Presidente Crocetti: «Dopo le nostre richieste di slittamento di qualche mese, adesso abbiamo un minimo di ossigeno in merito alle scadenze di presentazione delle pratiche».
Ricostruzione post-sisma, slittano le scadenze di presentazione delle pratiche. «Dopo un’accorata richiesta da parte di tutti gli Ordini e Collegi professionali sono state accolte le nostre richieste di slittamento di qualche mese e ci ha dato, per il momento, un minimo di ossigeno». Sono le parole di Leo Crocetti presidente del Collegio Geometri e G.L di Ascoli che afferma: «In relazione alle precedenti comunicazioni inviate in merito alla scadenza di presentazione dei progetti per danni lievi prevista il 30 giugno 2021, nelle quali si evidenziavano una serie di cause che non permettono ai professionisti il rispetto delle scadenze e quindi della procedura previste nell’Ordinanza 117, soprattutto per gli interventi di danni lievi collegati al superbonus 110%, rileviamo che, trascorsi ormai ulteriori trenta giorni, la pubblica amministrazione in generale, vale a dire Comuni, Usr, Struttura commissariale, non aveva ancora provveduto a rimuovere gli ostacoli evidenziati».
In merito alla richiesta di posticipo delle scadenze gli aspetti principali segnalati alla pubblica amministrazione hanno riguardato: gli accessi agli atti, indispensabili per la legittimazione di accesso al contributo, con attese di molti mesi; il mancato adeguamento del prezziario del cratere quindi la non incongruità dei prezziari regionali che in alcune voci non coprono nemmeno i costi di acquisto di alcuni materiali; i prezzi che nel frattempo sono aumentati in modo esagerato tanto che in alcuni casi hanno sfiorato il 200% quindi con l’impossibilità di sottoscrivere contratti con le imprese sulla base dei prezzi vigenti; la carenza di imprese interessate alla ricostruzione e soprattutto la poca chiarezza delle norme legate al superbonus 110% in particolar modo quando viene utilizzato per “l’accollo”.
«Si tratta di una serie di elementi – aggiunge Crocetti – che non dipendono dall’attività dei professionisti, ma che costringono, per rispettare le scadenze, di predisporre progetti obbligatoriamente incompleti che nessuno è in grado di completare nei termini e nei modi necessari per il rispetto delle scadenze. Dunque un’ attività professionale del tutto inutile e destinata a produrre successivamente varianti di importo per l’adeguamento dei prezzi indispensabile per poter sottoscrivere i contratti di appalto che non può essere effettuata senza che tutti gli elementi vengano governati e stabilizzati da chi ne è preposto. Attualmente però esistono ancora delle criticità in quanto i professionisti non sono messi nelle condizioni di operare in garanzia deontologica nei confronti dei committenti e della Pubblica amministrazione stessa che eroga i contributi, in quanto sono sovraesposti di responsabilità delle attività che invece dovrebbero essere di esclusiva competenza della pubblica amministrazione. I Tecnici infatti sono chiamati a rispondere al sistema delle scadenze, ormai, dimostrato dai fatti, del tutto inadeguato alla condizione di mercato venutasi a creare in questo ultimo anno».
«In questo momento – conclude Leo Crocetti – si deve ammettere però che sia il Commissario Legnini, il presidente della Regione Acquaroli e l’assessore Castelli, si stanno impegnando seriamente e qualche spiraglio di luce in fondo al tunnel si sta intravedendo. E’ indiscutibile che quanto concordato in passato non può non fare i conti con i mesi di lockdown da un lato e una partenza schizofrenica di vaccini, che ha implicato in parallelo serie conseguenze per quanto riguarda la carenza di materie prime. Qualche giorno fa il Commissario Legnini ha fatto un appello a tutti gli operatori edili nazionali di venire a lavorare nei territori del cratere di centro Italia e speriamo che questa richiesta venga raccolta anche se si ribadisce con forza che con gli attuali prezzi e la carenza di approvvigionamento dei materiali allontanano l’acquisizione degli appalti. Dopo cinque anni dal sisma è un obbligo nei confronti delle popolazioni colpite, evitare che la ricostruzione si avviti su se stessa. Perché questo è il rischio: produrre progetti, decreti a ritmi serrati e non poter attivare i cantieri mettendo in difficoltà la macchina della ricostruzione e deludere le aspettative ancora in essere. Noi geometri, così come gli altri ordini professionali, continueremo ad essere disponibili a collaborare e lavorare a fianco delle istituzioni in quanto riteniamo questo aspetto sia propedeutico, sono mesi che ci confrontiamo cercando insieme le soluzioni alle varie problematiche, chiarendo i punti essenziali per una ripartenza produttiva e concordata. Speriamo che si manifestino segnali positivi, ma si deve far presto se si vuole recuperare il tempo perso degli anni trascorsi».
Source: fotospot.it
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