Palazzo Chigi
Cinquestelle, Pd e Forza Italia chiedono 10 miliardi per prorogarlo fino al 2023. In corso confronti anche su fisco e liberalizzazioni
Dovrebbe tenersi nel primo pomeriggio il Consiglio dei ministri previsto per le 10 sul Recovery plan. A palazzo Chigi e al Mef si lavora ancora sulle tabelle del Recovery plan e si susseguono le interlocuzioni con Bruxelles, che vanno avanti in modalità no stop da ieri sera. Il nodo politico sarebbe costituito dal superbonus al 110% che M5s, Pd e Forza Italia vogliono prorogare fino al 2023 e per cui serve la copertura. Per il Movimento 5 Stelle la proroga a tutto il 2023 è indispensabile, su questo ci aspettiamo inequivocabili segnali da parte del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, già lunedì in Parlamento”. Se nel Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) dovessero mancare le risorse per estendere il Superbonus al 2023, come promesso, è evidente che si creerebbe un grosso problema politico” avverto il sottosegretario all’Interno grillino, Carlo Sibilia .
Anche fisco e liberalizzazioni sono, si apprende ancora, al centro del confronto. Ieri i ministri politici hanno fatto osservare che il Cdm di oggi era stato convocato senza che avessero avuto la possibilità di visionare la bozza del piano. Sul fronte della Lega vi sarebbero malumori riguardo alle riaperture dei centri commerciali e si sottolineerebbe che le regioni non siano state ascoltate abbastanza. Altro tema oggetto di dibattito sarebbe la governance della cabina di regia con un solo ministro politico.
“Draghi rassicura M5s su superbonus”
Non ci saranno modifiche nel Pnrr sullo stanziamento per la proroga del Superbonus al 2023 ma, viene spiegato da fonti di maggioranza, il premier Mario Draghi rassicurerà la maggioranza durante il suo intervento in Parlamento lunedì e martedì. Al momento per il superbonus fino al 2022 sono stanziati 18 milioni e ne servirebbero altri dieci per l’anno
successivo. Le coperture verranno verificate nel corso dell’anno, viene spiegato, e trovate più avanti nel corso dell’anno, al massimo con la prossima legge di bilancio.
Piano da 221,5 miliardi totali
Il piano nazionale di ripresa sta dunque per arrivare in consiglio dei ministri per un primo esame, poi il passaggio in Parlamento la settimana prossima prima dell’ approvazione definitiva. Mario Draghi porta in Consiglio dei ministri un Piano nazionale di ripresa e resilienza da 221,5 miliardi totali, di cui 191,5 riferibili al Recovery fund e 30 miliardi per finanziare le opere “extra Recovery”. La spinta stimata alla crescita è di 3 punti di Pil nel 2026. L’obiettivo è non solo “riparare i danni della pandemia” ma affrontare anche “debolezze strutturali” dell’economia italiana. Il grosso del piano è definito, con 135 linee di investimento. E l’impianto “non cambierà”, sottolineano dal governo, di fronte alla mole di richieste che emerge in queste ore dai partiti.
Malpezzi a Rainews24: “Donne e giovani siano il perno del Pnrr”
“Abbiamo chiesto che i progetti del PNRR siano condizionati su donne e giovani perché per noi sono questioni fondamentali e decisive per cambiare il Paese e avere un impatto decisivo sulla crescita del Mezzogiorno”. Lo ha detto Simona Malpezzi a Rainews24. “Salvini deve dire cosa vuole fare: non può stare al governo e all’opposizione insieme. I suoi ministri, che rivestono incarichi importanti, concordano nella cabina di regia le misure e lui, il giorno successivo, per propaganda cambia idea – ha proseguito la presidente dei senatori del Pd-. I criteri di riapertura si basano sui dati scientifici e si ispirano a un rischio ragionato perché il nostro obiettivo è riaprire senza rischiare di richiudere. Salvini, agendo in questo modo, non crea problemi soltanto al governo ma anche agli italiani perché le sue uscite creano solo confusione”.
Tajani: “Migliorato ma servovo correttivi”
“Il test del Recovery plan grazie a noi è migliorato” ha commentato il vicepresidente di Forza Italia. Ed ha aggiunto: “Ma servono dei correttivi da apportare la politica industriale e la rigenerazione urbana”. “In queste ore Forza Italia sta lavorando, all’interno del governo, per rafforzare ulteriormente il piano nazionale di ripresa e resilienza. Superbonus al 110% da prorogare fino al 2023, risorse per il Mezzogiorno, stimoli per lo sviluppo e l’occupazione, opportunità per i giovani e per le donne: sono tanti i capitoli da implementare – aggiunge Roberto Occhiuto, capogruppo FI alla Camera – Lavoriamo in modo costruttivo con le altre forze politiche, con senso di responsabilità, per favorire la rinascita del Paese, facendo emergere i sentimenti richiamati dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di unità e coesione nazionale”.
Bozza da 318 pagine, tra riforme anche concorrenza
Un piano in 318 pagine con l’indicazione di obiettivi, missioni, priorità trasversali e riforme che lo accompagneranno: è la bozza del Recovery Plan italiano che dovrebbe arrivare oggi per un primo esame sul tavolo del Cdm.
Il Piano “comprende un ambizioso progetto di riforme” con “quattro importanti riforme di contesto – p.a, giustizia,semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza”. Ci sono poi la “modernizzazione del mercato del lavoro; il rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi” e la riforma del fisco, anche in chiave ambientale.
Riforme Giustizia e codice appalti
Due riforme strutturali – giustizia e Pubblica amministrazione – per realizzare le sei missioni in cui si articola il Recovery plan messo a punto dal governo italiano. Sul fronte della giustizia, in particolare, si mira a intervenire sulla “bassa efficienza” che passa dall’eccessiva durata dei processi e dal “forte peso degli arretrati giudiziari”. Tra le “riforme abilitanti” da realizzare, “le semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni” nonché “interventi sul codice degli appalti”. Tra le riforme “settoriali specifiche” vengono poi indicate “nuove regole per la produzione di rinnovabili” e “interventi sul contratto di programma per le Ferrovie”.
Source: rainews.it
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