

Quando è legittima la rivalutazione della rendita catastale?
Quali obblighi motivazionali deve rispettare l’Amministrazione per
procedere ad una rivalutazione d’ufficio? Cosa accade se i
parametri di riferimento non sono sufficientemente dettagliati?
Rivalutazione della rendita catastale e obbligo di motivazione:
interviene la Cassazione
Con l’ordinanza n. 4684 del
22 febbraio 2025, la Corte di Cassazione torna a fare il punto
sui presupposti e sugli oneri motivazionali che l’Amministrazione
deve rispettare nei procedimenti di revisione del classamento
catastale per microzone anomale, ai sensi dell’art. 1, comma 335,
della legge n. 311/2004.
La controversia nasce a seguito dell’emissione di un avviso di
accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate – Ufficio del
Territorio – ha disposto il riclassamento di un immobile urbano da
categoria A/10 classe 4 a classe 7, con un sensibile incremento
della rendita catastale. La motivazione faceva riferimento alla
presenza di uno scostamento anomalo, superiore al 35%, tra i valori
medi di mercato e i valori catastali della microzona di
riferimento, localizzata in un’area
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