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Edilizia e impianti, l’anno della riscossa. «Ma ora non rovinateci il superbonus» – Il Tirreno

Un cantiere edile (foto di archivio)

Piombino, tecnici e operatori del settore preoccupati per la rimodulazione delle agevolazioni. «Rischiamo una nuova flessione» 

PIOMBINO. «Lavoriamo moltissimo col bonus al 110 per cento. In base alla mia esperienza posso dire che montare in questa zona impianti importanti sia sul piano tecnico che su quello economico, come gli ibridi o pompe di calore, è una novità. Finora accadeva solo raramente».

A parlare è Lorenzo Camberini, termotecnico dello studio di ingegneria Camberini Tamburini. Una delle tante voci entusiaste, vista la mole di lavoro che ha portato, per il superbonus al 110 per cento, che è stato prorogato dal Governo ma che probabilmente ridurrà l’aliquota del bonus facciate dal 90 per cento al 60 per cento. Non solo. È previsto il rinnovo del 65 per cento per la sostituzione della vecchia caldaia con una nuova di classe A o superiore, e del 50 per cento per risparmio energetico (sostituzione caldaia con una nuova di classe A ma senza valvole di termoregolazione).

«Si tratta solo di una bozza – avvisa Camberini – la legge di bilancio uscirà tra dicembre e gennaio. Il fatto che il Governo volesse portare avanti i condomìni più che le monofamiliari l’avevamo già capito ma è ancora tutto da definire. Ad oggi sappiamo che per villette e monofamiliari la proroga va a dicembre 2022 diversamente da quanto precedentemente previsto, ovvero giugno 2023, ma solo nel caso in cui la comunicazione di inizio lavori sia stata inoltrata entro lo scorso 30 settembre e nel rispetto del tetto Isee fissato a 25.000 euro annui. Mentre è calendarizzata a fine 2023 la scadenza per i condomìni plurifamiliari».

Lo scopo del 110 per cento di bonus è adeguare i vecchi edifici a criteri attuali nell’ottica di un necessario efficientamento energetico con la conseguenza di significativi vantaggi in termini di comfort abitativo (e relativi benefici economici in bolletta). Una proroga tanto importante quanto attesa, tuttavia Roberto Nali che con la sua ditta MP Esco si occupa di sviluppare e realizzare progetti di efficientamento, ci spiega che i suoi principali timori riguardano il rischio concreto di perdere un’importante opzione come lo sconto in fattura. «Questo è stato il vero motore – dice – della crescita di tutti gli altri bonus, ma ad oggi in manovra non è stato contemplato il rinnovo se non per il 110 per cento (per gli altri incentivi sarà fattibile solo per le spese sostenute nel 2020 e 2021). Questo vale anche per la cessione del credito in banca. Ma ci auguriamo – dice Nali – che nella legge venga ovviato questo grosso problema».

Se è vero che il superbonus si è rivelato un’autentica benedizione per il settore, come minimo raddoppiandone la mole di lavoro, lo è altrettanto che proprio in virtù di questo certi nodi, come la carenza di materie prime e personale, sono venuti al pettine. «Lavoriamo moltissimo – dice Riccardo Raspolli, proprietario della Termo 3 – tanto che a volte siamo quasi in difficoltà a rispondere a tutte le richieste. Chiaramente data questa grande frenesia nel settore, c’è una certa difficoltà a reperire materiali come circuiti integrati per elettronica e in generale i componenti per caldaie, termostati ecc. Trovo che sia stata un’ottima misura forse un po’ sottovalutata inizialmente, poiché moltissime persone ne hanno già approfittato per riammodernare il proprio edificio, e tante ancora continueranno a farlo in futuro, data la proroga. Oggi per il settore c’è un super lavoro, ma talvolta mi chiedo se non subirà una brusca battuta d’arresto una volta che saranno scaduti i bonus, ovviamente spero di no».

«Lavoriamo anche il sabato e a volte la domenica mattina – commenta Andrea Bianchi, della Bianchi MIA srls – il 110 per cento si è rivelato un volano e sono convinto che lo sarà ancora se verranno rispettati certi termini di proroga. La ripresa dell’edilizia ha attivato una serie di meccanismi che hanno rimesso in moto l’economia generale del paese. I materiali effettivamente mancano, chi si è saputo organizzare ha sofferto meno, ma il problema è reale anche se non è tanto riconducibile al bonus quanto alla mancanza di materie prime che importiamo dall’estero». Circa le nuove percentuali leggermente in ribasso che dovrebbero essere adottate, Bianchi non ha molti dubbi. «Probabilmente assisteremo a un attimo di flessione – commenta – dopo di che ci si adatterà ai nuovi parametri. Credo che la gente continuerà ad approfittare dei vantaggi, piuttosto il problema è trovare manodopera qualificata. Si tratta di un problema che viene dal passato in quanto non c’è stata la volontà di portare avanti certi mestieri, ed oggi ne paghiamo dazio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Source: iltirreno.gelocal.it

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