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Sisma Centro Italia, cinque anni dopo: i dati sulla ricostruzione ITALIA – CASA&CLIMA.com

Sono passati cinque anni da quel 24 agosto 2016 che segnò il tragico destino di alcuni territori del Centro Italia colpiti dal terremoto. A che punto siamo con la ricostruzione post-sisma? A fare il punto è il il terzo Rapporto sullo stato della ricostruzione nelle quattro Regioni colpite dai sismi 2016-2017, illustrato ieri in conferenza stampa dal Commissario straordinario per la ricostruzione post sisma 2016 Giovanni Legnini.

“L’attenzione alla qualità, alla sicurezza, alla sostenibilità, continuerà a contraddistinguere questo lavoro di ricostruzione- ha dichiarato Legnini. Molte volte mi viene chiesto dai cittadini ‘ma quanto tempo ancora ci vorrà per ricostruire’? Se manteniamo questo ritmo la ricostruzione sarà abbastanza rapida, vedremo i risultati nei prossimi anni. Se si dovesse rallentare ci vorrà più tempo ma non sarà colpa nostra. Faccio però un appello alle imprese: venite a lavorare per la ricostruzione, c’è la fiducia, la possibilità, le risorse per farlo.”Vediamo i dati presentati.

Nei primi 6 mesi del 2021 completati 1100 cantieri

Le domande di contributo per la riparazione o la ricostruzione degli immobili danneggiati dal sisma 2016 sono cresciute oltre quota 20 mila e riguardano 50 mila unità immobiliari di tipo residenziale e 1.150 immobili produttivi. L’importo richiesto è di 5,4 miliardi di euro.
Le richieste approvate, oltre 10 mila, crescono velocemente. Nei primi sei mesi del 2021 sono stati completati oltre 1.100 cantieri. Dall’avvio della ricostruzione sono stati ultimati 5 mila interventi su edifici, con 12 mila unità residenziali al loro interno, e in corso i lavori in altri 5 mila cantieri, per 13 mila ulteriori abitazioni.

La semplificazione e le nuove procedure, in primis l’Ordinanza 100 e l’introduzione dei Programmi Straordinari di Ricostruzione, hanno di fatto sbloccato una situazione di paralisi. Nell’ultimo anno sono state presentate un terzo delle richieste di contributo complessive, ed approvate la metà delle domande, con la concessione di 2,7 miliardi di euro, con un’accelerazione che si è accentuata nel 2021.

La ricostruzione si trova dunque in una fase matura, anche se sconta dei rischi dovuti alle dinamiche di mercato indotte anche dalla pandemia. Il ritmo acquisito tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 nell’apertura di nuovi cantieri, ha subìto in primavera un rallentamento a causa dell’aumento dei prezzi dei materiali da costruzione, al quale si è fatto fronte, recentemente, innalzando la misura del contributo.

Forte accelerazione per la ricostruzione pubblica

Anche la ricostruzione pubblica, dopo anni di stasi, sta accelerando. Nei primi sei mesi del 2021 gli interventi hanno registrato un sostanziale progresso di avanzamento. La spesa, in questo periodo, è stata di 144 milioni di euro (nell’intero 2020 la spesa fu di 62 milioni di euro), portando il totale a 411 milioni di euro.

Le opere pubbliche finanziate dalle Ordinanze sono oltre 2.600. In questi sei mesi sono stati sbloccati circa mille interventi. I cantieri al lavoro erano 169, quelli ultimati 251.
Nel 2021 hanno visto la luce
le Ordinanze Speciali per la ricostruzione dei borghi più distrutti, che danno attuazione ai poteri in deroga concessi al Commissario, e si sono concretizzate le prime iniziative per lo sviluppo economico. Sono stati avviati il Pacchetto Sisma del PNRR, con 1,78 miliardi, ed il Contratto Istituzionale di Sviluppo, che finanzia i primi progetti con 160 milioni di euro, entrambi affidati alla gestione della Cabina di Coordinamento, guidata dal Commissario Straordinario, allargata agli altri soggetti istituzionali coinvolti.

Superbonus 110%

Nel corso del 2021 è stato definito l’accordo con l’Agenzia delle Entrate sull’uso del Superbonus 110% insieme al contributo pubblico di ricostruzione, che semplifica le procedure e rende possibile coprire con le detrazioni le eventuali spese in accollo ai proprietari. Nello stesso tempo sono stati rafforzati i presidi di legalità sulle attività di ricostruzione, con la firma di numerosi protocolli tra Prefetture, imprese e sindacati finalizzati a contrastare il lavoro nero e le infiltrazioni della criminalità.

Il rapporto in allegato.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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