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La maxi-truffa del Superbonus ha colpito anche in Fvg – Il Friuli

Sono oltre un centinaio le segnalazioni ricevute da Consumatori Attivi da cittadini friulani che si sono trovati incastrati nelle maglie delle pratiche Superbonus e molti hanno sottoscritto contratti d’appalto con il Consorzio Sgai di Napoli per effettuare i lavori previsti dal Decreto Rilancio per usufruire del bonus 110%, ma non hanno mai visto iniziare le opere, salvo trovare l’amara sorpresa nel proprio ‘cassetto fiscale’ dell’avvenuta cessione del credito in favore dello stesso Consorzio, a loro totale insaputa.

“In altri casi”, precisano da Consumatori Attivi, “c’è stato un principio di lavori, rivelatosi disastroso a causa della negligenza nell’esecuzione e dalla scarsa qualità dei materiali utilizzati o blocchi nella cessione dei crediti. Le vittime di quella che, dalle prime indagini partite da diverse procure italiane, pare essere una truffa milionaria, potrebbero essere ben di più. Ecco perché è importante ribadire l’invito a controllare il proprio cassetto fiscale”, ricorda la presidente Barbara Puschiasis, responsabile del settore Consumer Protection di Consumerismo, a quanti hanno sottoscritto un contratto per il Superbonus e non hanno visto i lavori iniziare.

Ed è proprio questo il primo consiglio dato dall’avvocato Ester Soramel di Udine ai propri assistiti, dopo aver esaminato i contratti da loro conclusi con il Consorzio Sgai. “Il modus operandi era sempre lo stesso: procacciatori d’affari porta a porta dapprima presentavano ai proprietari di case esclusivamente unifamiliari questionari e proposte di adesione predisposte dal Consorzio Sgai o società ad esso collegate, le quali si incaricava di predisporre uno studio di fattibilità degli interventi finalizzati a usufruire delle detrazioni fiscali dell’ecobonus 110%”.

“Invece dello studio, veniva presentato poi direttamente il contratto d’appalto con il Consorzio Sgai di Napoli, che prevedeva la realizzazione delle opere di riqualificazione a fronte del pagamento esclusivamente con la cessione dell’ecobonus, previa presentazione di un capitolato che, però, i clienti non hanno mai ricevuto. Erano proprio questi ultimi a dover fornire tutta la documentazione (Ape, planimetrie, visura catastali, …) al Consorzio, ma poi nessun tecnico si è più presentato. Dinanzi alle lamentele dei clienti, il Consorzio rispondeva che stava eseguendo i rilievi delle case con un drone”.

“Come si possa progettare, a esempio, la posa in opera dei serramenti senza prendere fisicamente le misure non è dato capire”, si chiede Soramel. “Lo scenario a questo punto si diversifica. Alcuni clienti si sono visti piantare cartelloni d’inizio e fine lavori davanti casa, con indicati professionisti e aziende sconosciute. Una, fra l’altro, avente la sede legale coincidente con quella del Consorzio Sgai e con un capitale sociale di soli 900 euro, il che lascia presumere che non sia una società strutturata e con grande esperienza edilizia alle spalle”.

“Dopo aver posizionato i cartelli, comunque, nessun lavoro è partito. Altri, invece, se la sono trovata davanti alla porta di casa senza preavviso per rifare il cappotto o cambiare serramenti, con esiti disastrosi: lavori eseguiti male, che hanno causato persino un peggioramento dell’abitabilità delle case, lasciate poi abbandonate in un cantiere senza fine. Nella documentazione che i clienti dovevano sottoscrivere c’erano anche procure in bianco a intermediari per l’invio di comunicazione telematiche”.

“Ed è proprio questo ad aver fatto scattare l’allarme. I malcapitati si sono, infatti, trovati nel cassetto fiscale la cessione del loro credito al Consorzio Sgai, compresi coloro che non hanno avuto nessun principio di inizio lavori. Questo vuol dire – continua Soramel – che qualche tecnico abilitato ha asseverato e inviato all’Enea relazioni su lavori inesistenti, che probabilmente sono state emesse fatture false e infine che un commercialista ha poi perfezionato la cessione del credito con l’Agenzia delle Entrate apponendo il proprio visto. E’ stato asseverato e certificato, in altre parole, il nulla”.

“In alcuni casi – segnala sempre Soramel – l’architetto asseveratore è risultato persino sospeso dal proprio Ordine! È stata già sporta denuncia nei confronti del Consorzio Sgai e di tutti i soggetti coinvolti, ma ora come ora ciò che preoccupa è il danno reale e attuale per queste persone: il rischio è non solo di aver perso definitivamente il Superbonus senza aver avuto la riqualificazione dei propri immobili, ma soprattutto di trovarsi esposti verso il Fisco, che potrebbe procedere nei loro confronti per il recupero di un credito del quale, in realtà, i truffati non hanno mai beneficiato”.

“Consumatori Attivi si augura che nelle prossime modifiche al Decreto Rilancio venga inserita una norma ad hoc per evitare tale inaccettabile ingiustizia e un’inevitabile proroga dei termini per la conclusione dei lavori per le unifamiliari e per coloro che, malauguratamente, si sono trovati coinvolti nelle truffe che non può che arrivare almeno a fine anno. Il fatto che, però, sulla proroga si attenda ancora di adottare una decisione dal punto di vista legislativo lascia molta amarezza perché le famiglie e le imprese hanno necessità di tempo per organizzarsi di conseguenza”, conclude Puschiasis.

Source: ilfriuli.it

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