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Legge di Bilancio 2022: via al confronto tra i partiti sulla manovra. Quasi 6.300 emendamenti – Il Sole 24 ORE

Sono 6.290 gli emendamenti al ddl Bilancio

Dall’altra, la seconda partita: alle 17 di lunedì 29 novembre è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl di Bilancio in commissione Bilancio del Senato. Sul piatto 600 milioni per finanziare le modifiche introdotte da entrambi i rami del parlamento (ma la partita si giocherà al Senato, in prima lettura). Sono 6.290 le proposte di modifica presentate dalle forze politiche. Sulla gran parte c’è la firma delle forze politiche della maggioranza. Forza Italia ne ha presentati 1.108, la Lega 976, il M5s circa 988, il Pd 865, Italia viva 468. Altri 890 sono arrivati dal Gruppo misto, inclusi i circa 250 di Leu, e 210 dalle Autonomie. Dall’opposizione sono giunti 785 emendamenti di FdI. Sono stati poi presentati altri 64 subemendamenti all’emendamento con cui il governo punta a trasferire nella legge di Bilancio il decreto anti-frodi sui bonus edilizi. L’anno scorso, col Conte bis, le proposte di modifica furono 7 mila. Prima che i lavori in Commissione entrino nel vivo, si dovrà attendere la fine del ciclo di incontri fra Draghi e i partiti. Il lavoro sulla legge di Bilancio andrà per qualche giorno in parallelo a quello sul Dl fisco-lavoro, collegato alla manovra, ora all’esame delle commissione Finanze e Lavoro del Senato, e a quello sulla delega fiscale, che mercoledì 1 dicembre inizierà il suo percorso in commissione Finanze alla Camera.

I segnali (non positivi) giunti dalla maggioranza nell’ultima settimana

Il Capo del Governo sa che bisogna evitare che si ripetano gli incidenti d’Aula delle scorse settimane e che gli emendamenti alla legge di bilancio diventino occasione per alzare la posta con il governo o per contarsi, in vista del voto di gennaio per il Quirinale. Non soni sfuggiti a Draghi i segnali giunti da Palazzo Madama nell’ultima settimana: la fatica fatta a trovare un accordo sui relatori della legge di bilancio, le tensioni nei gruppi e tra i gruppi, la scelta di Lega, Fi e Iv di votare due volte contro il governo sul decreto sulle capienze. Ci sono state nuove scintille fra Lega e M5s, dopo che Salvini ha annunciato che chiederà al premier di destinare i fondi del reddito di cittadinanza al taglio delle bollette

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Le richieste dei partiti

I partiti premono. I 5 Stelle, che sono stati la prima forza a essere ricevuta a Palazzo Chigi anche in quanto gruppo di maggioranza relativa in parlamento, chiedono di far saltare il tetto Isee sulle villette e meno complicazioni burocratiche per il Superbonus e, soprattutto, nessuna altra modifica al Reddito di cittadinanza. Chiedono anche l’accredito diretto sul conto corrente delle spese detraibili: il cashback fiscale. Propongono inoltre di riconoscere il trattamento previdenziale, ora previsto solo per le altre forze di polizia, anche per i dipendenti dei corpi forestali delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano.

La Lega chiede l’abbattimento dell’Iva sui generi di prima necessità (per il triennio 2022-2024 o strutturale, costo 3,8 miliardi), la proroga del Superbonus per le onlus e anche per le unifamiliari, con un mix di ipotesi che vanno dal raddoppio del tetto Isee al decalage all’80% degli incentivi senza fissare però alcun paletto legato al reddito, la proroga ampia per la rottamazione delle cartelle e estensione della flat tax fino a 100 mila euro di fatturato con aliquota del 20%. Il partito guidato da Matteo Salvini propone anche di introdurre con il cosiddetto “emendamento Amazon” disposizioni di contrasto alle frodi con obbligo di fatturazione elettronica e responsabilità solidale fra cessionario e piattaforma, nonché interventi in favore dell’automotive con un rifinanziamento da 150 milioni del fondo ecobonus. La Lega punta poi a introdurre il credito di imposta per l’installazione impianti in scuole e ospedali, ad aumentare pensioni e assegni di invalidità e all’istituzione di un fondo per le persone autistiche (100 milioni). Nel pacchetto che la delegazione proporrà al premier martedì 30 novembre trova spazio infine una serie di emendamenti che spingono per l’assunzione nelle forze dell’ordine e per aumentare gli straordinari così come la richiesta di esonero per 6 mesi del canone patrimoniale di concessione (ex Tosap/Cosap) con un costo stimato di 93 milioni.

Forza Italia preme per uno sforzo ulteriore per ridurre la pressione fiscale: la legge di Bilancio, ha ricordato il leader Silvio Berlusconi «può essere migliorata con l’estensione del taglio dell’Irap, che abbiamo sempre definito “imposta rapina”, alle aziende e dell’Irpef per i lavoratori. Proporremo a Draghi di mantenere i bonus edilizi e di estenderli anche alle case monofamiliari e agli impianti sportivi e un differimento delle cartelle esattoriali e degli altri adempimenti fiscali al 2022».

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