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Iniziata la fase due della ricostruzione di Amatrice, ma il termine dei lavori è ancora lontano – Agenzia Nova

Iniziata la fase due della ricostruzione di Amatrice, ma il termine dei lavori è ancora lontano - Agenzia Nova

sindaco amatrice

Nonostante sia partita la cosiddetta “fase due” della ricostruzione di Amatrice, per vedere rinascere il paese potrebbero volerci ancora due o tre anni. È la previsione fatta dal sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, interpellato da “Agenzia Nova”. “Questo sarà l’anno della ripartenza, e spero che tra due o tre anni si possa avere una ricostruzione molto più avviata, e che ci sia una vivibilità maggiore del territorio” ha detto Cortellesi. Il Comune di circa 2.500 abitanti che nel 2016 venne sconvolto da un forte sisma, entra quest’anno in una nuova fase. Secondo il report diffuso lo scorso 11 agosto, nella provincia di Rieti si parla di 346 interventi pubblici finanziati per circa 350 milioni di euro, di cui oltre 230 avviati tra progettazioni, lavori conclusi o in corso.

Per quanto riguarda Amatrice, in particolare, sono 15 le opere pubbliche avviate per il centro storico della città. Nella ricostruzione privata si contano, invece, 26 cantieri, di cui quattro operativi, sei decretati, tre in progettazione esecutiva, otto in definizione architettonica e sei in configurazione progettuale. Questa mattina, inoltre, c’è stata la visita del commissario straordinario del Governo per la ricostruzione sisma 2016, Giovanni Legnini, ai cantieri di Amatrice. Tuttavia, non si possono tralasciare le difficoltà che in questi ultimi anni sono state incontrate: “La burocrazia, una normativa farraginosa, nonché diversi contenziosi – ha sottolineato il sindaco di Amatrice ad “Agenzia Nova” – hanno posto dei fermi alle attività di ricostruzione sia nel pubblico che nel privato”.

“Inoltre, il censimento dei danni è stato azzerato tre volte. E poi il Covid e l’Ecobonus 110 per cento hanno ulteriormente rallentato i lavori. Il bonus – ha spiegato Cortellesi – ha fatto aumentare i prezzi dei materiali, facendo diventare anti economica la ricostruzione post sisma. Tanto è vero – ha sottolineato il sindaco – che tante imprese si sono spostate sui cantieri del 110, in cui le ricostruzioni di Amatrice non possono rientrare. C’è da dire – ha aggiunto Cortellesi – che in sei anni i ritardi sono stati dettati anche dai diversi cambi di commissario, di governo, nonché di amministrazione. Ora il commissario Legnini, finalmente, ha dato un impulso diverso”, ha detto ancora.

Queste complicazioni hanno avuto ripercussioni sui lavori effettivamente completati: “Finora è stato fatto abbastanza, ma non troppo”, ha ammesso il primo cittadino. “All’esterno del centro storico è stato ricostruito circa il 20-25 per cento, di cui molti condomini. Nei centri più colpiti, purtroppo, è stato fatto poco”, ha spiegato Cortellesi. Manca quindi ancora tanto da fare “all’interno del centro storico. Tuttavia – ha chiarito il sindaco di Amatrice – sono partiti i lavori di ricostruzione della torre civica, il simbolo della città: presto – ha detto Cortellesi – avremo la nostra campana che scandirà il tempo nel nostro territorio”.

Un territorio che per ripartire, tuttavia, ha bisogno anche di un rilancio economico: “Questo territorio vive molto dell’economia di ritorno nelle seconde case. Seconde case che in questo momento non ci sono. C’è quindi un ritorno marginale, soprattutto, dei romani che avevano le case ad Amatrice e che portavano economia”. C’è da tenere in considerazione anche un calo, seppur piccolo, della popolazione: “Nonostante siano stati ricostruiti molti servizi, il che ci pone a uno stadio avanzato rispetto ad altre realtà colpite dal sisma, vivere ad Amatrice, in questo momento – ha spiegato Cortellesi – non è semplicissimo. Per questo, abbiamo avuto un calo di circa il dieci per cento della popolazione”.

Ma oltre alla ricostruzione materiale, secondo il sindaco di Amatrice ci deve essere una “ricostruzione anche morale: un paesino di 2.500 persone che ne vede morire 239 in un colpo solo, tra parenti, amici o conoscenti, è una ferita che, purtroppo – ha concluso Cortellesi – non si rimarginerà mai del tutto”.

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