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Recovery, rinviato ancora il Cdm. Pressing su Draghi sul Superbonus. Ultimatum M5S: “Senza proroga diffici… – la Repubblica

Un altro rinvio. Il Consiglio dei ministri sul Pnrr, il Recovery plan dell’Italia, previsto per le 10 di questa mattina, è stato rimandato ancora. Per il momento, non è stato fissato il nuovo orario di convocazione o la nuova data. Già ieri il rinvio, dopo la diffusione della bozza del piano da parte dei media. Nel documento di 318 pagine, un piano Draghi in 4 grandi riforme e 6 missioni: i progetti di riforma di fisco, giustizia, pubblica amministrazione e concorrenza, ma anche lo stop a Quota 100 dal 2022. Giovani, donne e Sud, poi, le tre priorità trasversali. L’iniziale mancato rinnovo del Superbonus fino al 2023 ha scatenato le critiche principalmente del M5S e Forza Italia. Tanto che dai grillini è arrivato quasi un ultimatum a Draghi: “Per noi sarà molto difficile dire sì al Pnrr qualora non dovessero arrivare garanzie su questa estensione”.

Il Governo, quindi, sta lavorando alla presentazione del Piano nazionale ripresa e resilienza, che va inviato a Bruxelles entro il 30 aprile. “È pronto”, fanno sapere fonti del governo mentre sono in corsor interlocuzioni tecniche con Bruxelles in vista della presentazione. Si tratta, di un piano molto ampio dove per la prima volta si mette nero su bianco un insieme di riforme strutturali in grado di disegnare il futuro del Paese.

Il nodo Superbonus

Nei giorni scorsi, il nodo Superbonus ha spaccato la maggioranza: M5S e Forza Italia hanno infatti preteso una proroga fino al 2023 per cui servono le coperture. E da Draghi sarebbe arrivata una prima rassicurazione. Ci saranno, è una certezza, la promessa fatta ai grillini dal presidente del Consiglio, alle prese con le ultime limature del Pnrr e le interlocuzioni con Bruxelles. Draghi avrebbe spiegato ai 5 Stelle che le coperture verranno verificate annualmente a seconda del ‘tiraggio’. Vale a dire quante risorse vengono spese in base ai lavori. Non solo superbonus: anche fisco e liberalizzazioni sono al centro del confronto politico. Al momento, poi, sono in corso interlocuzioni fitte tra i tecnici di Bruxelles e quelli italiani per definire alcuni aspetti del Piano di 221,5 miliardi, in particolare sulle riforme che dovranno accompagnarlo.

Ultimatum del M5S

Sulle frizioni nel governo sul superbonus al 2023 è intervenuto l’ex premier Giuseppe Conte, capo in pectore del M5S: “La transizione ecologica è una priorità sia per me che per il Movimento 5 Stelle – ha scritto su Facebook – È un’occasione imperdibile per il nostro Paese e non può essere rimandata per difetto di lungimiranza o carenza di volontà politica. In quest’ottica, il superbonus 110% è una misura fondamentale per consentire non solo di salvaguardare il nostro Pianeta e abbattere in modo significativo le emissioni, ma anche per permettere a milioni di famiglie di risparmiare sui costi dell’energia e di rendere più sicure le proprie case sul piano antisismico”.

D’accordo con Conte, anche il senatore Pd Andrea Marcucci: “Sono a favore del #Superbonus110 fino al 2023. Aiuta le imprese, mette in sicurezza le case, riduce le immissioni. Va assolutamente prorogato nel #PNRR”, ha scritto su Twitter. Davide Crippa ed Ettore Licheri, capigruppo del MoVimento 5 stelle di Camera e Senato, hanno ribadito il concetto: “Il MoVimento 5 Stelle chiede al presidente del Consiglio Mario Draghi di assumere un impegno chiaro con i cittadini e le tante categorie produttive che in queste ore lanciano il loro appello al Governo affinché proroghi il Superbonus 110% almeno fino alla fine del 2023”. Tutto il M5s, quindi, non allenta il pressing sul nodo Superbonus e ha affidaro a una nota dei senatori in commissione Industria Gianni Girotto, Cristiano Anastasi, Gianluca Castaldi, Marco Croatti, Gabriele Lanzi e Sergio Vaccaro, questo messaggio a Palazzo Chigi: “Per noi sarà molto difficile dire sì al Pnrr qualora non dovessero arrivare garanzie su questa estensione, perché una brusca interruzione del percorso avviato avrebbe effetti nefasti su una macchina virtuosa che si è appena messa in moto. Draghi lanci un segnale e si impegni subito davanti al Parlamento. Bisogna dare certezze tanto alle imprese tanto ai cittadini. Abbiamo un’occasione unica davanti, sprecarla sarebbe imperdonabile”.

E ancora. La stessa richiesta è arrivata anche dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, e il direttore generale, Giovanni Sabatini, che hanno chiesto “alle Istituzioni italiane che nelle misure di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza siano contemplate fino al 2023 le misure relative al potenziamento al 110% per l’ecobonus e il sismabonus che rappresentano un determinante incentivo alla ripresa di importanti filiere della nostra economia”. Secondo Patuelli e Sabatini, “la certezza del diritto, la massima semplicità possibile e la stabilita’, almeno fino al 2023, delle misure messe in campo sono fondamentali per consentire di sviluppare adeguati programmi di investimento in questa materia che è intrinsecamente complessa”.

La Lega e il pressing sulle riaperture

Continua, poi, il pressing della Lega sulle riaperture dei centri commerciali nei weekend, sparite dall’ultimo dl. Il partito di Matteo Salvini  sostiene, inoltre, che le regioni non siano state ascoltate abbastanza (ora a trazione Lega con la leadership della conferenza dei governatori in mano a Massimiliano Fedriga).

Sul Superbonus, il M5S ha insistito molto volendo la garanzia del governo che la proroga sia almeno a fine 2023 per tutte le tipologie di edifici e che ci siano 10 miliardi in più rispetto ai 18 già precedentemente stanziati e ora semplicemente suddivisi tra Pnrr e fondo complementare. “Molto contento che nel Pnrr ci siano oltre 10 miliardi, più 8 nel fondo investimenti”, ha commentato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

Secondo la Lega “per una più ampia azione di riqualificazione del patrimonio immobiliare ai fini dell’efficientamento energetico e dell’adeguamento antisismico, occorrerà riflettere anche sulla possibile estensione della platea dei beneficiari della misura, includendo anche soggetti esercenti attività d’impresa, a partire da particolari comparti in difficoltà come il settore alberghiero”. Per il Pd, infine, è fondamentale che l’obiettivo donne e giovani sia centrato con una chiara clausola di condizionalità trasversale a favore dell’occupazione femminile e giovanile. E un altro tema oggetto di dibattito sarebbe la governance della cabina di regia con un solo ministro politico.

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