Si sperava in un piano strategico per l’elettrificazione dell’industria automotive e del rinnovo del vetusto parco circolante italiano. Nella Manovra finanziaria licenziata dal governo Draghi non c’è nulla di tutto questo.
Nessun ecobonus strutturale, o una proroga di quello attuale (la cui scadenza è fissata al 31 dicembre 2021). Nessun riferimento neppure alla soppressione del superbollo per le auto più potenti e al temuto aumento dell’accisa sul gasolio. C’è da attendere il completamento dell’iter parlamentare che approverà la legge di Bilancio 2022 entro fine dicembre.
CHE NE SARÀ DELL’ECOBONUS?
Non hanno avuto risposta le richieste delle associazioni dell’automotive che avevano ripetutamente chiesto l’istituzione di sostegni all’acquisto in maniera strutturale o, per lo meno, un prolungamento degli incentivi all’acquisto. L’Ecobonus istituito dalle leggi di Bilancio 2019 con obiettivo triennale scade infatti alla fine di quest’anno.
Mentre i nuovi fondi per l’acquisto di auto elettriche e ibride plug-in, nella fascia di emissioni tra 0 e 60 g/km di CO2, sono andati esauriti in poco più di 28 ore, tra il 27 e il 28 ottobre.
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Il Fondo italiano per il clima
Resta viva la speranza di trovare supporto all’automotive nell’articolo 128 della Manovra, che istituisce il Fondo italiano per il clima, con una dotazione di 840 milioni all’anno dal 2002 al 2026 per il “finanziamento di interventi a favore di soggetti privati e pubblici volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’ambito degli accordi internazionali sul clima e tutela ambientale ai quali l’Italia ha aderito”.
Il Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale
È chiaro, invece, l’interesse delle istituzioni nei confronti del trasporto pubblico. Al suo incremento saranno destinati:
- 100 milioni nel 2022
- 200 milioni nel 2023
- 300 milioni nel 2024
- 350 milioni nel 2025
- 400 milioni annui a partire dal 2026
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