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Energia, taglio delle bollette. Riserve vendute a prezzi bloccati – Corriere della Sera

Governo a caccia di risorse per finanziare il nuovo decreto legge per contrastare l’aumento delle bollette di luce e gas che dovrebbe andare la prossima settimana in consiglio dei ministri. Al Tesoro si stanno passando in rassegna le risorse disponibili senza ricorrere a nuovo deficit (scostamento di bilancio) escluso anche dal premier Mario Draghi, e al momento ci sarebbero sul tavolo circa 5 miliardi, tra maggiori entrate e altre poste di bilancio, ma la maggioranza preme perché la cifra aumenti, così da tutelare maggiormente le famiglie a basso reddito e le imprese energivore. «Sto lavorando per un decreto che tagli il caro bollette, questa è una vera emergenza nazionale», dice il leader della Lega, Matteo Salvini. Il segretario del Pd, Enrico Letta, chiede «un intervento tempestivo e di svolta» mentre per Antonio Tajani (Fi) bisogna aumentare la produzione italiana di gas. E ieri in circa 3mila comuni, su iniziativa dell’Anci, i sindaci hanno spento per mezz’ora le luci di edifici rappresentativi per sensibilizzare il governo.

Cgil all’attacco

Un intervento forte sulle bollette lo chiede pure il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che ieri, aprendo a Rimini l’assemblea organizzativa, ha rilanciato anche sul fronte dei contratti, affermando che «continuare a calcolare gli aumenti salariali sulla base dell’indice Ipca (indice dei prezzi al consumo armonizzato) depurato dai prezzi energetici non è accettabile», perché essendo proprio luce e gas a far schizzare i prezzi «significherebbe autorizzare una riduzione dei salari, anziché aumentarli». Il clima rischia di surriscaldarsi perché sono scaduti o in scadenza contratti importanti (commercio, chimici, elettrici).


Primi in classifica

Anche per questo è urgente frenare il più possibile gli aumenti sul fronte dell’energia dove, secondo un rapporto di S&P «l’Italia resta in testa alla classifica dei prezzi» in Europa. Ma anche se il governo dovesse decidere una proroga dell’azzeramento degli oneri di sistema sulle bollette, per ora valido solo nel primo trimestre, e già costato 5,5 miliardi, si tratterebbe comunque di un intervento parziale perché gli oneri incidono per circa il 20% sulla bolletta della luce e ancora meno su quella del gas. Si sta quindi ragionando anche su interventi più strutturali come l’utilizzo delle riserve di gas e l’aumento della produzione nazionale per poi rivendere queste forniture aggiuntive a prezzi calmierati.

Bonus e truffe

Sempre la prossima settimana l’esecutivo prenderà misure per rimettere in moto la cessione dei crediti sui bonus edilizi che si è incagliata dopo la stretta (credito cedibile una sola volta) del decreto Sostegni ter e le truffe scoperte dalla magistratura. Ieri il direttore dell’Agenzia delle Entrare, Ernesto Maria Ruffini, ha fornito i dati fino alla fine del 2021: i crediti ceduti valgono 38,4 miliardi di euro e sono relativi a 4,7 milioni di interventi. I più utilizzati sono il bonus facciate (13,6 miliardi il valore dei crediti ceduti), il Superbonus del 110% (13,4 miliardi), l’ecobonus (5,4 miliardi), il bonus ristrutturazione (quasi 5 miliardi). Le truffe scoperte finora ammontano a 4,4 miliardi, quelle più frequenti riguardano il bonus facciate. Le somme già sequestrate dalla magistratura hanno raggiunto 2,3 miliardi. Il governo è orientato a reintrodurre la cessione plurima del credito ma solo tra banche e intermediari vigilati dalla Banca d’Italia e per le operazioni infragruppo.

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