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Cosa serve per caricare un’auto elettrica con i pannelli fotovoltaici – InsideEVs Italia

Agevolazioni, bonus, detrazioni. Non mancano le possibilità di ottenere benefici puntando sull’efficienza energetica e la mobilità elettrica. Anche in questo momento reso particolarmente complicato dal caro energia e dall’impennata delle bollette. Parte da qui questa nuova rubrica di InsideEVs dedicata al mondo delle rinnovabili e alle sue connessioni con la mobilità elettrica.

Una volta il metano rappresentava il massimo del risparmio energetico per chi guidava diesel o benzina. Oggi invece come si può limitare il più possibile la spesa per i carburanti?

La soluzione, che porta con sé anche il massimo per la salvaguardia dell’ambiente, viene dal mondo del fotovoltaico e in particolare dall’utilizzo a casa di inverter che sono anche colonnina di ricarica per veicoli elettrici.

Questo tipo di inverter, oltre a fare il solito lavoro di trasformare la corrente continua prodotta dai pannelli fotovoltaici in corrente alternata per le utenze di casa, ha anche la possibilità di lavorare come una normalissima wallbox per la ricarica domestica.

Come funziona

In che modo? In maniera molto semplice. L’energia elettrica prodotta in esubero dal vostro fotovoltaico spesso viene immessa in rete e remunerata dal GSE, il gestore dei servizi energetici, che paga circa 10/12 centesimi per ogni kW non autoconsumato (attraverso il meccanismo dello scambio sul posto). Un valore che rende più conveniente poter sfruttare (o immagazzinare in una batteria ad hoc) questa energia.

Per massimizzare l’autoconsumo l’inverter, grazie al caricatore interno e ad un cavo di Tipo 2 in dotazione, può trasferire quindi l’energia in esubero al vostro veicolo elettrico invece di cederla alla rete. L’accumulo di energia diventa la vostra auto elettrica o ibrida plug-in, di fatto permettendovi di guidare senza pagare il carburante, sfruttando l’energia solare prodotta dai pannelli. Una soluzione che unisce il mondo del fotovoltaico alla mobilità elettrica, all’insegna dell’autoconsumo di energia. E che può essere integrata a sua volta anche con un’altra batteria stazionaria.

Parlando di numeri riusciamo a ricaricare i nostri veicoli elettrici con potenze da un minimo di 1 kW fino a 6 kW, riuscendo ad aumentare la percorrenza dell’auto collegata all’impianto fino a 30 km in un’ora.

Wallbox, come sceglierlo

Di cosa abbiamo bisogno

Alla base di tutto questo sistema deve esserci naturalmente un impianto fotovoltaico installato a regola d’arte con materiale di qualità che sia affidabile nel tempo. Scegliete un inverter che abbia 10 anni di garanzia e magari pannelli fotovoltaici con garanzia sulla produzione di 25 anni per stare tranquilli.

Altro aspetto fondamentale è la potenza dell’impianto fotovoltaico. Un’auto elettrica comporta un aumento dei consumi, quindi della richiesta di kWh. Per avere una produzione solare che soddisfi i consumi della casa e della nostra auto dobbiamo avere un fotovoltaico che produca almeno quanto consumiamo e magari produca qualcosina in più. È buona norma installare fino a 1 kWp in più.

Come si dimensiona un impianto

Per avere un’idea di che impianto abbiamo bisogno, basta prendere la bolletta dell’energia elettrica e guardare la voce dei consumi annui in kWh. Prendete il dato e dividetelo per 1.100 kWh se state al Nord, 1.300 kWh se state al centro oppure 1.500 kWh se state al sud Italia.

Ne uscirà la potenza del fotovoltaico di cui avrete bisogno. Ad esempio:

  • consumo annuo 5.500 kWh, vivo a Milano. Fotovoltaico di almeno 5 kWp
  • consumo annuo 5.500 kWh, vivo a Roma. Fotovoltaico di almeno 4.2 kWp
  • consumo annuo 5.500 kWh, vivo a Napoli. Fotovoltaico di almeno 3.5 kWp

I costi di un impianto fotovoltaico senza accumulo, quindi solo con pannelli ed inverter, compreso di installazione e pratiche si aggira dai 1.600 € ai 2.000 € al kW di picco. Ovvero potremmo avere un impianto da 3 kWp a 5.000 € e un impianto da 6 kWp a circa 9.000 €.

Altro discorso se aggiungiamo la batteria di accumulo, i costi aumentano notevolmente di pari passo con i vantaggi e il risparmio che otterremmo, ma di questo ne parleremo meglio in altre guide dedicate. Il ritorno economico si attesta tra i 5 e i 7 anni a seconda dei costi, dei consumi e del tipo di incentivo statale a cui si accede.

La raccomandazione in ogni caso è sempre quella di chiedere un consiglio al vostro consulente energetico o al vostro tecnico di fiducia, affidandosi a professionisti del settore.

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I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.

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