ e A+++. Si tratta del nuovo regolamento UE 2017/1396, che però in Italia è ancora in attesa di approvazione nella prossima Legge di Bilancio 2022.

Nel nuovo testo viene chiarito che la detrazione Irpef del 50% vale per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A per i forni, E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, F per i frigoriferi e i congelatori, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica.

Bonus mobili, nuovo tetto di spesa

Il bonus mobili verrà prorogato fino al 2024, ma con una riduzione del tetto di spesa che scende da 16mila a 5mila euro, meno di un terzo del 2021. I pagamenti vanno sempre effettuati con bonifico o carta di debito o credito.

Bonus mobili, quali spese copre

La detrazione spetta per l’acquisto di mobili nuovi: ad esempio letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione.
È escluso l’acquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, altri complementi di arredo.

Spetta inoltre per l’acquisto di elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), come rilevabile dall’etichetta energetica. L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo.

Rientrano nei grandi elettrodomestici, per esempio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.

Bonus mobili, i lavori che rientrano nell’agevolazione

Per avere l’agevolazione è indispensabile realizzare una ristrutturazione edilizia, sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali. Gli interventi edilizi per ottenere la detrazione devono riguardare:

  • lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti. I lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) non danno diritto al bonus
  • ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza
  • restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile
  • manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.

Per una lista completa degli interventi che rientrano nella manovra è possibile consultare la guida dell’Agenzia delle Entrate.

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