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L’istruzione a due velocità – Corriere del Mezzogiorno

L’istruzione a due velocità - Corriere del Mezzogiorno

Mezzogiorno, 10 agosto 2022 – 08:11

Il divario tra Nord e Sud

di Sergio Talamo

Prima dell’Unità d’Italia, il Mezzogiorno scontava gravi lacune in termini di istruzione. La dinastia borbonica sottovalutava o persino temeva la cultura di massa. Difficile dire quanto tale ritardo abbia pesato nella resa immediata e totale del Regno di Napoli. Ma è ancora più difficile spiegare come, dopo 160 anni, il gap di istruzione con il resto del Paese sia ancora così marcato. Qui i pregiudizi ideologici non c’entrano: ci sono gravi responsabilità politiche, di omissione, incuria, mancanza di visione strategica.

Nel rapporto Svimez, il dato è esplosivo: un bambino meridionale, per l’assenza di infrastrutture, trascorre 4 ore a settimana in meno nella scuola primaria rispetto a un coetaneo del Centro-Nord. Circa un anno in meno considerando l’intero ciclo primario. Questi i dati specifici: 650 mila alunni delle scuole primarie statali del Sud (79% del totale) non hanno la mensa. Nel Centro-Nord gli studenti senza mensa sono 700 mila, il 46% del totale. Secondo punto: 550 mila alunni (66% del totale) non sanno cosa sia una palestra. In questo, la Puglia è messa un po’ meglio, ma in generale la differenza con il Centro-Nord (54% di studenti senza palestra) è evidente. Una delle conseguenze di queste lacune è che mentre a Sud è in sovrappeso un minore su 3 (31,35%), nel Centro-Nord la percentuale scende a uno su 5. Infine, il tempo pieno: 18% di alunni al Sud, 48% al Centro-Nord. A conti fatti, un anno di scuola in meno nel ciclo primario.


Ogni progetto di sviluppo legato al Pnrr deve ripartire da qui, da una scuola abbandonata a sé stessa mentre è invece il crocevia di tutte le disparità sociali. Svimez vede due pericoli che possono essere letali: la lentezza nella realizzazione delle infrastrutture (450 giorni in più di media) e un’inflazione che al Sud potrebbe pesare di più che nel resto del Paese. Per questo, occorre una visione comune fra le Regioni del Sud che abbia come cardini le infrastrutture per l’istruzione e i tempi certi per passare dalle parole ai fatti. L’abnegazione di insegnanti e impiegati rende tuttora le nostre scuole un punto di riferimento della vita sociale, dove anche i bambini delle famiglie più disagiate trovano sostegno, cura e amore. Ma la nave del Pnrr è forse l’ultima occasione per prendere davvero il mare aperto.

Sempre Svimez ricorda che al Sud la crescita tira, ma soprattutto per i sostegni pubblici tipo ecobonus 110%, l’occupazione sale ma è quasi sempre precaria, e il nodo resta l’aumento di capacità produttiva: sotto di tre punti a quella del Centro-Nord. Produrre meglio e puntare sulle infrastrutture che riducono le disuguaglianze e aiutano l’infanzia e il sapere. È un progetto di governo, ma prima ancora di sopravvivenza.

10 agosto 2022 | 08:11

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