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Iren, investimenti raddoppiati nel nuovo piano industriale al 2030 – La Repubblica

ROMA – Decarbonizzazione e sviluppo delle rinnovabili, economia circolare, efficienza energetica e salvaguardia delle risorse naturali. Sono i quattro pilastri del nuovo piano industriale del gruppo Iren, la multiutility che ha come soci principali i Comuni di Genova, Torino, Reggio Emilia e Parma. Una spinta verso la transizione energetica impressa dal nuovo amministratore delegato Gianni Armani che ha introdotto, per la prima volta, un piano che avrà validità per i prossimi 10 anni.

Del resto, sono le tendenze dei macrosettori in cui opera Iren che lo richiedono, nel momento in cui la Ue sta spingendo le attività economiche verso le green economy. Il piano al 2030 prevede così una accelerazione alla crescita, a partire dagli investimenti: 12,7 miliardi di euro in 10 anni, con un raddoppio degli investimenti medi annui rispetto al 2015-2020 e un aumento della marginalità con un ebitda atteso a 1,8 miliardi (+870 milioni rispetto al 2020), con un tasso di crescita medio annuo del 7%.

L’utile netto è previsto a 500 milioni al 2030 (+270 milioni sul 2020) e un rapporto posizione finanziaria netta/ebitda di 2,5 volte al 2030. Le attività legate alla sostenibilità sono ovviamente la parte più consistente del piano industriale: “L’80% degli investimenti, ovvero circa 8,7 miliardi di euro – si legge in una nota della società –  sarà sostenibile e circa il 61% (circa 7,7 miliardi) sarà destinato allo sviluppo per favorire la crescita dimensionale del gruppo, di cui 1,6 miliardi destinati all’innovazione e 600 milioni alla digitalizzazione”.

Inoltre, è attesa una crescita organica (600 milioni di ebitda, supportata anche da investimenti nelle reti e nello sviluppo di fondi di generazione rinnovabili) e per linee esterne (160 milioni di ebitda) derivante dal consolidamento di società già partecipate, dalla partecipazione alle gare gas e del servizio idrico integrato e dall’espansione in nuovi territori nella raccolta rifiuti”. Infine, le previsioni finanziarie. E’ stata confermata la politica sui dividendi fino al 2025 (con un dividendo pari a 10 centesimi/azione sull’utile netto 2021, +5,3%, e una crescita del 10% annua fino al 2025), poi il pay-out ratio sarà del 50-55%.

Con la presentazione del piano, Iren ha comunicato al mercato anche i dati relativi ai primi nove mesi dell’anno. La multiutility ha annunciato un utile netto di 263,3 milioni di euro, in rialzo del 51,9% rispetto allo stesso periodo del 2020 (+57,6% a 241,52 milioni l’utile per gli azionisti), con ricavi in crescita del 18,1% a 3,104 miliardi. Gli analisti di equita attendevano un utile netto di 230 milioni e ricavi per 2,83 miliardi.

L’aumento dei ricavi – si legge sempre in una nota – è legato alla variazione di perimetro della business unit ambiente, a maggiori ricavi energetici per 333 milioni influenzati dall’aumento dei prezzi delle commodities (+436 milioni) e allo sviluppo di attività connesse alla riqualificazione energetica e alla ristrutturazione di edifici favorita da bonus facciate e superbonus 110%. L’ebitda si è attestato a 732,6 milioni (+12,3%), l’ebit a 336,4 milioni (+16%) e l’indebitamento finanziario netto è stato di 2,859 miliardi, in calo del 3,1% rispetto ai 2,95 miliardi del 31 dicembre scorso.

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