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Manovra, il governo cerca la mediazione. I sindacati vanno avanti con lo sciopero – Corriere della Sera

L’obiettivo delle prossime ore è riaprire un dialogo con i sindacati. Dopo lo strappo di Cgil e Uil, con tanto di convocazione dello sciopero generale il 16 dicembre, nella fila del governo si sono attivati i canali per cercare di trovare un’intesa sui contenuti della manovra con i leader di Cgil e Uil. Certo è che lo stesso premier Mario Draghi si adopererà per evitare lo sciopero generale, del resto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, gli ha riconosciuto il tentativo di mediazione dei giorni scorsi, salvo constatare che il premier è stato «brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza». Il contesto per un’eventuale riapertura del dialogo appare però costellato di incognite. Il primo imprevisto discende dalla conclamata spaccatura sul fronte sindacale: la Cisl rimprovera a Cgil e Uil la rottura del dialogo e annuncia, nel frattempo, per sabato 18 una manifestazione nazionale per impegnare il governo, evitando però destabilizzazioni sul piano delle relazioni industriali e sociali. Dal versante Uil il segretario generale, Pierpaolo Bombardieri, fa sapere che per ora non è previsto nessun incontro con Draghi. «Se qualcuno ci dovesse chiamare siamo pronti ad andare per trovare una soluzione. Al momento ci sono zero possibilità che si possa ritirare la sciopero. Vediamo comunque su quali punti il governo intende modificare le sue proposte», dice Bombardieri. La seconda incognita è legata alle diverse posizioni all’interno del governo stesso, dove la componente più riformista e progressista dell’esecutivo ritiene fondate le ragioni dello strappo sindacale. A dirlo è, per esempio, la sottosegretaria all’Economia, Cecilia Guerra:«Sul fisco è stata fatta un’operazione di razionalizzazione. Gli effetti redistributivi sono discutibili, io mi ero battuta per un intervento sul cuneo fiscale. Io rappresento la parte di sinistra (Pd, ndr) del governo quindi — spiega Guerra — sono sensibile e preoccupata che si sia arrivati a una manifestazione così importante di dissenso e protesta, credo sia assolutamente legittima e che il sindacato debba svolgere il suo ruolo». Un’analoga lunghezza d’onda è espressa dal ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli. «Lo sciopero è un diritto. Ci sono alcuni temi che i sindacati pongono che — osserva i ministro del M5S — sono condivisibili, è giusto mettere al centro il tema del precariato, delle pensioni, dei diritti dei lavoratori». Un quadro in via di definizione con qualche ulteriore preoccupazione in arrivo dai mercati, dove i titoli di Stato italiani sono finiti sotto pressione: lo spread tra Btp e Bund tedesco si è allargato di 4 punti base, a quota 134. Procede intanto la verifica per quantificare i costi dei 731 emendamenti alla legge di Bilancio segnalati dai partiti alla commissione Bilancio del Senato. In ballo la rimozione del tetto Isee per il Superbonus, l’esenzione Iva alle associazioni del terzo settore, il fondo da 150 milioni per l’ecobonus per l’acquisto di autoveicoli , la norma a favore degli operai edili che prevede l’abbassamento dei requisiti di anzianità contributiva.

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