Una conferenza stampa ricca di contenuti, in cui hanno parlato anche i ministri della giustizia e dell’economia
ROMA. Dal futuro di Mario Draghi – con una presa di posizione chiara sul suo impegno politico nei prossimi anni – ai superbonus, passando per il caro energia. Una conferenza stampa ricca di contenuti quella che ha seguito il consiglio dei ministri, nel pomeriggio di venerdì 11 febbraio.
LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
Sul tavolo del cdm c’era soprattutto il tema della riforma della giustizia. E la maggioranza ha trovato la quadra. Si percepisce dalle parole della ministra della giustizia, Marta Cartabia. «Questo percorso di rinnovamento innanzitutto ha a che fare con l’attitudine personale delle persone, lo diceva la Corte costituzionale: è una forma mentale, un costume, una coscienza. Ma norme più adeguate e più rigorose possono sostenere la magistratura in questo percorso», dice Cartabia. «Questa riforma era dovuta, dunque, innanzitutto ai tantissimi magistrati che lavorano quotidianamente, silenziosamente fuori da ogni esposizione di ogni genere – aggiunge -. E lo dobbiamo ai cittadini che hanno diritto di recuperare a recuperare una piena fiducia nella nostra magistratura». Parole di soddisfazione anche dal presidente del consiglio, Mario Draghi: «C’è stata condivisione della riforma e delimitazione delle aree con differenze di vedute e l’impegno ad adoperarsi con i capigruppo a dare la priorità assoluta in Parlamento per l’approvazione della riforma in tempo utile per l’elezione del prossimo Consiglio Superiore della Magistratura. Differenze di opinioni su alcuni punti sono rimaste, ma c’è l’impegno corale, la grande disponibilità delle forze politiche a raggiungere un accordo in tempi utili», dice Draghi, che poi aggiunge: «Sulla riforma del Csm ci sarà il coinvolgimento dei forze politiche nel rispetto dei tempi: niente tentativi di porre la fiducia, ci vuole condivisione e rispetto del Parlamento».
IL “CASO” SUPERBONUS E IL DEBITO PUBBLICO
Ha parlato anche il ministro dell’economia, Daniele Franco. E la sua attenzione si è soffermata sul sistema dei Superbonus. Che spesso e volentieri ha presentato delle “falle”. Lasciando spazio di inserimento ai “furbetti”. «La possibilità di cedere crediti fiscali è diventata nel 2020 pressoché illimitata, senza limiti nel numero di passaggi, estesa a tutte le tipologie e senza presidi di garanzia come asseverazioni o visti. Questa situazione ha di fatto trasformato questi crediti in una sorta di moneta fiscale, si è creato un mercato non regolamentato, e il legame con i lavori diventava più labile», spiega il ministro. «Al 31 dicembre la cessione dei crediti relativi ai bonus edilizi erano 4,8 miliardi per un controvalore di circa 38 miliardi di euro. Il quadro, fin quando non siamo intervenuti a novembre, era caratterizzato dalla mancanza di strumenti di verifica che ha fatto sì che questa moneta fiscale potesse non solo circolare liberamente ma anche venire falsificata. Le cessioni di bonus edilizi intercettate dall’Agenzia delle entrate ammontano a oltre 4 miliardi – dice Franco – di questi 2,3 già sono stati oggetto di sequestro, una quota significativa è già stata incassata», puntualizza il ministro, ricordando che ci sono già in corso indagini delle procure di Foggia, Roma, Rimini, Treviso e probabilmente altri seguiranno. Da novembre il governo è intervenuto «cercando di riportare normalità in questo contesto. Abbiamo introdotto visto conformità e asseverazione per bonus diversi dal 110, un passo importante perché, guardando i dati su questi bonus, i falsificati riguardano poco il 110 ma soprattutto gli altri. A novembre abbiamo dato all’Agenzia delle entrate poteri di controllo ex ante: ha 5 giorni per verificare la bontà delle segnalazioni che riceve. Con il decreto numero 4 di quest’anno siamo intervenuti sul numero di cessioni. È il susseguirsi di cessioni che fa sì che col passare delle cessioni si perde qualsiasi possibilità di ricostruire la situazione. Quindi le abbiamo limitate», conclude Franco. Poi, sul debito pubblico, il ministro annuncia: «Contiamo anche quest’anno di registrare una riduzione significativa del debito pubblico italiano rispetto al Pil. L’anno scorso pensiamo che il risultato sia stato buono, molto migliore rispetto alle attese. Quest’anno il rapporto debito/Pil dell’Italia continuerà a scendere».
CRESCITA E CARO ENERGIA
Draghi ha parlato anche della crescita del Paese e del caro bollette che sta mettendo in ginocchio attività e cittadini. «Per quest’anno la Commissione Ue prevede per l’Italia una crescita del 4,1%. I rischi per la crescita sono dati dal prezzo dell’energia, dall’inflazione e da tensioni geopolitiche che possono nascere. Abbiamo presente queste tre categorie di rischio: il Governo sta riflettendo su interventi in queste aree, l’importante è mantenere la crescita». Sul tema è intervenuto anche il ministro dell’economia, Daniele Franco. «È evidente che, data la dimensione dell’aumento dei prezzi dell’energia, questi interventi» finora «non possono annullare l’impatto su famiglie e imprese», per questo «stiamo lavorando a nuovo intervento» per «smussare l’impatto cercando di evitare che le famiglie, soprattutto con redditi più bassi, perdano potere d’acquisto e cerchiamo che le imprese non perdano competitività», dice Franco. «Oltre che gestire la situazione, che è difficilissima per molte imprese, dobbiamo pensare al futuro, a interventi che riducano rischi che queste situazioni si ripetano negli inverni prossimi».
IL FUTURO DI DRAGHI
Durante la conferenza Mario Draghi esclude nuovamente un suo impegno politico dopo le elezioni del 2023. Nonno al servizio delle istituzioni anche dopo il 2023? «Ho già risposto, lo escludo! Chiuso. Vorrei esser chiaro!”, risponde il premier ad una domanda dei cronisti.
Source: iltirreno.gelocal.it
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