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La guida definitiva al Superbonus 110% – MutuiOnline.it

Fine anno non è solo il momento dei bilanci, ma anche quello della programmazione. Complice qualche giorno di riposo dal lavoro e qualche ora in più trascorsa in casa, spesso è un arco di tempo decisivo per decidere in merito a spese e investimenti.

Vale per diversi ambiti della vita familiare, a cominciare dall’eventuale ristrutturazione. Rispetto al passato oggi c’è il vantaggio di poter accedere a un bonus addirittura superiore all’esborso per i lavori e sono stati chiariti alcuni aspetti fin qui apparsi di difficile interpretazione, anche se occorre prestare grande attenzione ad alcuni dettagli per evitare cattive sorprese.

Di cosa si tratta

Il Superbonus 110% comporta una detrazione superiore del 10% a quanto pagato per ristrutturare casa. Lo si ottiene a patto che i lavori portino a un miglioramento della pagella energetica di almeno due classi. Per essere certi che ciò avvenga, è bene chiedere un progetto a un addetto ai lavori.

Dopo un lungo tira e molla all’interno del Consiglio dei ministri, si è deciso che il bonus resterà in vigore fino al 2023, con l’eccezione delle villette unifamiliari, il cui termine scadrà nel 2022. Nel 2024 la detrazione scenderà al 70% e nel 2025 al 65%. Tagli importanti che mettono seriamente a rischio il ricorso a questo strumento da parte delle famiglie, considerato che il gioco potrebbe non valere la candela, data la complessità delle procedure richieste, ben maggiore rispetto ai bonus casa tradizionali.

Insomma c’è tempo, ma nemmeno molto, considerato ad esempio che occorre convocare un’assemblea condominiale, vagliare diverse proposte di lavori, convincere eventuali condomini contrari e procedere con l’approvazione definitiva. A quel punto i lavori possono iniziare, ma a patto di trovare gli operai, che in questo periodo hanno lunghe file ad attenderli, proprio per la forte richiesta di interventi in campo edilizio.

Tagliola contro i furbi

L’Agenzia delle Entrate nelle scorse settimane ha lanciato l’allarme: a fronte di incentivi così generosi (siamo su livelli record per il nostro Paese), c’è un diffuso ricorso a truffe e fatture gonfiate. L’ente stima in non meno di un miliardo di euro l’entità di questo fenomeno, ma verosimilmente la cifra reale è ben più elevata. Così dovranno essere fissati dei prezzari su base regionale per evitare dichiarazioni difformi dai valori di mercato. In attesa di un decreto ministeriale ad hoc, tocca al professionista asseverare la congruità delle “spese sostenute”. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la congruità delle spese può essere attestata anche in assenza di Sal (il documento relativo allo stato di avanzamento lavori), sempre che il cantiere sia stato avviato.

Intanto l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il visto di conformità non è obbligatorio se la dichiarazione viene presentata direttamente dal contribuente attraverso l’utilizzo della dichiarazione precompilata predisposta dall’Agenzia delle Entrate (modello 730 o modello Redditi), oppure tramite il sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale (modello 730).

Fermo restando che i controlli su questo e gli altri bonus edilizi saranno ex ante ed ex post. Entro cinque giorni lavorativi dall’invio delle comunicazioni delle opzioni per lo sconto o per le cessioni dei crediti, l’Agenzia delle Entrate può sospendere – fino a 30 giorni – gli effetti di queste comunicazioni se emerge un determinato profilo di rischio.

Basterà a dissuadere i furbetti senza compromettere il ricorso al beneficio anche da parte delle tante persone oneste? Tra qualche settimane si avranno i primi numeri in merito.

Source: mutuionline.it

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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