MILANO – La pandemia continua a far sentire i propri effetti sulla mobilità cittadina. A farne le spese, oltre ai mezzi pubblici, sono anche le attività di car sharing. Secondo ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, dopo un già complicato 2020 (con un -53% dei noleggi e una riduzione della flotta del 27%), anche i primi 7 mesi del 2021 si sono rivelati un difficile banco di prova per il comparto. Tra le principali cause del forte calo di domanda, una consistente riduzione della mobilità cittadina e il massivo ricorso al telelavoro, solo di recente gradualmente ridotto. Nei primi 7 mesi dell’anno in corso gli operatori del settore hanno registrato ancora un -50% dei noleggi che mette a dura prova i bilanci delle società.
Contestualmente al calo dei noleggi, l’Associazione rileva come qualcosa stia cambiando nelle abitudini di utilizzo del car sharing: sono diminuiti i noleggi in centro città e aumentati quelli in periferia; gli utilizzi si sono distribuiti in modo più uniforme nell’arco della giornata rispetto agli anni precedenti, quando si concentravano soprattutto nelle ore di punta; sul versante dell’offerta, si è registrato l’incremento della durata dei noleggi, determinato dalle nuove formule di car sharing “a lungo termine”, attivate proprio per attirare una parte di domanda che, nonostante il Covid, ha manifestato il bisogno di mobilità in modo continuativo.
Una notizia positiva arriva per il settore da uno studio condotto proprio da ANIASA e da Bain & Company: i timori legati all’uso dell’auto condivisa nei prossimi mesi oggi vengono espressi solo dal 13% degli italiani; un segnale incoraggiante se lo si confronta con il 54% rilevato a giugno 2020 e che premia gli sforzi compiuti dagli operatori sin dall’inizio della pandemia sul fronte dell’igienizzazione dei veicoli grazie alle più recenti ed efficaci tecnologie sul mercato.
“La pandemia ha confermato la centralità dell’auto anche nel sistema di mobilità cittadina, in cui il settore del car sharing può giocare un ruolo da protagonista”, ha osservato il Presidente ANIASA – Massimiliano Archiapatti, “Per un suo definitivo rilancio e consolidamento nelle nostre città, sono oggi però necessari e non più rinviabili interventi strutturali da parte delle pubbliche amministrazioni e del Governo. L’utilizzo del car sharing, infatti, genera un enorme beneficio per l’ambiente, non solo in termini di riduzione dell’inquinamento e del traffico, ma anche nel riadattare l’assetto urbanistico delle nostre città. Vanno quindi rimossi ostacoli di natura spesso burocratica che ne ostacolano una più ampia e virtuosa diffusione: un’auto privata rimane generalmente parcheggiata circa il 95% della sua vita, al contrario di un’auto condivisa che è in continua circolazione. Secondo un nostro recente studio condotto con il Centro Studi Fleet&Mobility sulla città di Roma, dotare la Capitale di una flotta di 20.000 auto in sharing, ne toglierebbe 228.000 dalle strade (ogni auto condivisa ne eliminerebbe circa 12), con una riduzione di emissioni pari a 83 tonnellate/anno di PM10 (-10% rispetto al dato attuale). Senza contare il decongestionamento delle strade e i nuovi spazi messi a disposizione della cittadinanza”.
Con l’obiettivo di guidare verso la ripresa di questo comparto, l’Associazione ha avanzato al Governo e alle Istituzioni locali 4 proposte concrete: dall’abolizione del canone annuale corrisposto dagli operatori ai Comuni per i veicoli, alla riduzione al 10% dell’IVA (oggi prevista anche per Tpl e NCC) su questi servizi, dall’inclusione nel bonus mobilità, alla previsione di fondi pubblici per la promozione di piattaforme di mobilità pay-per-use”.
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